Il River si aggiudica la edizione 2019 della Supercopa argentina ‘triturando’ il Racing Club. E’ festa per Gallardo e squadra che conquistano la seconda Supercopa consecutiva.
SOLO RIVER. Un River devastante conquista la Supercopa Argentina a Santiago del Estero vincendo contro il Racing Club con un risultato roboante: 5-0. Il miglior River della stagione asfalta l’Acade meritatamente e senza appello. E’ troppo grande la differenza delle due squadre e il risultato finale è la perfetta sintesi dell’attualità dei due equipos. Il River è un gruppo ai vertici del futbol sudamericano, il Racing è all’ennesima rifondazione interna. Resta la curiosità di sapere come sarebbe andata con Beccacece ancora in panchina, curiosità che però lascia il tempo che trova.
Gallardo si dimostra ancora una volta affamato di gloria e di coppe nonostante i numerosi trofei in vetrina. E’ lui per primo che trasmette e propaga l’influsso del vincente nello spogliatoio del Millonario, con i giocatori che ne rimangono spiritualmente inebriati. il River stanotte è stata un’altra cosa, ha giocato un altro sport, dimostrando grande spirito di abnegazione e una superiorità tecnica troppo schiacciante. L’Academia dal canto suo ci ha creduto e ci ha provato almeno per 15 minuti, ma poi è scomparsa troppo presto.
MALE RACING Si sapeva che la Banda era favorita per la conquista della Copa, ma certo ci si aspettava un qualcosa di più dal Racing, un segnale, uno step, una sorta di maturità. Invece si dovrà ricominciare a costruire di nuovo da zero, sperando che questo papelón non faccia troppi danni nel gruppo. Bisognerà anche capire se il club vorrà confermare Pizzi, già in bilico nei giorni scorsi. E’ la triste realtà di un Academia che probabilmente con la partita di oggi tocca il fondo. Perdere una finale con cinque gol di scarto è certamente umiliante e non aiuta il processo di crescita iniziato con il nuovo Dt.
LA PARTITA. Subito il River prende le redini della gara impegnando i guantoni di Arias (in campo sotto infiltrazioni) prima con Mati Suarez, dopo una buona giocata collettiva, e dopo con De La Cruz che spara alto da buona posizione. Di lì a poco arriverà il gol meritato di Borré che di testa sfrutterà un buon angolo calciato dallo stesso uruguayo, che cambia la storia della partita.
Il Racing ha una reazione di orgoglio e semina il panico in area con Nery Dominguez ma incontra la ‘manona’ provvidenziale del pulpo Armani. E’ il miglior momento dell’Academia che spinge e sfiora nuovamente il pareggio con il palo di Chancalay ad Armani battuto. Si dimostrerà essere questa l’occasione più pericolosa della squadra di Pizzi. Di fatto però terminerà qui la partita effettiva del Racing che dopo soli 15 minuti abbandonerà il campo.
Nel secondo tempo ci sono da annotare 45 minuti da manuale per la Banda, che pressa, palleggia, si diverte e in contropiede dimostra tutta la sua devastazione. Enzo Perez è il profe e inizia a insegnare futbol dalla sua cattedra a centrocampo nonostante le ormai 35 primavere. Il River dilaga. Julian Alvarez (entrato al posto di Borré) finalizza con un gran gol dopo una serpentina maradoniana di Enzo, poi è il turno di De La Cruz che si mette in proprio e triplica il bottino quasi industurbato. Sono quattro minuti di inferno per l’Acade che a ogni folata avversaria sprofonda sempre più nell’umiliazione. Il quinto è un’autogol di Miranda, che nega di fatto un golazo a Mati Suarez.
Il Millo non si ferma, arriverà anche la quinta rete di Suarez che dopo l’assist di Alvarez potrà, questa volta sì, gridare di gioia. Troppo River per il Racing, troppo distanti le due realtà. La verità e la speranza dei tifosi millonarios è che probabilmente il River sta iniziando a ingranare verso una stagione che si prospetta possa davvero essere piena di soddisfazione, con una panchina lunga di qualità, grazie ai nuovi acquisti e ai pibes, che sotto l’ala protettiva di Marcelo, cresceranno bene.
Arriva dunque un nuovo titolo a Nunez, il dodicesimo sotto la favolosa gestione Gallardo, che dopo il digiuno nel 2020 torna a rivincere trofei. E’ anche il trionfo che permette al River Plate di ‘staccare’ il Boca nella speciale classifica di titolo nazionali vinti.
Vittoria ineccepibile, inoppugnabile, naturale conseguenza di un lavoro iniziato sette anni fa e che non accenna a fermarsi. E allora forse aveva ragione il centrale difensivo Racing Pillud qualche giorno fa, quando intervistato aveva il coraggio di ammettere la nuda realtà: “Oggi non possiamo competere con il River, il River è un passo troppo avanti rispetto a noi”. Pura verdad.
LE VOCI. L’allenatore Pizzi a fine gara ammette le colpe: “Per quanto riguarda il mio futuro, sono convinto che questo progetto sia appena iniziato. Dobbiamo lavorare ancora molto e la mia mente, dopo il dolore di perdere questa finale, si concentrerà sulla partita di lunedì. Cercheremo di cambiare rapidamente atteggiamento, sono io il massimo responsabile “
Grande gioia per il vincitore Gallardo: “Dicono che le finali devono essere vinte a priori, ma sono molto più contento quando lo facciamo giocando come una squadra. Negli spogliatoi ho detto ai giocatori che ci sono momenti in cui bisogna tener conto cosa questa maglia rappresenta per la gente. Quello che abbiamo vissuto dall’hotel allo stadio è stato molto emozionante. Le persone non abituate a vedere il River (a Santiago del Estero ndr), sono andate davanti alla porta di casa loro, solo per vedere passare l’autobus. Gli ho promesso che giocavamo per loro.” Promessa mantenuta.
Fa specie che il Muñeco dopo tanta gloria si emozioni ancora. E’ questo forse il vero trionfo del River, lo spirito vincente immortale di Gallardo.
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