
Fiesta total en Parque Patricios. Dopo più di tre anni l’Huracán torna a conquistare il Clásico del Barrio, convincendo dal primo minuto al fischio finale. Dopo un recibiminento da piel de galina in un Palacio Ducó per l’occasione tutto esaurito, la squadra di Kudelka interpreta con maggior coraggio la clasicisima mettendo subito alle strette i cugini. E già al 12′, sugli sviluppi di un calcio di punizione il Globo si porta in vantaggio grazie a un cabezazo di Fabio Pereyra, abile ad anticipare l’intera difesa azulgrana e a festeggiare assieme alle riserve della panchina, nel frattempo ‘catapultate’ in campo. Il Palacio Ducó si infiamma e ora il San Lorenzo inizia a reagire, andando anche ad un passo dal pari con Alexis Cuello che con un colpo di testa colpisce la base del palo a portiere battuto oltre all’occasione favorevole di Malcom Braida, che spara alto da appena dentro l’area.
Nella ripresa ci si aspetta un’ulteriore reazione del Ciclón, ma invece è ancora l’Huracán che ha la gestione della palla, creando i maggiori pericoli al portiere cuervo Gill. Con l’ingresso di Wanchope Abila aumenta lo speso specifico in avanti e proprio l’ex attaccante Boca avrebbe l’occasione per spingere in rete da pochi passi a porta vuota. Ma el gordito è in leggero ritardo e l’appuntamento con il gol è rimandato di pochi minuti: verticalizzazione intelligente di Emmanuel Ojeda per l’ex di turno Ezequiel Herrera che solo davanti a Gill lo trafigge con un diagonale sul secondo palo. È il delirio. A fine gara l’Huracán celebra giustamente con la sua gente il ritorno al successo contro l’acerrimo rivale con la classica hit ‘un minuto de silencio’. Per il San Lorenzo è invece un passo indietro rispetto alle ultime uscite, non riuscendo a sfatare anche la maledizione che vede il club di Boedo vincitore di un solo clásico negli ultimi 14 anni.