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In questo triste giorno il mondo del calcio si unisce nel dolore e chiede giustizia per la morte del Trinche, perchè morire per una bicicletta è davvero una cosa assurda e inconcepibile.

E’ già stato scritto molto, troppo forse, su Tomas Felipe Carlovich, per tutti el Trinche; sulla sua vita tra leggenda e realtà, che nasconde invece un grande semplice uomo. La sua storia è forse tra le più iconiche di tutto el futbol e il Trinche è considerato tra i più grandi calciatori argentini di sempre. Le sue qualità dentro la cancha (el doble caño su tutte) sono state celebrate dai fortunati che lo hanno visto giocare dal vivo, e tramandate a noi come la sua più importante eredità.

Ma Carlovich era molto di più, era un grande uomo e una grande persona, umile, molto legato ai suoi affetti più stretti che non avrebbe mai abbandonato. Per noi giovani che non abbiamo avuto l’onore di vederlo giocare è un personaggio unico e incomparabile, che accende le nostre più intime fantasie calcistiche, e ci fa viaggiare con la mente. El Trinche è l’essenza più profonda del gioco del calcio, un adulto rimasto bambino, nel potrero, con la sua pelota.

Ringraziamolo allora per tutto quello che ci ha regalato, ricordandoci sempre che la felicità sta nelle piccole cose, e nei semplici gesti della quotidianità, perché come diceva lui “non sono arrivato: volevo solo giocare a calcio e ce l’ho fatta”.

Esta noche juega el TRINCHE

Leonardo Galbusera


calcioargentino.it

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