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È l’allenatore più vincente di tutta la storia del futbol argentino, ha appena riscritto la storia (anche) contro il Brasile ma lui rimane sempre lo stesso. È Scaloni, il più tranquillo, composto e pacifico degli argentini. E terribilmente lucido. Nella conferenza stampa post partita, pochi minuti dopo la noche perfecta, appare come avesse appena battuto le isole Fiji: umile e imperscrutabile. “È stata una vittoria di squadra, perché abbiamo giocato come gruppo ed è per questo motivo che abbiamo minimizzato il Brasile. È l’unico modo per battere questi giocatori. Penso che abbiamo giocato grandi partite e la cosa importante è saper interpretare ciascuna di esse. Ci saranno partite in cui soffriremo e altre in cui soffriremo meno: dobbiamo dimostrare di essere in grado di giocare in circostanze diverse. Questa continuità di risultati fa piacere a tutti, non ci nascondiamo. Non si può sapere quanto durerà, l’importante è che i tifosi si godino il momento. Spero che duri il più a lungo possibile, ci proveremo. È difficile mettere pressione a una squadra così tecnica. La chiave è stata segnare velocemente il gol, questo li ha aiutati ad aprirsi un po’ di più“.

“Siamo riusciti a occupare meglio gli spazi, soprattutto con questo tipo di giocatori, che si stanno adattando tutti molto bene. Ci sono ancora cose da fare e tante cose possono succedere. La verità è che ho dei giocatori incredibili, fortissimi. Non so quale sia la squadra titolare. Per un allenatore è stimolante ma è comunque un problema, perché vedi giocatori giovani che possono contribuire e tu dici ‘come faccio a inserirli?”

“Le dichiarazioni di Raphinha?” (aveva previsto una goleada del Brasile). “Non entro nelle dichiarazioni degli altri. Capisco la situazione, è un Brasile-Argentina e non è necessario fare dichiarazioni perché la partita sia caliente. Capisco Raphinha perché so che non l’ha fatto apposta. L’Argentina con o senza dichiarazioni ha preparato al meglio la sua partita. Il Mondiale? Non ci penso, manca ancora molto, ci sono tante cose da fare e possono succedere tante cose. Vediamo di convocazione in convocazione. Messi? Oggi dobbiamo lasciarlo in pace. Se verrà al Mondiale non lo so e non lo voglio sapere oggi. Ma..come faccio a non aspettarlo? Si deciderà a tempo debito, non facciamolo impazzire”.

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Libertadores