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Il Gimnasia si illude per 92 minuti e l’Estudiantes la riacciuffa al 93′. Finisce 1-1 l’attesissimo 189° Clásico di la Plata che non risparmia colpi di scena ed emozioni fino all’ultimo secondo. Dopo un ‘recibimiento‘ tra fumogeni e fuochi d’artificio, durato circa dieci minuti, le due squadre giocano a viso aperto senza troppe inibizioni, scaldando i quasi 35.000 tifosi accorsi per l’occasione. Si parte con le occasioni di Hurtado e successivamente di Arzamendia che fanno sussultare il Bosque già nei primi minuti di partita, fino ad arrivare al 32′ con la svolta tanto attesa: il tiro di Castro è fermato sulla linea da Santiago Núñez, ma poi viene messo in rete dallo stesso Pato sulla successiva ribattuta. Lo stadio si incendia per il vantaggio del Lobo che inevitabilmente cambia il corso della Clasicisima.

L’Estudiantes non si scoraggia e prima della fine della prima frazione avrebbe la possibilità di pareggiarla con un missile di Carrillo, ma il portiere Insfrán salva. Occasione pincha anche in apertura della ripresa con una clamorosa traversa imbeccata da Cetré, confermando che la seconda parte di gara sarà nettamente di marca Estudiantes. Il Gimnasia è schiacciato nella propria metà campo alla strenua difesa del vantaggio e non riesce più ad uscire per impensierire il portiere Mansilla. Ma i minuti passano e quando sembra che davvero il Lobo possa tornare a vincere un Clásico dopo venticinque anni, ecco l’attaccante Carrillo che al terzo minuto di recupero mette al centro una palla trovando Gimenez, per il più facile dei gol. Uno a uno al novantatreesimo: el Bosque reggela mentre el Léon esulta per aver salvato l’onore proprio nei titoli di coda. Le emozioni di un Clásico sono soprattutto queste.

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