Il Superclásico è del Boca. Dopo novantotto minuti di battaglia sul campo la spunta il Xeneize, molto più convincente del River, che fa sua la stracittadina più importante di Argentina. Aliendro termina in ospedale: dovrà operarsi.
Ci si attendevano emozioni e le emozioni non sono di certo mancate. Sul prato della Bombonera il Boca Juniors si impone di misura sul River e fa suo il Superclásico numero 259 nella diciottesima giornata di Primera División. L’equipo di Ibarra riesce ad ottenere il successo contro il più antico rivale in una partita di sofferenza, garra e adrenalina, rilanciandosi in classifica, all’inseguimento del Atlético Tucumán, ora a soli due punti. Il River stecca la partita e fa mea culpa per non aver inciso in novanta minuti di sterilità offensiva.
52.000 tifosi al fischio finale vanno in delirio per una vittoria – in casa e in campionato – aspettata sette lunghi anni. Era infatti il 2015 quando il Vasco Arruabarrena si imponeva contro il primo Millonario di Gallardo. Se allora determinanti furono Pavón e Pablo Perez, il merito ora è tutto di Darío Benedetto, di nuovo in gol dopo la parentesi amara di Libertadores, che fa decadere l’antica maledizione copera e rilancia l’attaccante dopo le recenti polemiche.
E dire che il primo tempo era scivolato tra la noia più totale. Giusto un salvataggio di Agustin Rossi su colpo di testa ravvicinato di Mammana aveva illuso gli amanti del futbol, ma niente più. Gallardo sorprende tutti con le spregiudicate scelte tattiche dell’ultimo minuto (difesa a tre, Quintero e la coppia Mati Suarez/Solari), dimostratesi però infruttuose all’esame reale del campo.
Nella ripresa il Boca appare più ‘operaio’ e la partita inizia a scaldarsi. Sale di intensità la manovra dei padroni di casa che sfiorano il gran gol su staffilata da fuori di Pol Fernandez. Il portiere millonario è però attento nella circostanza a sventare il calcio d’angolo.
Questione di tempo. Al minuto 65 su calcio d’angolo di Ramirez el Pipa sale di testa anticipando Pinola e batte inesorabilmente Armani. E’ il gol che fa venire giù lo stadio per un vantaggio e che si dimostra pesantissimo in questo spezzone di partita. Gallardo cerca cerca di cambiare modulo e giocatori, ma perde per k.o. tecnico Rodrigo Aliendro, appena entrato, a seguito di un colpo fortuito al setto nasale che gli farà terminare la serata in ospedale. Il ragazzo dovrà essere sottoposto a intervento chirurgico utile a ridurre la frattura. A lui i migliori auguri. La sfida diventa ruvida sul piano fisico e l’arbitro Herrera ha il suo bel da fare nel maneggiare i numerosi cartellini gialli.
E il River? Ombra di sè stesso. Spaesato e incapace di rendersi pericoloso, fotocopia dell’Amalfitani in Libertadores, quando il Millo steccò clamorosamente i novanta minuti più importanti della stagione. Nonostante un intervento provvidenziale di Rossi su Palavecino, il River va in confusione e non fa molto altro per pareggiarla.
Dopo otto minuti di recupero festeggia il Boca, rimasto in dieci per l’espulsione di Marcos Rojo, con il primo Superclásico disputato e vinto dal Dt ‘negro’ Ibarra. Un debutto da sogno che lo fa entrare direttamente nella leggenda del club e nel cuore dei tifosi.
Ma è anche – e soprattutto – la clasicisima di Benedetto, che si fa perdonare delle ultime prestazioni poco convincenti e rilancia la truppa xeneize verso un nuovo sogno chiamato Primera. Non ci sarà tempo di festeggiare troppo per l’incombente turno infrasettimanale, ma che notte da sogno sarà stata nella República de la Boca!