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Nel Estadio Bicentenario di San Juan, Boca Juniors e Banfield scendono in campo nella finalissima della Copa Diego Maradona.

Diversi umori animeranno questa notte le due squadre finaliste: il Boca deve voltare pagina al più presto e dimenticare la dolorosa eliminazione dalla Copa Libertadores di qualche giorno fa; il Banfield deve solamente giocare una delle qualsiasi ultime dieci partite per accedere alla prossima Copa Libertadores dalla porta principale, a conclusione di questo semestre fantastico di Copa Maradona.

Molti saranno i fattori che incideranno su questa finalissima, non ultimo, i giorni di riposo. Il Taladro arriva a questo appuntamento dopo una settimana abbondante di allenamenti specifici mirati a questa finale; il Boca ha giocato in Brasile appena mercoledì scorso, bisognerà recuperare in fretta la condizione fisica e mentale per approcciare al meglio l’insidiosa partita dopo la depressione post Obsesion.

Meglio di così non potrebbe arrivare a questa partita il Banfield, che sta andando col vento in poppa in questa ripresa del futbol argentino. Tutto merito dell’encomiabile lavoro del dt Sanguinetti che nella normalità quotidiana, senza troppi clamori, ha saputo integrare in prima squadra un’intera nuova generazione dal futuro promettente, tutta proveniente dalla cantera, dal quel vivaio dove le compagini argentine devono per forza coltivare per sopravvivere alla drammatica crisi economica. Programmazione, coraggio e umiltà stanno riportando l’entusiasmo al Florencio Sola, grazie a giocatori determinanti come Bravo, Galoppo, Fontana, Cuero e Urzi, rappresentanti più virtuosi di una rivoluzione quanto mai silenziosa.

Tutt’altro clima al Boca dopo il nuovo spargimento di sangue in Libertadores, che ha lasciato più di qualche malumore tra i tifosi dopo la sconcertante mancanza di attaccamento alla maglia vista col Santos. La parola d’ordine è perentoria dai piani alti di Bradsen 805: vincere.

La mancanza di un centravanti che faccia davvero la differenza e le mancate alternative sulle fascie laterali sono un problema che il club si porta avanti da tempo. E quando sarebbe disponibile Abila, l’unico centravanti ‘presentabile’, il Dt cambia i piani e gli preferisce quel Soldano, a tutt’oggi oggetto misterioso. Come se non bastasse Tevez sta vivendo una delle prove più dure della sua vita a fianco di suo padre, in precarie condizioni di salute.

C’è da resettare la testa al più presto e concentrarsi su quest’impegno. Non sarà di certo la Libertadores ma è pur sempre una Copa importante da aggiungere in bacheca, per giunta, intitolata a Diego Maradona, un idolo simbolo del pueblo bosteros considerando il legame indissolubile esistente. Bisognerà considerare anche l’approccio del Boca alle finali, a dir poco deludenti. La controprova della necessità xeneize di vincere a tutti i costo è porgersi la domanda al contrario: cosa succederebbe se il Boca Juniors non riuscisse a conquistare nenche la Copa di Lega?

Due stati d’animo del tutto differenti si incontreranno questa notte alle 02:10 ora italiana per sollevare l’ultimo trofeo del 2020. I bookmakers danno favorito il Boca per la vittoria finale, ed è giusto che sia così considerando il valore tecnico, ma per la vittoria finale conteranno la fame e le motivazioni per riuscire a sollevare quella Copa, dal nome un pò troppo ingombrante per farsela sfuggire.


calcioargentino.it

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