Nell’ultima intervista rilasciata a TyC Sports Carlos Tevez ha fatto il punto della situazione: tra il passato in Europa, la maglia della nazionale e la voglia di continuare al Boca.
Tevez sta vivendo un periodo abbastanza complicato dal punto di vista privato dato che suo padre, Segundo, è ricoverato per problemi di salute dovuti al Covid e a patologie pregresse.
Tevez: “Mio padre è quello che mi ha spinto a tornare al Boca e adesso continua a lottare per vedermi con questa maglia. Nonostante quello che dicono i medici non ha intenzione di lasciarsi andare. Lui è il mio più grande esempio, quando ero piccolo mi ha preso come se fossi il suo vero figlio, non ha mai fatto differenze tra me e il Chueco, suo figlio. Comprava qualcosa per me e io qualcosa per lui. Non ha mai avuto problemi a dirmi la verità su chi fosse mio padre e mi ha sempre spronato a giocare a calcio. Nonostante tutto questo è anche stato quello che portava avanti la famiglia senza mai volere aiuti, è il motore della famiglia e anche in questa situazione ci mostra come va vissuta la vita”.
Parlando del passato l’Apache ha ripercorso le sue tappe in Brasile, Inghilterra, Italia e Cina.
Tyc: “Com’è stato il tuo periodo al Corinthians?”
Tevez: “Quando sono arrivato in Brasile non è stato facile. Fui comprato come un top player e avevo un ingaggio molto alto. Era come stare in carcere e dovevo farmi rispettare in quanto argentino”.
Tyc: “E invece, l’avventura al West Ham?”
Tevez: “E’ stato difficile perché all’inizio io e Mascherano giocavamo poco anche perché non capivamo la lingua, guardavamo le partite dalla tribuna e soffrivamo. Ci salvammo all’ultima giornata contro lo United”.
Tyc: “Però nel 2012 arrivò il titolo con il Manchester City”
Tevez: “Mi chiamò Mancini per tornare. Mi sono rimesso in forma e all’esordio ho fatto tre gol però all’ultima giornata sembra che il titolo ci scappasse di mano ma fortunatamente il Kun segnò e tutto andò a posto. E’ stato folle, la gente è entrata in campo per festeggiare prima che la partita finisse”.
Tyc: “Quando te ne sei andato dalla Cina i tifosi hanno sofferto molto, cosa vorresti dirgli oggi?”
Tevez: “Quando sono andato via dalla Cina i tifosi si sono sentiti delusi. Magari non me lo dicono, mi chiedono foto e autografi come se non me ne fossi mai andato”.
Ritornando tra i confini nazionali
Tyc: “Gallardo potrebbe un giorno allenare la nazionale?”
Tevez: “Oggi è difficile perché Scaloni sta facendo molto bene. Penso che prima o poi Gallardo sarà lì, chi dovrà decidere lo terrà sicuramente in considerazione”.
Tyc: “Qual è la tua relazione con Riquelme e cosa ti chiede”
Tevez: “Ci troviamo molto bene. Mi aiuta con il fatto di mio padre, è a mia disposizione. Parliamo sempre dopo le partite. Mi ricorda sempre che devo vincere la Libertadores”.
Tyc: “Da lui hai ereditato la maglia numero 10, cosa significa per te portare quel numero?”
Tevez: “E’ una maglia importante, la maglia di Maradona, Riquelme, Rojitas, non la può usare chiunque. Quando me ne andrò dovranno dargli più valore. Alla Juventus non volevano darmela perché la usò Del Piero, è questo ciò che da valore agli idoli”.
Tyc: “Quanto è importante per te la Copa Diego Maradona?”
Tevez: “La Coppa Maradona vale tanto, tutti la volevano vincere, noi lo abbiamo fatto e gli altri dicono ora che vale poco”.
Tyc: “Cosa hai sentito quando sei andato sulla palla per tirare il rigore contro il Banfield?”
Tevez: “Ero tranquillo e dovevo dare l’esempio ai miei compagni che erano arrabbiati con l’arbitro. Ho guardato il portiere e sapevo che avrebbe aspettato a tuffarsi”.
Tyc: “In che posizione preferisci giocare?”
Tevez: “Mi sento a mio agio se posso svariare sul campo con un compagno che mi da supporto. Prima ero più giovane ed era diverso, Russo lo sa e cerca di aiutarmi”.
