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Sei mesi dopo lo stop del futbol, el Muñeco torna a parlare. E lo fa con la stessa garra e determinazione di sempre, in vista della delicata partita contro i brasiliani del San Paolo, molto più avanti nella preparazione. E poi il mercato River, Quintero e la lista Libertadores. È il solito Marcelo Gallardo show.

Causa restrizioni Covid la conferenza si svolge on line tramite zoom, dove giornalisti a turno gli rivolgono domande.


Come mai sei stato in silenzio così tanto tempo?

“Non c’era niente di cui parlare. Senza calcio da più di sei mesi, dopo l’inizio della pandemia e della quarantena, c’è stato molto silenzio, ma non solo da parte nostra, da parte di tutto il calcio argentino, mi è sembrato che il solo parlare non bastasse più. Però quando volevo dire qualcosa l’ho fatto. È preferibile parlare quando ne hai voglia”.

Perché hai presentato una lista con così pochi giocatori? ( Il River ha presentato alla Conmebol una lista di 29 giocatori su 50 iscrivibili ndr)

“Lavoro con un gruppo di non più di 30 giocatori, è semplice. Primo. Questo è il gruppo che compone l’elenco Conmebol. Oltre ai 40, avevamo anche la possibilità di aggiungere altri 10 posti, ma mi sembrava una sciocchezza, non ho altri 10 giocatori con me. Secondo. Quelli della Reserva hanno iniziato ad allenarsi una settimana fa e terzo, perché non volevo generare false illusioni a quei ragazzi che avranno sicuramente davanti a loro un futuro molto importante, ma che oggi non sono pronti per una competizione internazionale e prestigiosa come la Copa Libertadores. Forse altre istituciones hanno questa possibilità e io le rispetto, chiaramente. Ma adesso che hanno allargato la quota a 50 dove dovrei cercare giocatori per integrarli, nella l’8a o la 9a divisione? Tutto questo è anormale. Mi prendo la responsabilità della decisione che ho preso. Siamo 30 giocatori, in questo caso 29 perché Quintero non c’è più, inizieremo con questo gruppo di giocatori e vedremo a che punto siamo. È abbastanza semplice”.

Cosa ne pensi della diverse condizioni di forma tra River e San Paolo?

“Non è colpa del San Paolo se ha 12 o 13 partite in più di noi, ecco perché è difficile. Dobbiamo cercare di farcela. È quello che avremmo dovuto fare anche noi. Per questo avevamo intenzione di iniziare ad allenarci prima, non tanto per la competizione, ma perché i giocatori non possono stare fermi per così tanto tempo. Quando ho chiesto di tornare agli allenamenti è stato per non essere disoccupato per così tanto tempo. Per competere dovremo giocare nelle condizioni in cui ci troviamo. Può essere un vantaggio o no.
Cercheremo di iniziare la competizione nel miglior modo possibile, senza prestare molta attenzione a quanto successo e al rivale. Se entriamo in campo pensando all’inattività, non giocheremo nemmeno un minuto. Presenteremo una squadra che combatterà e lotterà, che non darà l’iniziativa a San Pablo, provando a fare le cose che sappiamo, ma non ci faremo altre domande. Le domande mi sono già state poste molto tempo fa ( il presidente argentino Fernandez lo chiamò per dei consigli sulla ripresa del futbol ndr). Ora è il momento di giocare. È una situazione strana e complessa, dover affrontare e schivare il virus. Non è la gara decisiva, è importante sottolinearlo. Ma qui siamo a provare a combattere”.

Cos’è successo con Quintero?

“Con Juanfer ho parlato e a faccia a faccia mi ha chiesto di lasciarlo andare. Ho rispettato la sua decisione e gli ho detto cosa ne pensavo. Voleva andarsene e da lì abbiamo cercando la maniera più giusta di separarci. Juanfer ha chiesto un permesso sportivo e gli è stato concesso. Non ho più niente da dire. Ho molto affetto per lui e gli auguro davvero il meglio. Che continui a trasmettere il suo talento in un campionato inferiore, dove ha deciso di andare. Ecco. Il ricordo di ciò che ci ha dato sarà eterno, ma poi guardiamo avanti”.

Ci sono voci di altre offerte, altri giocatori se ne andranno?

“Non posso dire se altri giocatori se ne andranno, dipenderà dai movimenti e dalle proposte che arriveranno. È un mercato molto tranquillo, chiaramente inaspettato, non solo per noi, ma per le squadre di tutto il mondo. Venire a cercare giocatori che non giocano da sei mesi è una scommessa importante. La nostra economia soffre troppo e anche le società. Qualcuno potrebbe approfittarne di questa situazione, ma non è arrivata nessuna altra offerta oltre a quella di Quintero e Carrascal. Non c’è nessun’ altra offerta ufficiale”.

