A cinque mesi dall’importante appuntamento con la Copa del Mundo, Leo Messi si confessa davanti ai microfoni della televisione argentina TyC Sports. Spaziando dai fischi di Parigi al prossimo appuntamento mondiale. Parole imperdibili.
Alla vigilia della sfida della ‘Finalissima‘ contro l’Italia campione dell’europeo, parla del ritiro della Selección Argentina di Bilbao, capitán Leo Messi, intervistato per l’occasione da TyC Sports. Ecco alcuni spunti della bella chiaccherata.
ARGENTINA. “E’ sempre una gioia tornare nella Selección, adesso come qualche tempo fa. Questo è un bel gruppo che ci capiamo molto bene. Ci divertiamo ogni volta che giochiamo insieme, come ci siamo divertiti quando abbiamo vinto. Questo aiuta molto a cementare le relazioni. La verità, è che ora siamo molto felici”.
VITA AL PSG. “Al Paris ho dovuto abituarmi a giocare in maniera diversa perché al Barcelona ero abituato in tutt’altro modo. Al Barca giocavo con compagni da tanti anni e mi conoscevano a memoria. Tutto è stato nuovo per me. Per di più ho iniziato il campionato in corsa perché sono arrivato dopo la pretemporada. Ma poi mi sono infortunato. Non ho potuto fare tre o quattro partite di fila. Sono arrivate le vacanze e ho detto ‘beh, dopo questo, inizio un nuovo anno con le batterie cariche ‘. Arrivo, mi cambio e risulto positivo al Covid“.
COVID. “Parlando di Covid debbo dire che mi ha colpito duramente quella situazione. I sintomi sono stati quelli noti, molta tosse, mal di gola e febbre. Quando sono guarito non potevo allenarmi per complicanze ai polmoni. Sono tornato un mese e mezzo dopo senza mai allenarmi. Ho pure provato ad anticipare i tempi stabiliti, ma è stato pure peggio”.
FISCHI A LEO. “I fischi dei tifosi del Paris? È stata una situazione nuova per me, ero abituato diversamente al Barcellona. Ma è stata comprensibile la delusione di non essere andati avanti, per la squadra che avevamo. Avevamo una grande speranza di proseguire il cammino, anche considerando come abbiamo giocato le due partite (vs Real Madrid). Il risultato è stato un duro colpo”.
AFFETTO ARGENTINO. “Nonostante le contestazioni a Parigi, mi ha fatto piacere la vicinanza dei tifosi argentini, della stampa, che in passato fu durissima nei miei confronti. Il vento sembra cambiato. La gente parla della Selección in un altro modo, al di là del bene o del male, del tifo o meno, parlano di me con molto più rispetto rispetto ad altre epoche. Quello che stiamo vivendo con questo gruppo dopo la Copa América è tutto fantastico”.
COPA AMERICA 2021. “Quando vedi quelle immagini, ti ritornano in mente quei momenti… È un bel ricordo ma capisci che è già passato. C’era e ci sarà per sempre. Niente è cambiato. Devi continuare ad affrontare nuove sfide, nuovi obiettivi e pensare alla vita di tutti i giorni. Ma perlomeno, con quella carica che ti spinge sempre a dare di più”.
IMPORTANZA VITTORIA. “Molte volte ne abbiamo detto che non è solo importante vincere. Che in precedenza avevamo fatto cose spettacolari, come raggiungere una finale mondiale e due finali di Copa America. È stato molto ingiusto con il gruppo precedente, perché abbiamo dato sempre tutto per la Nazionale. Nel Mondiale in Brasile si è goduto fino all’ultimo giorno. Proprio come nelle Copa America che abbiamo perso ai rigori. Ma è così, ci si ricorda solo quando si vince”.
