Gallardo fa discutere con le sue piccate dichiarazioni e divide l’opinione pubblica.
È del tutto normale che quando parla Gallardo si crei un grande interesse mediatico. Stiamo parlando dell’allenatore più vincente in Sudamerica negli ultimi dieci anni oltre che essere un’istituzione a livello sia carismatico che tecnico. Le parole che escono dalla sua bocca hanno un considerevole peso mediatico.
Il tema coronavirus non ha risparmiato il Sudamerica, che anzi attualmente ne è diventato il nuovo focolaio mondiale. In Argentina ci sarà la quarantena obbligatoria fino almeno a fine mese, poi si vedrà, col futbol fermo dal 17 marzo, esattamente da tre mesi e due giorni. Allenamenti da casa attraverso applicazioni o videoconferenze per mantenere un tenore muscolare accettabile, è questa l’unico modo per allenarsi in mezzo alla pandemia.
Si è detto della notorietà del Muñeco, probabilmente ulteriormente aumentata dopo lo speciale (e inusuale) consulto del presidente argentino Alberto Rodríguez, che per saperne su una possibile ripresa del calcio si è rivolto proprio a lui, scavalcando nientemeno che l’AFA. E anzi, il premier ha addirittura dato ragione al River quando si rifiutò di giocare la Copa de la Superliga il 14 marzo, dichiarando testualmente “avevano tutta la ragione del mondo.”
Ebbene mercoledì scorso in una intervista radiofonica (radiolared) Marcelo ha lanciato la ‘bomba’ parlando dell’attuale situazione calcistica in quest’epoca di Covid-19, lanciando ‘un palizo’ all’AFA
“Il futbol è importante ma ci sono cose più importanti come la salute e la sicurezza. Quello che non va bene è non fare nulla, rimanere pigramente seduti sulla poltrona è francamente troppo. Ma perché non si possono attivare le squadre e i giocatori che sono nelle provincie dove non è presente il virus? Perché negare loro questa possibilità? I giocatori si stanno allenando nelle loro case da 100 giorni, non è normale. Il calciatore non può tornare così automaticamente a giocare. Mi piacerebbe che il ministro della salute mi spiegasse perché può funzionare una fabbrica di 500 dipendenti però non si può far allenare un gruppo ridotto di giocatori.”
È quindi un Muñeco polemico, altruista, ma anche con il pensiero che ci si possa spostare ad allenarsi nelle zone nell’interior, in una sorta di ritiro nelle zone dove il virus non ha attecchito.
Di fronte a queste dichiarazioni il presidente del Talleres Andrés Fassi (Cordoba-interior) ha preso la palla al balzo: “Gallardo è un fenomeno. Non è solamente un allenatore, è molto di più. I dirigenti del futbol argentino si muovono con molta circostanza, non fanno niente perché non si vogliono compromettere. Se non si chiamano Veron (Estudiantes) o Pergolini (Boca) nessuno dice niente per paura di rappresaglie.”
Dinanzi al fronte ‘rivoluzionario’ il presidente del Racing Club Víctor Blanco (secretario general AFA) ribatte fermamente: “Abbiamo già dichiarato la nostra posizione da parte AFA assieme al ministero della salute. Ognuno avrà le sue ragioni e opinioni ma io sono dirigente del futbol. Siamo tutti ansiosi di ricominciare, però è una decisione che è stata presa tutti insieme all’AFA e bisogna rispettarla. Il ritorno al fútbol avverrà nella fase 4, (ora siamo alla 2 ndr) presumibilmente nell’ultima settimana di luglio/agosto.”
Non le manda a dire invece il presidente del Lanus Nicolas Russo (secretario ejecutivo AFA) che risponde duramente: “Non mi ha sorpreso l’uscita di Gallardo, è un personaggio importante del fútbol e ognuno ha le sue idee. Quello che non capisco è perché adesso abbia cambiato opinione dato che non la pensava così quando c’erano solo 10 infettati, decidendo platealmente di non presentarsi a giocare. Adesso che ci sono quasi 35.000 contagiati ha cambiato posizione. Però bueno, adesso probabilmente la salute non ha più la priorità come allora..”
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