Neanche per Martinez Quarta?

Martínez Quarta non mi ha detto che voleva andarsene. Non è mai accaduto. Non c’è stata nessuna offerta da parte di nessun club, non posso lasciarmi trasportare dai desideri dei rappresentanti dei giocatori, li rispetto, ma so che hanno altri interessi. Non si può entrare in una confusione generale e promettere offerte che non arrivano mai. Può succedere che in un mercato ancora aperto qualcuno possa fare un’offerta. La vedremo assieme all’interesse del giocatore.
Se viene un giocatore e mi dice che vuole partire e l’offerta è conveniente per la società, benvenuto. Ma non per me. Per me sarebbe un dolore tremendo. Perché stiamo per ricominciare una competizione in un tempo molto particolare e complesso. In Argentina non si gioca ancora, non si sa quando si riprenderà, potete immaginare cosa posso dire di fronte a uno che se ne vuole andare. A livello economico non si può competere con nessun mercato che abbia una valuta diversa dalla nostra. Si vorrebbe cambiare aria, si ambisce a un diverso livello di vita, oltre alla possibilità di crescere in modo sportivo. Dipende dal club in cui vai.
Non posso dire niente a un giocatore che vuole andarsene. Personalmente non vorrei che se ne andasse, vorrei che rimanesse per riuscire a competere nel modo migliore le competizioni che giocheremo, ma se fosse così, dovrò accettarlo e accompagnarlo in quella decisione. È la realtà. Di fronte a queste decisioni non si può far altro che accompagnare”.

Il futbol e il Covid. Hai paura di andare in Brasile?

“No, non ho paura. Ci mettono alla prova ogni settimana. Dobbiamo affrontare situazioni molto complesse, fatte di attenzioni, vedremo se riusciremo a farcela. In altri luoghi è stato possibile e spero che ce la faremo anche qui.
Non mi sono opposto al ritorno al futbol perché so di cosa si tratta, ma se i giocatori professionisti di prima squadra sono impossibilitati, allora no. Non voglio esporre giovani a simili rischi, non sono preparati. Mi assumo la responsabilità e penso che tutto abbia un limite, no?
Non andremo in tournée a San Paolo. Cercheremo di riposarci, giocare e tornare. Non circoleremo per strada, tutt’altro. Lo stesso sarà il San Paolo quando verrà a Buenos Aires. Non ho paura”.

Come sono stati gli allenamenti dopo sei mesi di inattività? Mercato River?

“In queste cinque settimane abbiamo dovuto valutare come tornare attivi senza sovraccaricare troppo i giocatori. Lavori una tantum, cercando di subire il minor numero di infortuni possibile. È tutto molto atipico. Non abbiamo potuto pianificare qualcosa di molto preciso. Abbiamo provato a misurare le conseguenze sullo sforzo fisico.
Andare sul mercato, al momento, non è per niente facile. Qui siamo tutti più o meno nelle stesse condizioni. Non ci sono soldi”.

Cosa ne pensi del giocare senza pubblico?

“Il calcio senza persone è orribile. Anche lo spettatore fa parte di questo bellissimo sport, vedendo le tribune festanti e affollate, non c’è niente di meglio. Il contesto ora è molto diverso. Ho visto tante partite senza pubblico. Si guarda la partita certo, ma non c’è lo stesso fascino e non ti dà la stessa sensazione. Ad esempio le partite di Champions League che abbiamo visto ..”

Non pensi che le squadre argentine partano in svantaggio? Come trovi la motivazione da trasmettere alla squadra?

“Il calcio non è una scienza esatta di ciò che può accadere. Normalmente nessuna squadra argentina in queste condizioni potrebbe diventare campione, ma il calciatore argentino ha un carattere e una mentalità che abitualmente tira fuori nelle avversità. La mia motivazione rimane sempre la stessa. Lo stesso desiderio che ho sempre per il lavoro e per quello che faccio. È la sfida di continuare a evolvermi per continuare ad imparare sempre e di più. Cerco di non arrabbiarmi più del necessario. Non sono diventato buddista, ma stavolta ho fatto una specie di ‘oooom’ per attraversare questo momento il più serenamente possibile”.

Prossima partita: Copa Libertadores, girone D. Giovedi notte h. 00:00 (ora italiana) San Paolo – River Plate. Diretta DAZN.


calcioargentino.it

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