Forti emozioni. Si conclude la settima giornata della Copa de la Liga che ha conquistato l’attenzione mediatica mondiale per la pioggia di Clasicos caduta nell’ultimo fine settimana. Il Racing Club e il Rosario Central fanno felici i propri tifosi vincendo i rispettivi derby addirittura ‘violando’ il campo dei rivali. Pari nel Superclasico come pure nel Clásicos del Barrio e di Cordoba.
7^ giornata
River Plate-Boca Juniors 1-1
Il pari del Superclásico lascia l’amaro in bocca al numeroso popolo millonarios che si illude per oltre un’ora di partita. I primi quindici minuti sono da accademia pura da parte delle Banda: i padroni di casa impongono il loro ritmo e possesso, e sembra davvero che arrivi da un momento all’altro il meritato vantaggio. Nella ripresa, ecco la svolta: Solari illude, Sant’Anna delude. Il pibe reduce dal Torneo Preolimpico, imbeccato da un preciso assist di Enzo Diaz, si ritrova davanti al Chiquito Romero, e sarà sul secondo tentativo ravvicinato che riuscirà a gonfiare la rete e a far esplodere il Monumental. Sembra davvero fatta, ma i cambi effettuati da Demichelis risultano contropruducenti perchè proprio sulla fascia destra il terzino appena entrato (e arrivato dal Defensa y Justicia per la cifre non banale di 3 milioni di dollari) si lascia saltare come un birillo da Blanco, decisivo per l’assist del pari di Medina. Si conclude così, con l’amaro in bocca degli 86.000, una gara che per un’ora il River aveva meritato e che poteva terminare diversamente.
“Ci è rimasta l’amarezza per non essere riusciti ad ottenere quello che cercavamo”, dichiarerà a fine partita Martín Demichelis. “Vogliamo vincere sempre, penso che in questi novanta minuti meritassimo qualcosa in più. Preoccupato no, sono dispiaciuto per non aver vinto. Non c’è molto di cui preoccuparsi, c’è molto da correggere, questo è chiaro”. E poi, tirando una ‘chicaña all’avversario: “il Boca nel finale si è difeso con sette difensori. Se l’avessi fatto io non avrei rispettato la filosofia di questo club, che mi impone di essere sempre offensivo”.
Sarà in definitiva una prova superata per il Boca, che, nonostante le difficoltà inizili, cerca di fraseggiare con i suoi volanti nel tentativo (vano) di arrivare ai terminali offensivi Cavani e Merentiel. La caratteristica che stupisce maggiormente i tifosi xeneizes è che, dopo la sofferenza iniziale, il Boca non fa barricate come suo solito, ma anzi, a cospetto di un ambiente a dir poco ostico, riesce a costruire nella ripresa manovre d’attacco degne di questo termine, tenendo palla e cercando di raggirare la difesa millonaria. Se gli attaccanti si prendono una pausa di riflessione non los esenta dal computo il neo aquisto Blanco, capace di far dimenticare l’amato e partito Barco con una serpentina che poi Medina finalizzerà all’altezza del dischetto del rigore. Il parapiglia a partita conclusa tra il difensore Lema il portiere Armani darà ulteriore conferma di un sentito Superclásico, nonostante l’inusuale correttezza in campo. “Pezzo di cornuto, vigliacco di merda”, e altre gentilezze del genere, per un pò di sapore in più a questa nuova edizione del SuperClasico di Argentina.
Independiente-Racing Club 0-1
Baci ripetuti al rosario e alle immagini sacre: la previa del Dt Gustavo Costas è un continuo affidamento agli affetti più intimi, per chiedere aiuto in vista della grande prova che dovrà affrontare. Superata con merito e con lode, perchè la Academia prende le misura nelle prime battute di gara e poi attraverso i suoi interpreti, suona la sinfonia scritta da Costas nel modo più efficace e sublime che esista. Il Racing compie l’impresa di espugnare il campo degli acerrimi rivali e a conquistare un Clásico che adesso potrebbe cambiare la stagione. È la vittoria del Maravilla Martinez, a segno per la sesta volta in sette partite, ma è anche il trionfo del tecnico Costas che si prende la rivincita depo l’ultimo traumatico precedente del 1999. Lo gioca anche il tecnico, con le sue cavalcate sulla linea laterale e balzelli quando i suoi giocatori devono saltare, risollevando il Racing dopo le poche luci e le molte ombre della conduzione Gago dell’ultima discutibile stagione.
