
Si conclude un turno dai mille colpi di scena. La sesta giornata del Torneo Apertura sentenzia la supremazia tecnica del Rosario Central che si aggiudica il Clásico di Rosario, oltre che a confermare il buon momento del San Lorenzo, che vince anche ad Alta Cordoba col ‘solito’ Vombergar. Si rialzano Boca e River mentre viene fermato sul pari l’Independiente. Male il Racing Club de Avellaneda, che rimedia la seconda sconfitta consecutiva, con la testa forse già rivolta alla prossima sfida in Recopa Sudamericana. Ecco la giornata vissuta dalle Cinco Grandes de Argentina.
6a giornata

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River Plate-Lanús 1-0
Bisogna avere maggior rispetto dei tifosi del River. Tanto più se si tratta di circa 84.000 tifosi che ogni santo turno pagano il biglietto per tifare il River, evitando, se possibile, di fischiarlo. Ed invece la moltitudine del Más Monumental si spazientisce del leziosismo fine a sè stesso di questo Millonario e sopra il coro ‘River, muoviti, svegliati’ ecco il subentrante Borja (perchè non parte dall’inizio è un mistero) che risolve la pratica mettendo la palla in rete. Arriva pure un calcio di rigore, ma lo stesso Borja spreca malamente (perchè non li batta Montiel è un mistero), per un risultato, che il River porterà a casa soprattutto grazie ad Armani, il quale si supera e compie sulla linea un intervento decisivo, riscattandosi con gli interessi l’autogol marchiano capitato contro l’Instituto. Quasi ripetitivo Gallardo, che nonostante i tre punti conquistati, non riesce a trasmettere una sorta di gioco al plantel. “Vorremmo essere migliori in ogni senso”, ammette il Dt del River a fine gara. “Facciamo fatica. Oggi abbiamo giocato contro un buon avversario. Siamo migliorati nel secondo tempo come contro l’Independiente. Ciò vuol dire che la risposta della squadra arriva, ma forse più tardi rispetto alle aspettative“. ‘Chi la dura, la vince’, recita un antico proverbio argentino.
Racing Club-Argentinos Jrs 2-3
Un passo avanti e due indietro. Arriva la seconda sconfitta consecutiva in campionato che ora inizia preoccupare il Racing Club. Soprattutto perchè l’Argentinos Juniors, zitto zitto, gioca ordinato senza alcun timore reverenziale. Ma quando il Bicho segna lo 0-3 allora il Cilindro inizia a rumureggiare. Inconcepibile perdere con questo punteggio dopo due minuti del secondo tempo. Ci penseranno Barrios e il difensore Di Cesare a rendere meno amara la pasticca, ma l’Acadé, imbottita di riserve, fa una figuraccia davvero barbina davanti al proprio pubblico. “Dico solo una cosa”, puntualizza a fine partita il Dt Costas, “Diamo fiducia a questa squadra, perché lo ha già dimostrato. Sarebbe un sogno aggiungere un’altra coppa internazionale”, di cui riferimento del tecnico è la finale di andata di Recopa Sudamericana contro il Botafogo, in programma ad Avellaneda giovedì prossimo. “Forse la testa era altrove, ma vi assicuro che a volte è difficile giocare queste partite, pensando a quella più importante”. Giustificazione più che logica, a patto, che si vinca quella che vale.
Banfield-Boca Jrs 0-1
La cura Gago fino ad ora non sembra sortire effetto. Di nuovo un Boca senz’anima riesce a strappare la vittoria in quel di Banfield interpretando senza troppa convinzione uno spartito contro un avversario finora mediocre. Non bastano la jerarquia dei nuovi acquisti; la squadra xeneize non dà segni di vita. Non pressa, non cerca le verticalizzazioni, non rimane corta, non compie tutti quei semplici compiti che si insegnano ai ragazzi nelle scuole di calcio. Neanche le individualità sono efficaci, e allora, bisogna affidarsi a un calcio piazzato per risolvere la questione. Non si vedono quei miglioramenti attesi. Gago cerca di dare la sua versione: “La partita di oggi non è stata di grande intensità. Nel primo tempo siamo stati vicini al modo in cui volevamo giocare ma nel secondo abbiamo perso il controllo del gioco, arretrando il baricentro e non trovando il nostro gioco”. Un’altra situazione conferma la mancanza di lucidità attuale: l’espulsione a centrocampo per doppio giallo di Ayrton Costa all’ultimo minuto. Una sciocchezza talmente innecessaria quanto controproducente per la prossima partita. La speranza è che si cambi in fretta registro: nel playoff Libertadores a Lima contro l’Alianzia non ci saranno più scuse per piangersi addosso.
Instituto-San Lorenzo 0-1
Ancora San Lorenzo, ancora un rigore a favore e ancora la ‘bomba slovena’ Vombergar a gonfiare la rete. Sta diventando ripetitivo il presente che grazie al successo di misura contro l’Instituto di Cordoba proietta il Ciclón in vetta del Gruppo B in coabitazione col Rosario Central. Ma è l’inizio di stagione che fa ben sperare i tifosi azulgrana: un solo gol subito; 5 cleen sheet; primato nella Tabla General e Vombergar nuovo capocannoniere del torneo, che non ‘smette’ di segnare. Così, c’è il rischio di ‘illudersi’. “Amiamo questo sport e quando le cose vanno bene ci emozionamo”, commenta Miguel Russo. “Viviamo il calcio per essere sempre al top; a volte ci riesci e a volte no. La cosa più importante è che tutti i ragazzi fremono nel voler scendere in campo. Gli allenamenti sono buoni, il livello e il pensiero di tutti sono buoni e tutto questo aiuta. Quando si ottiene risultati positivi il merito si divide per tutti i giocatori della rosa”.
Platense-Independiente 1-1
Manca di un soffio il quinto successo stagionale che al Vicente Lopez si ritrova in vantaggio al 90’ grazie a un cross del ‘Pantera negra Turbo’, deviato nella propria porta dal terzino Vásquez, e al portiere Rey, fondamentale nello sventare a più riprese il vantaggio del Calamar. Al 90’ poi un altro autogol, questa volta di Paredes, impone il pari al Rey de Copas, che deve fermare così il rinnovato sentimento di ambizione anche in trasferta. Soddisfatto a metà il Dt Vaccari: “Non siamo riusciti a fare la nostra partita, per i meriti degli avversari. Faccio i complimenti al Platense perché non perde su questo campo da 10 partite. Non tutte le partite sono uguali e il calcio argentino è molto difficile. Mi aspettavo questa partita di sofferenza”.
La Altre
Shock a Rosario. Il Central espugna l’ostico campo del Coloso del Parque e si aggiudica (meritatamente) il Clásico di Rosario. Tripudio canalla mentre in casa della Lepra ‘volano gli stracci’ con il tecnico Soso che non si dimette nonostante il fallimento conclamato e l’onta di una Clasicisima che rimarrà ancora per molto tempo negli incubi dei leprosos.
Si aggrava ulteriormente la situazione in casa Vélez: l’ultimo campeón argentino perde anche contro il Godoy Cruz tra le mura amiche dell’Amalfitani e al triplice fischi la dirigenza e la squadra viene ricoperta dalla contestazione e da sonori fischi. Un punto in sei partite e nessun gol all’attivo. Questione di ore per l’addio del Dt, Sebastian Domínguez.