Ore di attesa febbrili nel centro sportivo federale di Ezeiza. Si aprono nuovi scenari dopo la conferma della Fifa di revocare all’Indonesia l’assegnazione del mondiale di categoria sub-20 dopo le tensioni politiche. La speranza argentina improvvisamente prende quota.
CHOCK. Era stato un fulmine a ciel sereno l’eliminazione dello scorso gennaio della compagine guidata da Javier Mascherano dal Torneo Sudamericano, con conseguente non qualificazione ai mondiali di categoria sub-20. La fallimentare campagna aveva portato alle dimissioni irrevocabili del Jefecito dalla guida tecnica, nonostante il tentativo di mediazione da parte del presidente AFA, Claudio Tapia.
SPERANZA. Amare certezze, venute meno dopo il repentino cambiamento dello scenario internazionale. A seguito delle avvisaglie di una possibile rinuncia da parte indonesiana, la Federazione argentina inviava alla Fifa la richiesta ufficiale di organizzazione della competizione, assieme alle rassicurazioni istituzionali da parte del governo. Naturalmente, con l’obiettivo primario di rientrare dalla porta secondaria nel torneo.
FIFA E JEFECITO. Il colpo di scena arrivava ieri, quando la Fifa, data la situazione politica e le crescenti tensioni interne, revocava in maniera ufficiale l’organizzazione dell’evento alla federazione indonesiana. Allo stesso tempo, la AFA contattava urgentemente Javier Mascherano per un ritorno al timone, nel caso di definitiva fumata bianca da parte Fifa, della Selección sub-20. L’ex Barcellona, mai dimessosi formalmente, non si sarebbe negato all’offerta.
STRETTA FINALE. Oggi, la giornata più calda. E’ prevista infatti a Luque (Paraguay) il faccia a faccia finale tra Tapia e il presidente Fifa, Gianni Infantino, in occasione del congresso Conmebol. Ordine del Giorno? Un incontro puramente informale, dove verrà toccato l’argomento dell’assegnazione della sede del Mundial sub-20 del prossimo maggio.
In caso infatti di verdetto favorevole, l’illustre esclusa Argentina si ritroverebbe riammessa d’ufficio a giocarsi la Copa del Mundo tra le mura di casa. Niente male la tattica del presidente federale più potente del Sudamerica. La decisione definitiva è attesa nei prossimi giorni.