Si avvicina un nuovo capitolo fondamentale della vita politica del Racing Club. Il prossimo anno andranno in scena le elezioni presidenziali interne più importanti di sempre, che determineranno i successivi quattro anni di governo dell’Academia di Avellaneda.
DIEGO MILITO? E la domanda, da qualche anno, è sempre la stessa: Si candiderà come presidente Diego Milito? Domanda d’obbligo, considerando l’aura leggendaria del personaggio in questione e le divergenze d’intenti -neanche troppo nascoste- del campione verso il direttivo del club. Un nome che aprirebbe nuove porte a livello di visibilità anche al di fuori dell’Argentina, data la popolarità del soggetto in questione. Un salto di qualità, che proietterebbe un club dalle basi antiquate (sue parole) in una ‘dimensione innovativa e progressistica’.
GESTIONE BLANCO. Nella complessa valutazione del contesto in questione c’è da dire che l’Oficialismo nell’ultimo anno ha di nuovo recuperato credibilità, lottando fino all’ultima giornata col Boca per la Primera División 2022 e poi alzando al cielo il Trofeo de Campeónes e la Supercopa Internacional. Coppe che testimoniano l’inizio vincente della Gagoneta, il ciclo tecnico di Fernando Gago sulla panchina dell’Academia, di nuovo in pole position per il titulo di Primera División di questo semestre. Una scelta, quella del Pintita in panchina, frutto dell’intuizione del braccio destro di Blanco, il Ds ‘mago’ Capria, che ha puntato fortemente sulle capacità innovative dell’ex Dt Aldosivi dopo il periodo ‘nefasto’ post Beccacece, personificato nei deludenti Dt Pizzi e Ubeda. Scommessa, che si sta rivelando vincente anche grazie alla società, che guardando al futuro – e non solo sportivo-, ha deciso di aprire il portafogli dopo le remunerative cessioni dei talentini Zaracho, Alcaraz, Copetti, Chancalay, impegnandosi in un progetto ambizioso con le acquisizioni dei vari Maxi Romero, Carbonero, Nardoni, Vecchio, Morales e Guerrero.
Milito dunque avrebbe possibilità di successo? Non scherziamo. La leyenda del Racing Club è sempre nei cuori dei tifosi e il suo nome viene urlato in faccia alla dirigenza ogni qualvolta il club entra in crisi di risultati. La frattura dolorosa dell’uscita di scena nel 2020 non si è ancora sanata e se un giorno Milito si svegliasse e annunciasse la propria candidatura a presidente, avrebbe di fatto già vinto. Una sorta di ‘Riquelme‘ nelle elezioni Boca del 2019, quando l’ultimo Diez stravinse (in qualità di vicepresidente) contro l’oficialismo di Angelici, ottenendo risultati a dir poco clamorosi.
SCACCHI. Saranno determinanti le prossime mosse politiche di Victor Blanco. Eletto per la seconda volta con il consenso plebiscitario del 71,4%, per il terzo mandato la triade Blanco, Chiodini e Jiménez avrebbe bisogno di una riforma dello statuto del club data l’impossibilità di una terza candidatura. Situazione non impossibile da ipotizzare, dato il silenzio dell’Oposicion ‘a causa’ della crescente popolarità del club, il saldo potere in AFA e la nuova stabilità economica.
Ma bisognerà capire in anticipo le mosse del Principe per non entrare in conflitto con un’umiliazione già scritta. Vorrà Diego mettersi in gioco per un’altro stimolante capitolo della sua vita? In caso positivo Milito sarebbe l’unico candidato capace di vincere contro l’attuale potentissimo Blanco. E quale altra migliore occasione di questa per el Príncipe, per non prendersi definitivamente il club amato in questo momento storico favorevole? Naturalmente, dall’altra, bisognerà vedere cosa combinerà sul campo la squadra di Gago in questa stagione. Solo in caso di risultati positivi clamorosi l’oficialismo di Blanco sarebbe automaticamente proiettato nell’olimpo della terza e inedita conferma.
Si preannuncia una combattuta partita a scacchi nei prossimi mesi a venire: a chi l’onore della prima mossa?