Esame superato per la Banda di Nuñez. Il River Plate si riprende dalla sconfitta interna contro l’Arsenal battendo alla Fortaleza il Lanús per 2-0 grazie ai gol di Paradela e Beltrán e sale provvisoriamente in vetta alla Liga. Il Granate dopo quattro vittorie consecutive deve di nuovo soccombere dopo lo scivolone di sette giorni fa ad Avellaneda.
Zero a due ma è stata tutt’altro che gara a senso unico nel catino del Estadio Ciudad de Lanús. Polemiche, colpi di scena continui, risse e interventi Var hanno caratterizzato 105 minuti di pura garra che a tratti ha assunto lo speciale status di ‘Clásico‘.
Il River, che deve fare a meno di Solari e Borja davanti, soffre l’inizio incandescente dei locales ma riesce a passare al 25′ del primo tempo grazie a Paradela, il quale raccoglie un ottimo assist di Milton Casco e fredda il portiere Acosta. Il gol del River non ferma l’azione propositiva del Lanús che impegna più volte Armani, soprattutto nell’intervento prodigioso su conclusione ravvicinata di De la Vega.
Nella ripresa si assiste all’assalto all’arma bianca del Granate, che riesce a ristabilire l’equilibio con un cabezazo imperioso di Lema sugli sviluppi di calcio d’angolo, per la locura dei 30.000 della Fortaleza. Ma ci vogliono sette – lunghissimi- minuti di attesa Var per annullare la rete per posizione avanzata e influente di Canale, che manda in tilt giocatori e pubblico. Ne fa le spese l’incontenibile allenatore Kudelka che viene allontanato dopo il rosso diretto. Il Lanús continua a generare pericolo, ma dopo l’ennesimo miracolo di Armani, il River cinicamente raddoppia con Lucas Beltrán (88′), entrato da poco in campo, sigillando così la preziosa vittoria dell’equipo di Demichelis.
Prima del triplice fischio il Lanús accorcerà per la seconda volta le distanze (Orozco, 90+8), ma ancora inutilmente, dato il nuovo annullamento dell’arbitro Herrera per fuorigioco. Cuore Lanús, testa River; il Millonario riesce a passare nel Sur e a conquistare tre punti preziosi. Bene il carattere e la voglia di vincere, da rivedere però tutto il resto.