CORONAVIRUS E ECONOMIA La situazione Covid-19 in Argentina è molto meno grave rispetto al continente sudamericano, ma il fenomeno desta ancora preoccupazione. Al 29 aprile si contano 4285 positivi e 214 deceduti. Di fronte a questi dati il governo ha invitato la popolazione alla quarantena obbligatoria, posticipando il termine al 10 maggio. Misura eccezionale, certamente non preventivata qualche mese fa, ma che influirà in maniera ancor più negativa nella debole economia argentina, già duramente provata dalla crescita del Dollaro (USD) pre pandemia. In poche parole si rischia un’altra volta il default finanziario. La preoccupazione nasce anche dalla mancanza (siamo ancora in fase 1) di un piano di risanamento economico del Paese. Il presidente Alberto Fernandez non si è ancora pronunciato sulle misure che vorrà adottare per fronteggiare la crisi e la mancanza di informazione a riguardo non fa che alimentare ulteriori preoccupazioni.
RISCHIO ESTINZIONE Anche il futbol, inteso come azienda produttiva risente e non poco la crisi economica. Fermo restando che il calcio viene considerato come un aspetto di rilievo all’interno del Sistema Paese, alcune società calcistiche, già in crisi prima della pandemia, rischiano l’estinzione. Il calcio in Argentina è sospeso dal 17 marzo e i mancati ricavi ne stanno fortemente danneggiando l’economia societaria, come d’altronde nel resto del mondo. Il grido più forte arriva dalle serie inferiori, la cui esistenza viene messa in discussione giorno dopo giorno, ma anche in Primera non se la passsano bene. E’ di pochi giorni fa infatti la causa intentata dai giocatori dell’Huracan tramite l’Associazione Calciatori alla società quemera per i mancati emolumenti delle mensilità di gennaio, febbraio e marzo. Quello del Globo sarebbe solo la punta dell’iceberg e non parliamo di stipendi faraonici eppure c’è difficoltà a liquidare. E stiamo sempre parlando di mensilità riferite al periodo pre coronavirus.. Quale sarà dunque la strada per ridare respiro alle Istituciones? Quella di vendere il più possibile giocatori (con ingaggi importanti) a Europa e Stati Uniti a prezzo di saldi, con una svalutazione maggiore rispetto ai valori di 2-3 mesi fa. Un esempio su tutti: Gaich, pezzo pregiato del San Lorenzo a gennaio aveva una valuazione di circa 17-18 M $, ora il club potrebbe accettare anche una cifra inferiore pur di incassare. Se poi Adolfo (notizia di questi giorni) rifiuta il prolungamento di contratto (scadenza 2021), allora il prezzo potrebbe abbassarsi ulteriormente. Così come i gioiellini del Velez Almada, Robertone; del Boca Hurtado, Capaldo, Reynoso (Villa si è bruciato da solo); del River con Scocco a parametro zero, con i vari Carrascal, DeLaCruz, Martinez Quarta, Borré in rampa di lancio; del Racing con Zaracho, ecc. Vendere per poter vivere dunque, valorizzando al massimo il vivaio per continuare a fare la differenza. Chi avrà coltivato bene potrà godere dei suoi frutti.
FINE STAGIONE Il consiglio federale AFA ha deliberato il 27 aprile la conclusione della stagione 2019/20. Questa decisione ha creato nuovi scenari prima inaspettati. L’Associazione calciatori argentina (Futbolistas Argentinos Agremiados – FAA) di Sergio Marchi, il nostro Damiano Tommasi, ha annunciato battaglia alla federazione e alle società calcistiche, rifiutando il 30% degli stipendi nei mesi di quarantena, oltre che al prolungamento del contratto per altri 6 mesi. El Pepe Sand, icona granata del Lanus, in una intervista radiofonica ha criticato il proprio presidente Russo, dirigente AFA, ribadendo il ruolo fondamentale che hanno i giocatori all’interno delle società (a differenza delle figure dirigenziali), oltre che essere scandalizzato dall’ennesimo cambio di regole in corso.
STOP DESCENSO Si è anche deciso di ‘annullare’ il descenso dalla Primera. Se fosse una decisione contingente all’emergenza coronavirus si potrebbe capire e accettare, ma la storia più o meno recente AFA ci insegna che l’hanno rifatto ancora. Che cosa? Il cambio del regolamento federale a campionato in corso. Si è deciso di sospendere le retrocessioni in B Nacional (3) e di accogliere le due promozioni dalla cadetteria. Cosa vuol dire? L’anno prossimo assisteremo a un campionato di 26 squadre, con tanti saluti alla cara Superliga in stile europeo (20 squadre con torneo andata e ritorno) silurata da Tapia a febbraio. Il progetto terrificante di ritornare al carrozzone di 30 squadre è quasi deciso. E’ davvero questo il futuro del futbol argentino? Un altro aspetto non trascurabile da tener in considerazione sono le qualificazioni alle copas. Si è fatto fede alla classifica finale di Superliga: Boca, River, Racing e Argentinos Juniors alla Libertadores 2021; Velez, San Lorenzo, Newell’s, Talleres, Defensa y Justicia e Lanus alla Sudamericana. Protesta il Velez che era balzato in quarta posizione provvisoria dopo la prima giornata di Copa Superliga, competizione essenziale per i calcoli di qualificazioni finali. Come dire, la complicazione calcistica in Argentina assume livelli stratosferici, essendo l’hobby più diffuso e praticato dai dirigenti federali.
CAMBIO REGOLE Dicevamo del cambio regole in corsa. Non è la prima volta che accade e non sarà certamente l’ultima. Per avere un quadro recentissimo possiamo tornare indietro all’inizio stagione appena conclusa. Il 3 luglio 2019 i club di Superliga approvano il regolamento AFA che regola le retrocessioni a 4 squadre. Neanche 20 giorni dopo un picchetto di società minaccia di non iniziare il campionato se le retrocessioni non si limiteranno a sole 3 squadre. Concesso. L’inizio marzo 2020 è caratterizzato da voci incontrollate riportate dai media: sarebbero 2 le retrocessioni dirette con la terz’ultima in spareggio con una della B. Per poi arrivare al capolavoro dei giorni nostri: 0 retrocessioni. Si potrebbe parlare di un campionato falsato, ma in Argentina non vi crederebbero. Qui il cambio regole al volo è abbastanza frequente e non è una novità. Qualche piccolo esempio? 1963. L’Estudiantes termina ultimo nella classifica promedio ma la Federazione sospende all’improvviso le retrocessioni per due anni. Nel 1966 a due giornate dalla fine si sospendono le retrocessioni. In ballo erano in lotta salvezza Quilmes, Colon e Chacarita. La stessa cosa avviene nel 1973, con la retrocessione dell’All Boys assieme al Ferro. Reintegrate e cambiata la struttura del campionato. 2015. Il Velez finisce quinto a 61 punti assieme al Boca, ma c’è un solo posto disponibile per la qualificazione alla Libertadores e il Fortin appare candidato per la miglior differenza reti, o almeno si è sempre fatto così. Ma Crespi, presidente Boca non ci sta e si appiglia a un cavillo del regolamento per far disputare lo spareggio, lasciandosi sfuggire anche la frase “Volete davvero che vada in Libertadores una squadra di quartiere?” Le pressioni sull’Afa saranno fortissime, tanto che alla fine otterrà da Tapia la disputa del ‘desempate’ nel neutro di Mar del Plata. Come finirà la partita?
Esatto.
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