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Cosa sarebbe il futbol senza gli sfottò? Specialmente in un Clasico e in Argentina, dove le ‘cargadas‘ sono molto più frequenti e ingegnose rispetto alla media di altre realtà di tifo. E anche se il futbol argentino non contempla la presenza della tifoseria rivale nello stadio, ci sono diverse ‘soluzioni’ per ovviare le difficoltà nel recapitare messaggi denigratori ai cugini. Nella sfida di Avellaneda tra Independiente e Racing naturalmente non sono mancati momenti di scherno. Vediamo cosa si è vissuto ieri al Libertadores de America.

Pronti, via e nell’impianto del Rojo appare subito una scritta eloquente in tribuna centrale: ‘Hijos nuestros moriran’, (i nostri figli – con tinte biancazzzurre – moriranno) in riferimento al Racing, club nato da una frangia distaccata dal più antico Club Independiente. Su questo spirito prima della partita sono stati lanciati bambolotti con vestiti albicelestes in prossimità della porta difesa dal portiere dell’Acadé, Arias. Giusto per ricordare la paternità del calcio ad Avellaneda.

Di contro, non poteva mancare il messaggio della Guardia Imperial. I tifosi del Racing hanno pensato bene di noleggiare un aereo per sorvolare lo stadio, mettendo in mostra un drappo con su scritto ‘Infelices 23 anos’, in riferimento agli anni trascorsi fino ad ora dall’ultima vittoria in Primera del Rojo. Oltre, al lancio di volantini con diciture eloquenti come: ‘Saluda el campeon‘ e ‘Sudamericana 2024 e Recopa 2025’, in ricordo dei recenti successi internazionali del Racing e la sterilità attuale dell’Independiente.

Da segnalare anche striscioni e scritte del tipo ‘Rasin, hijo bobo’ (figlio scemo) sul pannolone di un bambolotto o ‘Costas Rojofobico’ dovuto alla dichiarate ‘difficoltà’ dell’allenatore Racing, Gustavo Costas, tifoso racing fino al midollo, di giocare contro un avversario con la camiseta rossa. Difficoltà confermata anche dal pannello sociale dell’Acadé posto dietro il tecnico nella conferenza stampa, al fine di non ‘contaminare’ il Dt dallo sfondo rosso della sala stampa rivale…

Argentina. Paese di futbol, di profonde rivalità e da ingegnosi sfottò. Come potremo a farne a meno?

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