Di Superclasicos negli ultimi anni non ce ne siamo fatti mancare. Dopo tante sfide incrociate in Supercopa e Libertadores, è sembrato abbastanza normale al dio del Futbol proporre questa sfida leggendaria anche in campionato. E non solo per la supremazia territoriale della capitale, ma per tutta l’Argentina, dato che quando si parla di River e Boca intendiamo una rivalità che investe non solo Buenos Aires, ma tutta la Nazione. ‘O sei del Boca o sei del River’ in qualunque angolo della Tierra del Sol. Noi europei forse non ce ne rendiamo conto di questo fenomeno, riappare però lampante quando assistiamo a scene di delirio da parte di tifosi locali ogni qualvolta le due squadre giocano in trasferta, in ogni angolo del paese.
Ebbene dopo 16 anni ritorna la Primera in ‘modalità Superclasico’ per la lotta al titolo. Bisogna infatti tornare al Clausura del 2004 per incontrare una situazione analoga. Allora la spuntò il River in un testa a testa emozionante terminato nelle ultimissime giornate. Erano i tempi di Salas, Mascherano, Gallardo nel River e di Tevez (la galina, quell’anno), Schiavi, Ledesma al Boca. Altro calcio, altre atmosfere, ma sempre grande rivalità.
Attualmente a Nunez il titolo di Campeon de Argentina manca da più anni rispetto al Boca (2017/18), e bisogna tornare indietro al 2014 per ricordare l’ultimo ‘River campeon de Argentina’ e cioè dai tempi di Lanzini e Cavenaghi. Dal semestre successivo, e cioè dall’arrivo di Marcelo Gallardo in panchina (2014/15) il River non vinse più il título, concentrandosi chirurgicamente alla conquista del continente sudamericano. Normale dunque che la vittoria del Campionato sia il desiderio e l’Obesion attuale per il Muñeco, per riuscire a completare quella bacheca personale, orfana dell’unico trofeo mai conquistato da entrenador.
E ora quando mancano due giornate al termine cresce inevitabilmente l’ansia nelle due squadre. Normale che il River venga dato per favorito per vittoria finale, dati i tre punti di vantaggio sul Boca, ma attenzione all’impegno di Copa Libertadores. In realtà la Banda vorrebbe chiudere la pratica in anticipo, festeggiando la matematica addirittura questa settimana al Monumental. Dipenderà da una combinazione di eventi: la vittoria River sul Defensa e Justicia di Crespo (..Hernan da che parte stai?) e dalla NON vittoria del Boca nella trasferta di Santa Fe con il Colon, in disperata ricerca di punti per non retrocedere, oppure basterà il pareggio Millo e la sconfitta xeneize. Se si avvereranno queste condizioni il Millonario sarà Campeon per la 37a volta della sua Storia. Altrimenti, ci sarà da soffrire ancora.
Il Calendario per la capolista inevitabilmente si farà più duro già dalla prossima gara infrasettimanale di Libertadores, nella trasferta insidiosa contro il LDU Quito, e cioè nei 2900m dell’altura equadoregna. Il Boca invece si farà una gita vicino ai Caraibi a Caracas per poi affrontare all’ultima giornata il Gimnasia La Plata di Maradona, anch’esso in caccia di punti salvezza, ma onestamente meno forte qualitativamente dell’Atletico Tucuman, ultimo avversario del Millo in Superliga.
E’ l’impegno infrasettimanale e l’altura la variabile pazza che può scombinare i piani del Muñeco, per quello si preannuncia un finale di Superliga tutto da vivere. I calcoli e gli scongiuri di entrambe le tifoserie inizieranno da questo fine settimana a entrare in collisione tra loro e il dio del futbol sarà invocato in continuazione per ottenere la sacra benedizione futbolistica. Ci sarà da soffrire, con il River padrone del proprio destino sì, ma anche con grandi pressioni da gestire. Padroni del destino vuol dire essere artefici della propria gloria, ma anche della propria caduta, ovvero.. tutto può ancora accadere, come da vera tradizione quando si parla di River e Boca.
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