Sul mercato e sul suo rapporto con il consiglio del calcio ha voluto riferirsi al trasferimento di Pol Fernandez in questi termini:
Tevez: “Pol era molto importante, abbiamo perso molto da quando ci ha lasciato, era il nostro metronomo a centrocampo. Come spogliatoio lo abbiamo sempre appoggiato”
Tyc: “Cosa ne pensi dell’acquisto di Marcos Rojo al Boca?”
Tevez: “Non ci ho parlato ma lo conoscono da quando eravamo più piccoli. Se dovesse arrivare sarebbe il benvenuto”.
Tyc: “A proposito di mercato, come ti trovi la con la dirigenza?”
Tevez: “Io voglio giocare, mi impegno e faccio quello che mi chiedono. Il consiglio del calcio sa che sono disponibile se ne hanno bisogno, ma non parliamo molto. Della squadra si occupa Russo, io voglio dare il mio contributo e non rivangare cose brutte dal passato”.
Tyc: “Sei il leader della squadra, come ti trovi a ricoprire questa carica?”
Tevez: “Devi essere attento ai dettagli. Quando le cose vanno male devi sapere chi rimproverare e chi no, prima usavano gli schiaffi ma questa è un’altra generazione”.
Tyc: “Qual è il vincolo che ti lega al Boca?”
Tevez: “Voglio rimanere nella storia del club. Sono l’ultimo idolo della generazione dorata, posso trasmettere ciò che significa giocare nel Boca”.
Arrivando alle note dolenti, l’eliminazione dalla Libertadores e la sua storia nella manifestazione.
Tyc: “Cosa avete provato dopo la partita contro il Santos?”
Tevez: “L’eliminazione ci ha fatto malissimo. Non riuscivamo a guardarci in faccia, eravamo distrutti”.
Tyc: “Cos’è successo nello spogliatoio?”
Tevez: “Dopo la partita contro l’Internacional ci eravamo ripromessi di non giocare così male ma con il Santos è successo, lì si è rotto qualcosa”.
Tyc: “Qualcosa che cambieresti nella tua esperienza nella Libertadores?”
Tevez: “Se potessi cambiare qualcosa sarebbe l’eliminazione del 2016 contro l’Independiente del Valle, eravamo vicini alla finale e non siamo stati bravi ad arrivare fino in fondo”.
Tyc: “E’ tanto che il Boca non vince un titolo internazionale, come ti relazione con questa astinenza?”
Tevez: “Quando sei nel Boca non basta vincere in Argentina. Manca sempre qualcosa per soddisfare i tifosi e dovremo fare qualcosa di diverso per vincere la Libertadores”.
Tyc: “Qual’è stato il gol che ha festeggiato di più nella tua carriera?”
Tevez: “Quello contro il River nella semifinale della Libertadores 2004”
Tyc: “L’esperienza ti aiuta a sopportare le eliminazioni?”
Tevez: “E’ stato difficilissimo digerire l’eliminazione del 2016, adesso prendo tutto con più tranquillità”.
Tyc: “La Libertadores è un’ossessione?”
Tevez: “Se ne vinco un’altra sarò tra i più grandi”.
In nazionale Tevez è stato allenato dal più grande, Diego Armando Maradona, lo ha ricordato con queste parole.
Tyc: “Come dovrebbe essere omaggiato Maradona dal Boca?”
Tevez: “Mi piacerebbe che Maradona fosse ricordato anche sulla maglia del Boca”.
Tyc: “Cosa è successo quando Diego ha lasciato la nazionale?”
Tevez: “Quando se ne andò ebbi un duro confronto con Grondona, mi aveva mentito. Diego doveva rimanere e lo avevano esonerato”.
Tyc: “Un ricordo di Maradona?”
Tevez: “E’ stato emozionante vincere la prima Coppa che porta il suo nome. Ho pensato ai tifosi e a lui. Sicuramente sarà stato contento”.
Tyc: “Messi potrebbe lasciare il Barcellona, dove lo vedresti bene?”
Tevez: “Non me lo immagino con nessun altra maglia”.
Sempre riferendosi alla Pulga l’Apache ha parlato dell’assenza del Mondiale dalla bacheca del Diez.
Tevez: “E’ quello che soffre di più per non aver vinto un Mondiale, lo conoscono e so cosa sente per la maglia della Selección”.
Parlando del futuro, Tevez ha detto: “Io so già che quando mi ritiro sarà dura. Ho sempre giocato a calcio sin da quando ho ricordi, lasciare il calcio sarà come nascere di nuovo. Non penso in ciò che succederà dopo, se riposerò uno o due anni. Farò quello che mi sento e mi preparerò a fare quello che deciderò”.
di Niccolò Frangipani
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