“Lo dicono i numeri, la storia è cambiata tanto, come sono cambiate i due club”, dichiara Costas a fine gara. “L’indipendiente più di vent’anni fa era uno squadrone e noi eravamo quelli piccoli. Non avevamo nemmeno un campo dove allenarci e l’Independiente si allenava in una struttura esemplare. Ho vissuto il periodo peggiore del Racing ma poi ci siamo rialzati e bene. Il mio Clásico? La settimana della previa è stata terribile. Martedì ho vomitato tutta la mattina, ero molto ansioso per quello che avrei di nuovo vissuto ma avevo molta fede. Non immaginavo di rivivere questa esperienza. Ora realizzare tutto questo e vedere l’amore che i tifosi mi rivolgono è bellissimo. Sono felice perché i tifosi sono felici. Il Clásico ti dà la carica, ma non possiamo rilassarci. Queste partite ti aiutano, ma devi tenere i piedi a terra e mantenete l’umiltà di sempre”. Ora il Racing, delle Cinco Grandes, diventa la squadra più credibile per la vittoria del titulo. Con un Maravilla e un Costas così…
L’Independiente dà tutto in campo ma contro una Acadé in versione schiacciasassi non ci può far nulla. Perde il Rojo l’occasione di superare l’esame di maturità e continuare a coltivare sensazioni positive in vista della della seconda metà di semestre. Più che altro, conferma la regola che se passa in svantaggio in casa non recupera più il risultato, come me già avvenuto contro il Gimnasia. Limite caratteriale o tecnico, la sconfitta limita una continuità di risultati tanto invocata dai tifosi e da Tévez stesso, che ammette: “Fa male perdere una partita del genere davanti al tuo pubblico, siamo rammaricati. Non abbiamo giocato bene. Siamo rimasti una squadra lunga, non c’era pressione e per questo sembrava che fossimo in debito di ossigeno”. L’Independiente si lecca le ferite e torna con i piedi per terra dopo le ultime due vittorie consecutive. Ora l’Apache dovrà essere bravo a ricreare quel gruppo capace di essere letale come nelle ultime uscite. In attesa del primo gol del goleador Avalos, migliore in campo dei suoi per abnegazione e dedizione, ma ancora in attesa del prima rete.
Huracán-San Lorenzo 0-0
Un San Lorenzo inguardabile riesce ad uscire indenne dall’arena del Palacio Ducó solamente grazie ai salvataggi sulla linea del provvidenziale difensore Gaston Hernandez. È lui che per due volte consente alla squadra diretta dal Gallego Insúa a non soccombere contro un Huracán, alla vigilia in emergenza ma sull’atto pratico, unica squadra presente in campo. Poche cose positive se non il punto che permette al Ciclón di pensare con meno angustie alla prossima sfida di Copa Argentina.
“È stata una partita equilibrata, molto chiusa, come ce l’aspettavamo’, commenta Insúa. Nel primo tempo siamo stati discontinui e abbiamo fatto fatica a prendere le giuste decisioni. Nel secondo tempo la squadra è stata molto più organizzata, abbiamo giocato meglio ma senza profondità. E alla fine penso che il risultato sia stato giusto”.
Diverse le sensazioni di Walter Coyette, all’esordio come tecnico Huracán “Sono contento dell’impegno dei giocatori. Volevamo vincere ed era chiaro che ci abbiamo provato. Penso che meritassimo un po’ di più. Volevamo rendere felice la gente, però è chiaro che con questo atteggiamento la squadra andrà avanti. C’è una grande squadra e ottimi giocatori. Questa squadra continuerà a crescere”.
Newells-Rosario Central 0-1
Il Central espugna il Parque Independiencia e diventa padrone di Rosario per la terza volta negli ultimi quattro confronti. A far felici los canallas sarà ancora una volta il capitano Malcorra che gelerà il Bielsa e darà il +18 di vantaggio al Central nelle Clasicisime di Rosario. Numeri record anche per il condottiero Miguel Angel Russo, mai sconfitto come allenatore del Central in dodici Clasicos giocati. Increible.
Belgrano-Talleres 2-2
Il Clásico spettacolare si gioca però a Cordoba, dove tra Belgrano e Talleres è una pioggia di gol ed emozioni. Si parte dal vantaggio locale dopo appena 50 secondi, per poi passare dal clamoroso gol di tacco di Botta, annullato per fuorigioco; al pari stratosferico di Sosa; al nuovo vantaggio di pirata, prima, del rigore sbagliato di Bustos. Poi la T pareggerà definitivamente con Martinez, per una partita da cardiopalma!