Si è consumata nelle scorse ore un sanguinoso ammutinamento della maggioranza dei club di Primera contro il presidente di Liga Marcelo Tinelli. Con Tapia che potrebbe esserne il mandante.
Neanche a Natale il Futbol argentino conosce pace. É terremoto nella Liga Profesional dopo il colpo basso teso da ben quindici squadre di Primera nei confronti del presidente Marcelo Tinelli. I presidenti/vicepresidenti di Independiente, Argentinos Juniors, Gimnasia, Lanús, Aldosivi, Estudiantes, Godoy Cruz, Rosario Central, Huracán, Defensa y Justicia, Arsenal, Colón, Platense, Sarmiento e Central Córdoba hanno deciso improvvisamente di sfiduciare Tinelli, estromettendolo di fatto dalla stanza dei bottoni. L’ammutinamento nasce dalla volontà di voler gestire diversamente le varie vicende economiche che gravitano sulla Liga e nei club partecipanti. Al Tinelli, attualmente presidente San Lorenzo ‘in licenza’, vengono contestate le sue saltuarie assenze dal Consiglio e dai doveri istituzionali, per non meglio precisate motivazioni.
I bollenti temi delle entrate dei diritti TV sarebbe poi un diversivo. In realtà ci sarebbe la volontà avvicinarsi ancora di più -magari attraverso un presidente più accondiscendente- sotto il mantello dalla Federazione AFA diretta dal Chiqui Tapia, il quale, potrebbe avere un ruolo ben preciso e determinante in questo ammutinamento, considerando anche l’epilogo della scorsa Superliga.
Ma Tinelli non ci sta e reagisce. Dopo l’improvvisa ribellione, il Numero uno decide di rispondere con durezza attraverso un comunicato stampa, attaccando le compagini coinvolte. “C’è incredulità e sorpresa dopo che un gruppetto di Club ha lavorato maliziosamente su informazioni false ed errate al solo scopo di delegittimarmi. Questo gruppo sparuto non mi ha mai fatto presente di eventuali problemi, nè tantomeno le ha sollevate istituzionalmente in un dibattito alle riunioni del Comitato esecutivo della nostra Lega, che è il luogo dove dovrebbero essere sollevate le diverse questioni che riguardano la nostra attività”. Pertando questo attacco lo considero un colpo subdolo, non solo per le autorità legittimamente elette, ma anche per la vita dell’organizzazione che sta cercando di violare”.
Comunicato duro sì, ma che sa di resa politica da parte dell’imprenditore argentino. “In virtù di ciò e dei colloqui che ho avuto con tutti i Club, in qualità di Presidente della LPF convoco una riunione del Comitato Esecutivo che si terrà l’11 gennaio 2022, subito dopo il sorteggio del calendario dei tornei del prossimo anno (che è in programma il 01/11/2022 alle 15:00 all’Hilton Hotel)”. In quella sede l’ordine del giorno sarà qualsiasi questione relativa alle attuali autorità della Lega nonché della convocazione per l’elezione del Presidente e del Consiglio di amministrazione, nel caso in cui il più alto organo della nostra istituzione lo ritenga necessario.“
Ormai sembra già tutto compiuto. Per formalizzare il colpo di grazia, i Club sollecitano una convocazione di emergenza entro il 27 dicembre, ma per prendere tempo, il presidente la programma per l’11 gennaio 2022. E il regolamento parla chiaro: è indispensabile per ‘sopravvivenza’ di Marcelo come presidente dell’istituzione il quorum di 14 voti più uno, per una fiducia, che allo stato attuale rimane solo un miraggio. La decisione sembra già presa, ed anzi, potrebbe coinvolgere altri club, ora convinti del cambiamento necessario e desiderosi di abbracciare la nuova corrente politica che avanza. E’ solo una questione di tempo per assistere ad una nuova rivoluzione nella Liga Profesional. Con l’immancabile spargimento di sangue nelle sale di Ezeiza, come da buona tradizione natalizia argentina.
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