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È stato presentato ufficialmente il nuovo allenatore del Vélez dopo l’uscita di scena del Cacique Medina. Grande l’entusiasmo nel ‘mundo fortinero’ per il ‘regreso’ di Ricardo Gareca dopo i trionfi ottenuti negli anni 2009-2012. È di fatto un ‘colpazo’ per il club del presidente Sergio Rapisarda.

Finalmente è ufficiale. El Tigre Ricardo Gareca è il nuovo allenatore del Vélez Sarsfield. Grande è l’emozione che si è respirata nella serata di ieri all’Amalfitani in occasione della presentazione come Dt dell’Institución. Dopo aver lasciato il segno a cavallo della prima e seconda decade degli anni duemila, l’ex Ct dell’Ecuador ha accettato la nuova sfida nel suo secondo ciclo da allenatore a Liniers.

“Tornare al Vélez è un qualcosa che riporta alla mente ricordi di ogni tipo, per tutte le emozioni che ho vissuto qui”, esordisce el Tigre in conferenza stampa. “È un onore per me avere l’opportunità di essere di nuovo allenatore di questo club, è una gioia immensa. La verità è che tutta la mia famiglia ne è immensamente felice”.

Ricardo Gareca, già commosso.

SFIDA. “Al Vélez l’asticella è sempre alta, è una grande istituzione vincente e lo dimostra la sua storia. La grande sfida sarà quella di riprendere un percorso vincente, ritrovare la fiducia per rimanere in corsa in campionato. Inserire un’idea di calcio non è mai facile, ma la squadra è nelle condizioni adatte per essere competitiva. Quando mi è stata presentata la possibilità di tornare non ho esitato. C’è sempre stata la voglia di tornare nel mio Paese. Se poi ti chiama il Vélez allora la scelta diventa più facile”.

“Le persone chiederanno sempre di vincere, questo sarà il requisito permanente. Accetto la sfida ma chiedo ai tifosi che il passato sia passato”.

ROSA. “Ci aspetta una grande responsabilità. La rosa mi piace, l’ho vista da fuori e mi ha dato buone sensazioni sotto ogni aspetto. Gianetti? Lo conosco bene, è arrivato quando era un bambino. Heinze l’ha fatto crescere tanto ed è arrivato ad una realtà che tutti conoscono, un giocatore di categoria. Di Pratto dico che per me sarà importante. Oggi ho parlato con lui, voglio vedere il Pratto di 34 anni, non quello di 24enne, perché non tornerà più. Tutti abbiamo un’età ma la qualità non si perde mai. La jerarquía non ti abbandona mai”.

AMARCORD. “Mi piace il Vélez degli anni ’90 con Bianchi allenatore. Storicamente, ha avuto grandi giocatori e uno stile di gioco che piace alla gente. Ma in quel decennio, oltre a giocare bene, ha fatto la differenza l’atteggiamento, la qualità necessaria per un club come questo”.

RESPONSABILITÀ. “In questi giorni ho visto l’affetto della gente, li ringrazio molto. Vivere nel proprio Paese, lavorare qui, con gli amici, con la famiglia… tutto questo mi ha influenzato nella decisione di tornare. Sono più nervoso rispetto al primo periodo perché non voglio deludere nessuno, per questo voglio assicurare che il mio impegno sarà massimo. Passano gli anni ma la volontà di far bene non diminuisce, anzi aumenta. In questo momento di maturità e crescita, mi assumo volentieri le mie responsabilità. Ringrazio il presidente, il direttore sportivo che mi hanno dato questa opportunità. Cercherò di non deludere nessuno”.

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