Ecco i giocatori attualmente tesserati delle squadre italiane di A, che in passato hanno esordito nell’ascenso argentino.
Il calcio argentino è mondialmente conosciuto per la capacità di ‘produrre’ talenti, capaci e maturi nonostante la loro giovane età. La possibilità di essere riconosciuti come cittadini europei grazie alle diverse cittadinanze per via delle origini, aumentano le loro possibilità di emigrare al lontano calcio del vecchio continente, senza occupare la benedetta quota stranieri. Per questo l’Italia e l’Europa è spesso mèta ambita per i calciatori e società, sempre alla ricerca del colpo di mercato. Ma noi vogliamo parlare di Ascenso. In Italia, solo nella Seria A, ci sono 28 argentini, nove tra questi hanno giocato nelle serie inferiori argentine. Ecco chi sono.
Paulo Dybala (Juventus)
La storia della “Joya” è abbastanza conosciuta, ma vale la pena ricordarla. Il compagno d’attacco di Cristiano Ronaldo cominciò la sua carriera giocando appena diciassettenne nelle fila dell’Istituto di Córdoba, nella B Nacional. Il suo rendimento fu così buono che non riuscì a terminare la stagione: Dybala venne rapidamente venduto al Palermo e la joya non riuscì a giocare le ultime partite, con l’Istituto che purtroppo perse le finali di promozione. Questo ‘smacco’ non è stata ancora pienamente perdonato dai tifosi della Gloria.
Federico Fazio (Roma)
Federico Fazio è un altro esempio di calciatore argentino passato al calcio italiano senza aver disputato nessuna partita in Primera División. Fazio iniziò la sua carriera come giocatore del Ferro Carril Oeste, una squadra storica di A, ma ‘confinata’ nel ascenso da quasi 25 anni. Federico debuttò nel 2005 nel campionato di Nacional B e dopo due stagioni e mezza venne venduto al calcio europeo. Giocando nel Ferro, Fazio ha realizzato tre gol e un autogol, due dei quali in una sola partita. Realizzò infatti un autogol a Córdoba e un gol (a favore) a Caballito. Contro la stessa squadra, il Belgrano.
Javier Pastore (Roma)
L’altro argentino della Roma, el Flaco Pastore, ha conosciuto le divisioni del ascenso argentino assieme a Fazio nella Primera Nacional 2006/07, quando il cordobés giocava per Talleres. Non fu un buon anno per Javier, che giocò appena cinque partite e la sua squadra finì all’ultimo posto, scendendo così nel Federal A. Ma nonostante quella stagione complicata Pastore passò al Huracán.
Curiosamente, affrontando il Ferro non si imbatté mai con Fazio, venduto al Sevilla un mese prima. E nelle cinque partite di cui Pastore venne impiegato, la sua squadra non vinse mai: pareggiò due volte e nelle altre tre venne sconfitta.
Bruno Amione (Hellas Verona)
Il piccolo Amione non è ancora troppo conosciuto in Argentina. Con solo 18 anni, è l’argentino più giovane nella Serie A. Anche lui non ha mai disputato la Primera División Argentina, ma la conosce: era nella rosa del Belgrano quando nel 2019 scese in B. Ma la sua apparizione nel team è stata nella stagione 2019/20 in Primera Nacional nel Belgrano. Giocò appena otto partite e venne venduto all’Hellas Verona.
Il suo debutto col Pirata non è stato un sogno, anzi, si è rivelato un vero e proprio incubo: a 17 anni, nella sua prima partita contro l’Independiente Rivadavia sbagliò la prima palla che toccò, mettendo in condizione l’attaccante avversario Klusener di segnare dopo il suo retropassaggio maldestro. Dopo appena un minuto e mezzo dall’inizio.
Alla fine la gara terminó 2-2, con il ragazzo che al termine della gara twittava nei social: “Ho ben chiaro che questo sarà una lezione per crescere e che tutto serve per fare esperienza nella vita”.
Juan Musso (Udinese)
Il caso di Juan Musso è più particolare. Anche se il portiere è conosciuto per aver difeso la porta del Racing Club, da giovane feceva parte della rosa di una squadra locale (un team più giovane che gioca il torneo regionale) ovvero del Defensores de Belgrano de Villa Ramallo. Con appena 16 anni, divenne MVP della finale, parando tre dei cinque calci di rigori.
Rodrigo Palacio (Bologna)
Il goleador argentino è arrivato a Italia dopo una fantastica esperienza nel Boca Juniors. Nonostante, quasi tutti ricordano il suo anteriore passato nel Banfield, quasi nessuno sa che iniziò nel ascenso. Un giovane Palacio debuttò con 19 anni nel Bella Vista di Bahía Blanca, la sua città natale. Dopo aver conquistato la seconda posizione nell’Argentino B, si trasferì nell’ Huracán de Tres Arroyos, in B. El Trenza lasciò il club dopo due stagioni segnando 15 gol in 54 partite.
Ha giocato nel Banfield, ma l’Huracán rimase il proprietario del cartellino, che successivamente lo rivendette al Boca. Ma il 15% della trattativa corrispondeva all’attaccante, che ottenne giustizia nel 2014 portando in tribunale il club.
Palacio si è fatto voler bene in ogni squadra dove ha giocato, anche nell’ Huracán de Tres Arroyos. Ma fatto ben capire che non si ritirerà in nessun club argentino: la sua decisione è già decisa, darà l’addio al calcio in Italia, e poi si trasferirà nel suo paese natale.
Germán Pezzella (Fiorentina)
L’altro bahiense in Italia è il difensore Germán Pezzella. E anche se in Argentina ha vestito solo i colori del River Plate, è uno dei giocatori che formarono parte della rosa che disputò la B Nacional nella ‘triste’ temporada del 2011/12. Solo una presenza (un 0-0 contro Quilmes), ma i suoi obiettivi vennero realizzati con la l’immediata promozione in Primera Divisióne e successivamente con i successi nell’era Gallardo.
Nahuel Estévez (Spezia)
Estévez è una delle ultime incorporazioni argentine al calcio italiano. È arrivato a Italia dopo l’esperienza con l’ Estudiantes de La Plata. Ma il centrocampista è in realtà ha giocato delle divisioni inferiori del Comunicaciones, una piccola squadra di Buenos Aires che milita nella terza serie (antica B Metropolitana). Estévez debuttò nel 2014, e rimase nel club nigroamarilla per tre stagioni.
Come Dybala, Nahuel non giocò le ultime partite decisive per la promozione di categoria, a causa della sua cessione già accordata. Di conseguenza la sua squadra perse lo spareggio con il Deportivo Riestra, con le finali in questione tristemente ricordate per altri motici scandalosi (ma questa è un’altra storia).
Lisandro Magallán (Crotone)
L’ex difensore del Boca Juniors, che è arrivato al Crotone e proveniente dall’ Alavés spagnolo, ha disputato una stagione nella B Nacional. È stata tra 2011 e il 2012, quando il Gimnasia y Esgrima de La Plata, squadra dove si formò come professionista, scese dalla A. In quel campionato, Magallán giocò 21 partite che gli valsero la ‘promozione’ al Boca.
Magallán ha un altro vincolo con l’ascenso: il suo fratello, Ramiro, è arbitro nella Primera C, e quando Lisandro giocava al Boca era facile vederlo negli stadi dove lui dirigeva. In questo momento, Ramiro Magallán è anche un riferimento importante a livello sanitario, dato che, oltre ad essere un arbitro, è anche un medico apprezzato.
di Mariano Perusso
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