Il giorno dopo l’impresa della Banda di Nuñez alla Bombonera appaiono ancora più evidenti i meriti del River e i demeriti del Boca. Se alla vigilia l’ago della bilancia pendeva più dalla parte degli undici guidati da Diego Martinez, il campo ha dato la sentenza incredibilmente opposta.
LA LEGGE DI GALLARDO. Settimana caotica per i molteplici impegni, il River era reduce dalla faticosa trasferta Libertadores in Cile avendo sulle gambe solo due allenamenti di preparazione all’appuntamento Superclásico. Gallardo cerca, senza tanto clamore, la sortita alla Bombonera in punta di piedi, con le incognite Lanzini, Fonseca a centrocampo, il ritorno di Gonzalez Pirez come centrale ed Enzo Diaz in fascia. Ma anche Colidio, Bareiro e il giovane Mastantuono sono finora un bel punto interrogativo. È emergenza conclamata. Ebbene, quando vengono chiamati in causa i giocatori danno il loro contributo. Tutti. Insomma, nel momento critico maggiore affiora in superficie la personalità di Marcelo Gallardo che con i suoi comandi guida i suoi uomini, i quali, danno tutto in campo per la causa. Perchè? Perchè è per primo il Muñeco a crederci nell’impresa, soprattutto nel luogo dove si esalta maggiormente, la Bombonera. Uomini contati e addirittura cambio di modulo per l’occasione, che esalta metà panchinari, diventati all’improvviso titolari per affrontare l’impegno di una partita del valore del Superclásico: la Banda è tornata señores, Gallardo, il terrore dei xeneizes, è tornato.
CICLO CONCLUSO. Discorso opposto in casa Boca. Con tutta la settimana programmata unicamente in vista di questo obiettivo, senza la fatica di Copas infrasettimanali, con il goleador Cavani recuperato dall’infortunio e il calore indicibele della Bombonera …insomma, il tifoso xeneize ci credeva davvero nella gara che avrebbe potuto ‘girare’ la stagione, castigando nel momento più delicato l’antico rivale. Ed invece, dopo la sconfitta bruciante del Cilindro de Avellaneda ecco una nuova prestazione senza gioco e senza carattere, che fa ripiombare il Boca nell’angolo buio del dimenticatoio. Con i senatori Romero e Rojo che sbandano paurosamente per tutti i 90 minuti trascinando nel vortice tutta la squadra. Diego Martinez, l’allenatore, ora vive di ora in ora. Ma il suo futuro è già segnato.