Quando un paio di settimane fa ha iniziato a girare la voce che dava Iker Muniain, ex capitano e bandiera dell’Athletic Bilbao,come possibile rinforzo del San Lorenzo, la maggior parte dei tifosi ha pensato che si trattasse di una bufala.
Il giocatore era effettivamente sbarcato a Buenos Aires per coronare il suo sogno di giocare nel campionato argentino, ma era noto a tutti che la sua preferenza fosse quella di farlo nel River, squadra per la quale in passato aveva ammesso una certa simpatia.
Dopo alcuni incontri con i dirigenti e l’allenatore del San Lorenzo, il giocatore basco aveva fatto ritorno a Bilbao con in mano una proposta formale del club di Boedo. Anche in quel caso, quasi tutti pensavano che probabilmente non sarebbe più tornato, dato che aveva ricevuto anche altre proposte da squadre di campionati più ricchi, in particolare Brasile, USA e Arabia Saudita.
La realtà ha però superato l’immaginazione: Iker ha attraversato nuovamente l’Atlantico e, nell’ultimo giorno di mercato, ha firmato un contratto che lo legherà per 16 mesi al Ciclón. Sebbene l’annuncio ufficiale fosse atteso con molta ansia dai tifosi del Ciclón, per moltissimi appassionati di calcio nel mondo è stata una sorpresa totale e in poche ore il San Lorenzo è diventato tendenza sui principali social media.
In Europa è considerato da più parti come “l’affare più romantico dell’estate” o “il colpo più importante del mercato sudamericano”. Ovviamente i più contenti sono stati i tifosi azulgrana anche perché lo stesso Muniain ha dichiarato che uno dei motivi determinanti della sua scelta è stata proprio la passione e il senso di appartenenza con cui los cuervos vivono ogni partita e ogni momento della loro vita.
Muniain ha ribadito il concetto anche nella conferenza stampa di presentazione:
“En un momento pensé en el River Plate, pero cuando vi que hicieron plateas las populares y que la mayor diversión era comer palomitas mientras hacían tik tok decidí que no. Ahí fue cuando vi videos de San Lorenzo y dije ostia, estos tíos están de la cabeza”.
“C’è stato un momento in cui ho pensato al River Plate ma quando ho visto che hanno trasformato le curve in tribune e che la cosa più divertente era mangiare popcorn mentre facevano tik tok, ho deciso di no. È stato allora che ho visto i video del San Lorenzo e ho detto: wow questi ragazzi sono veramente dei pazzi”
Anche a causa di queste dichiarazioni, anticipate già nei primi video di presentazione, tantissimi tifosi dell’Athletic hanno cercato sui social i video della “Hinchada más ingeniosa del mundo” e sono ovviamente rimasti impressionati positivamente dai cori e dal modo di tifare della gente che riempie il Nuevo Gasometro ogni volta che il Ciclón scende in campo. Hanno quindi iniziato a seguire sia gli account del San Lorenzo che quelli dei media correlati e la stessa cosa hanno fatto gli argentini con le pagine dell’Athletic.
Nelle varie discussioni virtuali tra tifosi sono venute fuori anche numerose analogie tra i due club. In primis quella relativa a due giocatori baschi che nella prima metà del secolo scorso hanno fatto la storia del club di Boedo. Stiamo parlando di Angel Zubieta e Isidro Langara. Il primo giocava come centrocampista di destra nel 2-3-5 dell’epoca ed era uno dei leader della squadra campione di Argentina nel 1946 la cui tournée europea è ricordata ancora oggi per aver posto le basi del calcio spagnolo moderno. Zubieta era stato costretto a lasciare il suo Paese a causa della guerra civile e, una volta arrivato a Buenos Aires aveva poi chiamato l’amico Langara a giocare con lui nel San Lorenzo. La leggenda narra che Langara debuttò con la camiseta azulgrana il giorno stesso in cui sbarcò in terra argentina e l’impatto fu subito devastante: 4 gol in meno di 45 minuti nel clásico contro il River Plate.
Altre analogie riguardano il fatto che entrambi i club sono stati “maltrattati” dalle dittature militari nei rispettivi Paesi. Il San Lorenzo, a causa di una dittatura militare, perdette lo storico Gasometro di Avenida La Plata, invece l’Athletic fu costretto dalla dittatura di Franco a cambiare nome da “Athletic Club de Bilbao” a “Atlético de Bilbao” perché era un nome che veniva dall’inglese, e dato che c’era già un Atlético a Madrid (in quegli anni era chiamato Atlético Aviación) la squadra basca veniva comunemente denominata “El Bilbao” per non fare confusione con la squadra della capitale. Per questo motivo i tifosi dell’Athletic sono particolarmente legati al nome ufficiale del club.
Un altro tratto comune che ha aiutato Muniain nella sua scelta, è il fortissimo legame che unisce tanto il San Lorenzo a Boedo quanto l’Athletic all’Euskadi. Il Ciclón sta ancora lottando per riportare lo stadio nel suo quartiere di origine, mentre i biancorossi sono l’unico caso di “squadra-nazione” famosa in tutto il mondo perché tessera nella sua rosa solo giocatori baschi, di origini basche o, in casi particolari, calciatori non baschi ma cresciuti nelle giovanili del club.
Tra le altre cose, camminando tra le strade del barrio in cui è nato il club azulgrana si possono trovare due opere d’arte che collegano i colori di “Euskal Herria” a quelli del Ciclón. I ragazzi del “Grupo Artístico De Boedo” hanno dato spazio alla loro immaginazione realizzando due fantastici murales come omaggio ai due baschi più importanti della storia del club.
Quello che ci auguriamo tutti è che Muniain possa ripetere almeno parzialmente le gesta dei suoi gloriosi compatrioti riportando a Boedo un titolo che manca da ormai troppi anni, guadagnandosi magari un posticino tra i murales di Lángara e Zubieta. Aúpa Iker!