Dici Enzo Perez e subito pensi a quella paradossale notte. Era il 20 maggio 2021 quando il capitano millonario si trasformava definitivamente in una delle icone del club e dei tifosi. Portiere per necessità COVID, il mediano dimostrava il suo attaccamento viscerale alla maglia stravolgendo per sempre la storia del River: mai nessun giocatore di movimento era sceso in campo dal primo minuto (e con successo) con le vesti di portiere. Perez, in mancanza dei due arqueros e nell’imbarazzo generale, aveva alzato la mano e si era offerto volontario per la missione suicida. Ebbene, 966 giorni dopo il 36enne torna alle sue radici (per lui terzo ciclo), firmando un nuovo vincolo con l’Estudiantes de la Plata dove vinse la Libertadores 2009 e la Primera 2010. In mezzo, l’addio del mentore Gallardo e, soprattutto, l’arrivo di Demichelis che, nonostante l’ombra aurea carismatica del leader, gli dava il benservito tra l’incredulità e lo sgomento dei tifosi.
“Hola, familia pincha. Estoy muy contento de estar devuelta en el club. Les deseo que tengan un gran 2024 y vamos por todo”. Questo l’annuncio social. Enzo Perez, capitano e icona indiscussa del River, è andato in esilio a La Plata.