Nessun passo indietro, nessuna autocritica. Il fútbol argentino continua diritto per la sua strada rigettando a priori le polemiche arbitrali delle ultime settimane. La riunione straordinaria del Comitato esecutivo dell’AFA, che doveva far ristabilire il clima di serenità in Primera dopo i clamorosi battibecchi in seguito agli orrori del gruppo arbitrale diretto da Federico Beligoy, si è dimostrata l’ennesima occasione mancata per l’incapacità di ascoltare voci diverse rispetto al pensiero ufficiale della Federazione.
È stata infatti principalmente una seduta ‘teocratica’ e unilaterale da parte del presidente, Chiqui Tapia, che ha bacchettato e rimproverato i 28 presidenti dei club, pretendendo una volta in più il simbolico ‘bacio all’anello’ e la sottomissione dei presidenti all’autorità federale. Non era infatti l’arbitraggio l’argomento del giorno ma la volontà di evitare nuovi scandali capaci di gettare fango al Palazzo. Ebbene, i presidenti saranno ritenuti responsabili delle dichiarazioni di quegli allenatori che avranno il coraggio di schierarsi controcorrente alla linea del regime.
In pratica, l’ennesima occasione perduta, per un confronto e dialogo che a quanto pare nel governo del futbol argentino sembrano essere ancora utopici. L’arrogante dittatura politica interna del Chiqui Tapia continua così senza impedimenti nel silenzio assordante dei membri, che a loro volta accondiscendenti, vogliono continuare a banchettare nella più alta élite di Argentina.