Si è giocata nella notte una delle partite più iconiche della Banda: Enzo Perez in porta ancora non l’avevamo mai visto.
È stata una notte epica quella appena trascorsa per una partita entrata di diritto negli annali del Club Atlético River Plate e della Libertadores. Il River ha vinto in modali ‘ultra emergenza’ contro Santa Fé ed è balzato in testa alla classifica del girone D.
Vittoria fondamentale per le sorti del club dì Nuñez che lo rilancia inevitabilmente in Libertadores, ma da ricordare sarà la modalità agónica nella quale sono arrivati questi tre punti.
Falcidiato dal focolaio interno COVID che messo ko 25 tesserati, la Banda del Muñeco eroicamente non si è sottratta alla delicata sfida di Copa, scendendo in campo con i giocatori abili e artuolabili. Erano rimasti solo in undici. Zero sostituti in panchina e zero portieri: questi i numeri incredibili che hanno consegnato la partita alla leggenda.
Nessun cambio previsto in caso di stanchezza, novanta minuti intensi per la partita perfetta. Non bisognava sbagliare niente, o anche peggio, infortunarsi. E non erano ammesse neanche le più minime circostanze sfavorevoli. Le aspettative erano davvero enormi per una squadra, che necessitava di punti per risalire in classifica.
Mai prima d’ora in 120 anni il River aveva giocato con un giocatore di movimento tra i pali: è successo stanotte al mediano Enzo Perez, che lunedi, al momento della sofferta decisione di Gallardo di chi mandare in porta, si è offerto di fare un passo avanti.
“Yo Marce, voy yo en el arco. No te preocupes” Questa è stata la decisione di Enzo che ha emozionato tutto il mondo del fútbol. Il capitano di lungo corso non si è sottratto al dovere, nonostante l’infortunio ancora presente. Ha dato l’esempio, destreggiandosi in area e affrontando la nuova sfida con grande professionalità e ancor più coraggio.
E a premio della volontà del club di giocare ugualmente -nonostante il focolaio interno- è arrivata la clamorosa vittoria che ha certificato ufficialmente la nuova impresa millonaria da ricordare. Un uno/due in sei minuti di Angileri e Alvarez (che golazo di Julian) devastante che ha messo letteralmente al tappeto gli avversari. Con Enzo, che usava i pugni per disinnescare i pericoli.
Un finale a lieto fine dunque per una storia ai limiti dell’inverosimile. Diventata di colpo dolcissima per l’eroismo di undici giocatori che hanno lasciato anima e cuore in campo, dedicando l’eroica vittoria ai tanti tifosi in assoluta trepidazione davanti agli schermi.
Sono queste le storie intrise di magia che arrivano dall’Argentina, per una mística sempre spiazzante che commuove profondamente ogni qualvolta si realizza. En Argentina papá, en el País de la Pasión!
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