Semestre magico fino ad ora per ‘los piratas’ de Cordoba. Il Belgrano vola a vele spiegate in B Nacional grazie ad una una solida identità inculcata dal condottiero Farré, idolo della tifoseria.
In prossimità del giro di boa la B Nacional, la serie b argentina, si guarda allo specchio si scopre dominata dal Belgrano di Cordoba. El Pirata è tornato ai fasti di un tempo, riuscendo a inanellare una serie impressionante di risultati che ne ha permesso di guardare tutti dalla vetta della classifica fin dalle prime giornate. Único puntero da immemore tempo, il club vede sempre più vicino il sogno promozione in Primera grazie alle prestazioni di squadra ormai ‘de jerarquia’ per la divisione.
Non sarà però così semplice arrivare alla fine del torneo con la stessa impetuosità dei giorni attuali. Immaginate un torneo di 37 squadre, tutte compresse in solo girone. Sarebbe follia, verdad? In Argentina ci sono riusciti senza troppi problemi. Con la prima classificata promossa direttamente in Primera e con le altre dodici dietro che si giocano un secondo mini campionato per un unico posto. Locura.
SUEÑO. Se il Belgrano inizia a materializzare sogni di gloria il merito è tutto del Dt Guillermo Farré. Arrivato nel maggio scorso dopo l’ennesimo fallimento promozione, alla prima esperienza da primo allenatore ha trasformato el Pirata in squadra vincente, lavorando con sagacia e improntando il lavoro soprattutto sull’aspetto mentale, oltre che, realizzare un equilibrato impianto tattico di gioco.
Carismatico leader, già nello staff di Ricardo Zielinski -altro grande totem venerato dai tifosi-, Guillermo è idolo indiscusso della tifoseria, da quando cioè, da calciatore decideva lo storico spareggio descenso contro il River, conquistando una salvezza leggendaria sotto la direzione -coincidenze?- del sopracitato Dt ‘ruso’ e mandando all’inferno il blasonato Millonario del Cota Cota Lopez.
E si incontreranno un’altra volta i due grandi amici, ora il destino della Copa Argentina ha deciso che sarà nientemeno Estudiantes–Belgrano il prossimo sedicesimo di finale. Maestro contro allievo, di nuovo insieme per una notte.
Dal carattere mite ma determinato, nella sua nuova avventura, Ferré si è fatto apprezzare ristabilendo calma e tranquillità in un ambiente lacerato dalle contestazioni, in seguito all’ennesimo fallimento promozione. Con il suo comportamento sempre adeguato alle circostanze, è risultato poi credibile ai suoi ragazzi, che ora, lo seguirebbero fino in capo al mondo. Lui però ancora non si ilusiona e punta ancora tutto sui sacri valori del club e dello spogliatoio. Eccolo in una intervista di qualche tempo fa: “Promozione? L’importante è aver ben chiaro ciò che siamo. L’essenza della squadra, il voler lottare sempre, ci aiutano a mantenere i piedi per terra. Certo, vincere aiuta a vincere, ma senza perdere mai la nostra identità”.
E finora l’alchimia ha funzionato. A distanza di un anno di lavoro, il suo Belgrano è la capolista indiscussa del torneo con cinque punti di vantaggio e una partita da recuperare nei confronti della seconda, San Martín de Tucumán. Ed è già entrato nella storia del club superando il record di sette vittorie consecutive casalinghe, facendo diventare la piccola Republica de Alberti in un vascello inaffondabile. Detiene anche il record storico di effettività di punti conquistati (87,1 %) in seconda divisione. Un successo che ha incendiato l’ambiente circostante, da tempo in attesa di rivivere emozioni simili.
Se la mente del Belgrano è l’allenatore Farré, il braccio che ha permesso l’exploit è senza dubbio il bomber della squadra, Pablo Vegetti, el criminal del gol. 33 primavere sulle spalle e una vita a segnare in provincia, Pablo è la marcia in più di questa squadra, grazie ai suoi sei gol e quattro assist fino ad ora determinanti. Primo nella categoria per tiri nello specchio della porta e nei duelli aerei vinti, Vegetti sta vivendo forse la sua stagione più soddisfacente.
Dulcis in fondo, i tifosi, da sempre attaccati a doppio filo con l’Institución. Si respira un’aria elettrica a Cordoba dopo le ultime conquiste. Spettacolo sempre assicurato quando si gioca all’Alberdi, ma hinchada protagonista anche di trasferte oceaniche in Copa Argentina, come quando 25.000 tifosi spinsero la squadra alla vittoria contro il più quotato Platense, sobbarcandosi 500 chilometri in un anonimo mercoledì infrasettimanale.
Se il Belgrano riuscirà nell’impresa di salire o no in Primera, non ci è dato di saperlo. E’ innegabile però la netta inversione di tendenza rispetto alle stagioni scorse di un club, che meriterebbe, senza ombra di dubbio, piazze ben più importanti della cadetteria argentina.