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Prima di tutto, una considerazione personale: il ritorno in attività di calcioargentino.it mi rende felice ed è un piacere per me poter contribuire a questo spazio di appassionati di fútbol.

Detto ciò, dov’eravamo rimasti? È successo un po’ di tutto in questa pausa Nazionali. L’Argentina è partita bene, con la vittoria rotonda sul Cile al Monumental, in una serata dove la partita è stata solo il contorno del vero evento, ovvero il saluto ad Ángel Di María: il Fideo, che pure ha rimandato tante volte questo momento, si è preso i meritati onori dopo aver messo la parola “fine” alla sua carriera con la Albiceleste. Per la Selección ha sacrificato quasi tutto, arrivando addirittura a rompere con il Real Madrid che voleva rimanesse in tribuna nella finale del Mondiale 2014 onde evitare di aggravare il suo infortunio. Un viaggio tortuoso, tormentato, costantemente in salita, ma che negli ultimi anni l’ha ampiamente ripagato di tutti gli sforzi fatti.

Il clima di festa è stato parzialmente rovinato dalla seconda partita, la trasferta in Colombia dove, ed è una rarità, l’Argentina ha subito una sconfitta. Certo, la consolazione per il Cafeteros è limitata e di sicuro avrebbero preferito vincere nell’ultimo precedente, ovvero la finale di Copa América, ma gli uomini di Scaloni non l’hanno certo presa con filosofia: d’altronde, quando perdi così poco, ti disabitui alla sensazione. E allora può capitare che anche uno come Dibu Martínez, che sulle provocazioni e la gestione della pressione ha costruito i recenti fasti della sua carriera, perda per un attimo la testa e se la prenda con un cameraman un po’ troppo “curioso” che cercava di coglierne l’espressione da vicino al termine della partita.

Certo, una sconfitta non compromette il percorso della Albiceleste verso Canada-Messico-USA 2026, ma è bastata per sollevare la cornetta del metaforico telefono rosso che, invece di collegare la Casa Bianca col Cremlino, collega Buenos Aires con Miami: al prossimo giro di convocazioni il n°10 tornerà sulle spalle di Leo Messi.

Nel frattempo, il fútbol argentino ci regalava una delle pagine più surreali degli ultimi anni a margine dell’ottavo di finale di Copa Argentina tra Boca Juniors e Talleres, finito con la vittoria ai rigori degli Xeneizes. Una summa di tutto ciò che può andare storto in una partita sudamericana: l’errore arbitrale (senza VAR), il faccia a faccia per niente amichevole tra il presidente della T, Andrés Fassi, e l’arbitro, Andrés Merlos, col direttore di gara che accusa i bodyguard del presidente di averlo minacciato con delle armi, mentre un video sembrerebbe deporre a sfavore del direttore di gara mostrandolo colpire Fassi. Se a questo aggiungiamo i risvolti politici, col presidente del Talleres che ha attaccato frontalmente i vertici AFA e il presidente argentino Javier Milei che lo ha appoggiato pubblicamente, avendo in Fassi un grande alleato sul tema SAD, il quadro è completo e… frizzantino.

Ma in questo weekend torna anche la Liga Profesional, il nostro parco giochi, e abbiamo un sacco di domande a cui vogliamo avere risposta: il Vélez continuerà nel suo miracoloso stato di forma e darà l’assalto decisivo al campionato? Una tra Boca e River, considerando che tra 7 giorni c’è il Superclásico, riuscirà a uscire dal torpore e riavvicinarsi alla vetta? Le retrocessioni rimarranno o verranno tolte ancora una volta e senza preavviso, togliendo significato alla lotta salvezza?

La stagione sta entrando nel vivo e le nostre domande troveranno risposta. Di una cosa sono certo: come sempre, il fútbol argentino saprà sorprenderci. Bentornati su calcioargentino.it

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