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2a parte

ll 17 Agosto Blanco rompe definitivamente con l’ambiente del Racing rilasciando in televisione una dichiarazione che rappresenta il Rubicone della sua presidenza: “per il tifoso nelle fasi complicate era difficile indossare la maglia del Racing che oggi indossa con orgoglio”.
Scoppia l’ira dei tifosi, sui social e nelle strade, che non perdonano al Presidente una dichiarazione ritenuta infamante per un popolo che vive in simbiosi col club e che lo ha difeso e protetto, anche economicamente, nei momenti più bui della sua gloriosa e ultracentenaria storia, oltre a riempire abitualmente il Cilindro quando il Racing gioca in casa, regalando all’Argentina e al mondo il settimanale spettacolo della Guardia Imperial che accoglie la squadra all’ingresso in campo.

Ai tifosi si aggiungono anche ex giocatori come calciatori Ezequiel Videla e Lamadrid che sebbene abbiano hanno vissuto alcuni dei momenti più difficili del Racing Club hanno postato con orgoglio foto con addosso la maglia albiceleste in quei complicatissimi frangenti. Le cose peggiorarono ulteriormente il 21 settembre in seguito alla sconfitta patita dal Godoy Cruz che di fatto pose fine alla stagione. A quel punto, infatti, il Racing Club era fuori dalla coppa nazionale, fuori dalla
Libertadores e fuori da ogni discorso per il titolo in campionato.

Il 3 ottobre è defintivamente guerra tra il popolo del Racing e il presidente Blanco quando nella partita che vedeva ospite l’Estudiantes all’Estadio Peron, il pubblico tributa a Milito, presente allo stadio, una lunghissima standing ovation Victor Blanco ancora una volta dimostra di avere sempre un asso nella manica e per cercare di salvare il salvabile ribalta il Club. Chiama alla guida della squadra il giovane Fernando Gago e allontana l’odiatissimo Adrián Fernández, ritenuto apertamente dai tifosi il principale artefice dell’allontanamento di Milito sfruttando un diverbio via social tra il figlio di Fernández e Miguel Gomis, storico e amatissimo direttore delle giovanili.

Dal punto di vista sportivo l’esperimento Gago paga dividendi importanti anche grazie al ritorno di Gabriel Hauce dopo quasi dieci anni e ad un nuovo corso tecnico che si dimostra all’altezza della situazione. Nonostante i buoni risultati Blanco resta nel centro del mirino dei tifosi che questa volta gli contestano i troppo giocatori a fine carriera acquistati e il troppo talento fatto andare via senza adeguati sostituti. I toni tra l’ambiente e Blanco si inaspriscono quando, in seguito a un verdetto dell’APREVIDE dopo una rissa tra le barras bravas del Racing, il Club sceglie di disputare una partita senza pubblico. L’affronto è imperdonabile e la pressione dei tifosi si fa così forte che alla fine la partita si gioca col pubblico ma è chiaro che il conflitto non può avere soluzione.

Curioso anche il caso di Matias Rojas che, fischiato dal pubblico dopo un rigore sbagliato e un contratto non rinnovato in scadenza, è stato sorpreso a dire, dall’impietosa ripresa televisiva, che i tifosi avrebbero fatto meglio a fischiare il Presidente invece che lui, come a dire che quel mancato rinnovo non dipendeva dal giocatore. Qualche giorno dopo Blanco, sollecitato sulla questione e senza alcuna intenzione di costruire, anche solo a parole, un ponte tra se stesso e un ambiente ormai totalmente ostile si è limitato a dire che: “il club è al di sopra di qualsiasi giocatore“.

Arriva così settembre 2023 quando anche Gago, nonostante il Trofeo de Campeones e la Supercopa Internacional vinte nel 2022, viene travolto da un ambiente che ormai non ne può più. Il Racing viene travolta dal modesto Huracán in Copa Argentina per 5-3 e il Cilindro esplode nella constestazione contro Blanco, Gago stesso e Capria, ritenuto non all’altezza del suo predecessore e un uomo del presidente più che del Club. La situazione è tragica e mentre Grazzini e Videla prendono l’incarico ad interim della direzione tecnica, le cose peggiorano ulteriormente. Da un lato si vara un più che mai necessario piano di ammodernamento dello stadio che lo porterà ad essere nella rosa dei candidati per ospitare le partite del mondiale 2030, ma dall’altra l’acquisto definitivo del contestatissimo Maxi Romero e la sconfitta col Rosario Central in Copa de la Liga che lascia il Racing senza alcun traguardo da raggiungere fanno scoppiare un’altra durissima contestazione verso Blanco e i suoi.

Grazzini e Videla a quel punto si dimettono e pochi giorni dopo anche Capria, sommerso dalle critiche e dagli attacchi, lascia il Racing Club. L’ultima spiaggia di Blanco è stata chiamare Gustavo Costas alla guida della squadra affidandogli anche il ruolo di Direttore Sportivo. Costas, figlio dilettissimo di Avellaneda per il suo passato da giocatore e quello da allenatore, sta spendendo il proprio enorme credito personale e non c’è dubbio che abbia il pieno supporto del suo popolo. Questo anche grazie ai buonissimi giocatori che ha portato al Predio Tita. Sebbene i risultati fino ad ora siano soddisfacenti, Blanco non ha chance di vincere le prossime elezioni.

I Soci, arrivati a 90.000, picco massimo della storia del Racing, non vedono l’ora di acclamare Diego Alberto Milito come nuovo presidente del club. Dal canto suo Milito nel documento che ha condiviso tramite i propri canali social ha già messo a fuoco dei punti chiave di quella che sarebbe la sua presidenza se venisse eletto. Il campione argentino ha dichiarato che il Racing deve rimanere un’associazione civile senza scopo di lucro, schierandosi così contro il progetto del Presidente Milei di introdurre la forma della Sociedad Anonima Deportiva nel calcio professionistico argentino e si è palesemente schierato contro la gestione Blanco dicendo di sognare e voler lavorare per un club che abbia uno stadio non fatiscente, che non sia ostaggio di decisioni e processi lontani dalla gente e poco trasparenti. Altra stilettata a Blanco è il richiamo alle tante promesse vuote di riforma del club.

La vittoria di Milito sembra una mera formalità e se sarà eletto presidente dovrà essere all’altezza di un’eredità pesante come quella che uno dei presidenti più vincenti di sempre inevitabilmente lascia. Milito ha già dimostrato di saperci fare e di amare il Racing Club e sa di poter contare su un amore altrettanto grande che è quello che l’hinchas de Racing nutre per il suo più grande idolo dei tempi recenti.

2 – continua

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