AGUERO. “Non siamo stati davvero consapevoli di cosa gli fosse successo. La sua situazione l’ho vissuta da distante e non ho capito cosa aveva finché non ho potuto parlargli di persona. E ho capito che davvero sarebbe potuto andare molto peggio. El kun è una persona speciale, ha una personalità diversa da tutti e questo gli ha fatto accettare la decisione che poi ha preso. Ovviamente, avrà sofferto molto, ma fortunatamente ha trovato presto un’altra strada e ora sta bene, sta bene, si diverte in quello che fa, lo fa senza curarsi di niente, perché non gli importa di niente e dice quel che pensa. Per me è stato dura perdere il mio amico di stanza. Ero al suo fianco tutto il giorno, ci alzavamo insieme, ci allenavamo insieme, condividevamo tutto, e la verità è che sì, gli manca tanto a lui e manca pure a me”.
QATAR 2022. “Sarà un Mondiale duro. La prima partita contro l’Arabia Saudita è sempre particolare, qualunque sia il rivale. Per molti di questi ragazzi sarà il primo Mondiale che giocheranno, ma vincere la prima partita della Coppa del Mondo è la chiave di tutto ciò che viene dopo, per quanta ricchezza che ti dà. Questo gruppo è molto eccitato, molto desideroso e penso che ci stiamo preparando bene per quando arriverà quel momento. Sappiamo per esperienza che non ci sono avversari facili. E a noi è successo l’ultimo Mondiale, quando alla fine ci siamo complicati la vita. Il Messico è una nazionale che ci fa sempre soffrire, perche gioca molto bene. Sicuramente sarà un girone difficile, proprio come la partita con la Polonia. Tutto il Mondiale sarà tosto, ma ovviamente a priori, ho sempre preferito che le squadre con nomi meno blasonati arrivassero dopo”.
ITALIA. “L‘Italia? La verità è che è pazzesco che abbia vinto l’Europeo e non sia nel Mondiale, per cosa significa e cos’è l’Italia in tutta la storia dei Mondiali. E’ un peccato. Ho compagni e amici in squadra, persone fantastiche con cui ho un ottimo rapporto, che mi hanno aiutato molto da quando sono a Parigi. Soprattutto Verratti, e questo mi rende molto più triste. Nella Finalissima vogliamo vincere un’altra coppa FIFA, per tutto il gruppo e per tutto il popolo argentino”.
SPIRITO. “È un gruppo che gioca ogni partita come se fosse una finale. Lo staff tecnico prepara molto bene le partite, sapendo perfettamente contro chi stai giocando e cosa bisogna fare in ogni momento della partita. È una Nazionale che può combattere con chiunque e questo renderà le cose difficili per qualsiasi rivale. Ciò non significa che siamo i candidati a diventare campioni del mondo, o qualcosa del genere, ma lotteremo contro chiunque, perché abbiamo le idee chiare”.
OMAGGIO A MARADONA. “Ero con Antonela la sera prima, sdraiato e le dico: ‘Devo fare qualcosa per Diego’. E sono andato di sopra, nella stanza dove ripongo le maglie, le mie cose, come un museo. La porta, che è sempre chiusa, era stranamente aperta. Cercavo una maglietta sua, della Selección. Invece, alzo lo sguardo e sopra una sedia c’era la 10 del Newell’s. Sono entrato, l’ho vista e ho detto: ‘Eccola, è questa‘. È stato incredibile. Saranno state le 11 di sera, è stato davvero incredibile.”
FINALISSIMA. “Sarà una bella prova. L’Italia è il campione europeo e se fosse stata nella Coppa del Mondo sarebbe stata la favorita. È stata abbastanza sfortunata per essere esclusa, ma avrebbe potuto qualificarsi prima nel girone, quando ha avuto la possibilità di vincere la partita prima di andare allo spareggio. Per noi è una bella prova, per continuare a crescere, per continuare a migliorare e per continuare a raggiungere nel migliore dei modi l’obiettivo, che è la prima partita del Mondiale“.