Pochi giorni dopo la conclusione del campionato ha parlato in conferenza Fernando Gago: “C’è delusione, ma anche sete di vendetta”.
Perdere una Primera nei minuti finali dell’ultima giornata è una beffa che non si augura neanche al peggior nemico. Ne sa qualcosa il Racing Club e i suoi tifosi, che appena sette giorni fa hanno vissuto il dramma di assistere ai festeggiamenti dei bosteros de la Boca, rivali nello sprint finale del torneo. “Dobbiamo andare avanti” dirà il tecnico Gago qualche giorno dopo, “abbiamo una partita importante mercoledì prossimo e la possibilità di giocare un’altra finale”. Già, perchè alle porte c’è una nuova ilusión chiamata Trofeo de Campeones, nel quale l’Academia è in semifinale.
RIGORE. Ma riavvolgiamo il nastro fino a domenica sera, quando cioè all’interno del Cilindro de Avellaneda si consumava il dramma sportivo più doloroso degli ultimi anni. “Ci è mancato un rigore per vincere il campionato” ammette Gago con l’amaro in bocca. “È stato molto bello raggiungere l’ultimo appuntamento avendo le possibilità della vittoria finale. Sicuramente c’è molto da migliorare, ma ricordiamoci che questo è un gioco. Si vince o si perde. Ho visto qualche giorno dopo i giocatori con tanta voglia di affrontare le prossime sfide. Dopo la partita col River l’ambiente era depresso, com’è giusto che fosse dopo la delusione che abbiamo vissuto. Ma alla ripresa degli allenamenti, negli spogliatoi li ho visti diversi, con una gran voglia di vendetta.”
JERARQUIA. Le polemiche poi si concentrano sul rigore sbagliato, decisivo e tirato malamente all’86’ da Jonathan Galvan, nonostante il centrocampista non fosse rigorista. “Non posso imporre chi lo calcia. Chi decide è sempre il giocatore. Milito una volta ha detto che puoi esercitarti a calciare un rigore per 20 ore, ma non sarà mai come farlo in partita. Ho visto specialisti con grande ‘jerarquia’ non sentirsela di tirare un rigore. Devo io forzarlo? Se chi è designato non lo vuole battere è una decisione del giocatore. Solo chi ha fiducia può tirare un rigore. Posso impormi per chi calcia un angolo, ma è certamente diverso”.
ULTIMO APPELLO. Archiviate definitivamente le polemiche, si cerca di guardare il bicchiere mezzo pieno in vista del prossimo impegno. “Quello che è successo contro il River non cambia niente. Mercoledì abbiamo una partita con il Tigre e l’obiettivo è vincerla. Per me il Trofeo de Campeones è molto importante. Ogni competizione a cui partecipa il Racing è importante. Abbiamo l’obbligo di diventare campioni, questo è chiaro. Questo semestre non lo considero un fallimento. Ci si basa sui risultati? Il successo si basa sui risultati? Ebbene, il bilancio è positivo dal collettivo e dall’aspetto individuale. Nonostante la delusione, ora la testa deve essere rivolta unicamente alla prossima sfida, alla partita col Tigre. Non penso ad altro”.