A contarli tutti negli ultimi tre/quattro anni si perde il conto. Si riaccende la speranza al San Lorenzo per il ritorno in panchina dell’amato Gallego Insua. L’ennesimo Dt che cercherà di invertire la rotta fallimentare degli ultimi anni del Ciclón.
Dopo oltre un mese dall’addio di Troglio il San Lorenzo torna ad avere ufficialmente un allenatore. Ieri la firma e la presentazione ufficiale del “Gallego” Rubén Dario Insua che si legherà alla sua squadra del cuore per 18 mesi. È tornato l’entusiasmo tra i tifosi dopo l’ultima stagione da incubo. Ma andiamo con ordine. Urge un necessario recap per arrivare ai giorni nostri, e, al Gallego.
ADIÓS PEDRITO. Pedro Troglio era sbarcato a Boedo appena in tempo per cominciare la preparazione estiva di gennaio in vista della Copa de la Liga. Dopo un inizio convincente con alcune buone prestazioni nelle amichevoli, l’ex allenatore del Gimnasia non era però riuscito ad ottenere risultati decenti in campionato. Per lui solo una vittoria in 10 partite, con la ciliegina sulla torta, rappresentata dall’eliminazione ai rigori nei trentaduesimi di Copa Argentina per mano del Racing de Cordoba, squadra di terza serie. E proprio al termine di quel match era stato lo stesso Troglio a rassegnare le dimissioni. Uno dei capi d’accusa relativi alla sua gestione fu l’utilizzo eccessivo del trentasettenne Ortigoza per 90 minuti e, a volte in quasi tutte le gare, come unico centrocampista centrale -cosa assurda considerando la sua scarsa mobilità-. Il non riuscire a difendere la vittoria come l’1-0 temporaneo contro il derelitto Atletico Tucuman o il 2-0 contro il Platense -che non vinceva da 8 partite- gli è stato poi fatale. In entrambi i casi arrivarono dei pareggi dal gusto molto amaro.
Tra le poche note positive segnaliamo il recupero speriamo definitivo del “Pocho” Cerutti (esterno offensivo che in passato ha saputo essere decisivo) e l’aver lanciato tra i titolari il giovane trequartista Agustin “Marta” Martegani, sicuramente tra i giovani calciatori più interessanti del panorama nazionale.
TRAGHETTO BERÓN. Per tamponare l’assenza di un allenatore, nelle ultime giornate di campionato la panchina è stata affidata al coordinatore delle giovanili Fernando Berón, che tutto sommato, si è comportato dignitosamente bene lanciando tra l’altro altri ragazzi del semillero azulgrana. Dopo la fine degli impegni semestrali, Berón ha però chiesto espressamente di tornare al suo incarico originale, non volendo immischiarsi nelle questioni direttive della prima squadra. I dirigenti hanno quindi iniziato a vagliare alternative di vari altri profili.
TINELLI VATTENE. In quello stesso periodo i tifosi hanno iniziato a contestare in maniera compatta e determinata la dirigenza, chiedendo le dimissioni in toto dei vertici attuale e l’anticipato ritorno alle urne. Contemporaneamente, giungeva al termine il periodo di “licenza” del presidente eletto Marcelo Tinelli che decideva di rassegnare le dimissioni via social (twitter e instagram) salvo poi cancellare il post (!). Il restante consiglio direttivo (Lammens, Arreceygor, Mastrosimone, ecc.) approfittava della situazione per cogliere la palla al balzo per liberarsi di Tinelli. A questo punto, gli stessi dirigenti si ripartivano le restanti cariche tra loro.
Re-BIENVENIDO GALLEGO. A livello calcistico la decisione più importante è stata quella del direttore sportivo: la scelta è ricaduta sull’ex difensore Matias Caruzzo che ha portato avanti i colloqui per la selezione dell’allenatore decidendo per il ritorno del “Gallego” Insua che è stato presentato alla stampa al termine del primo allenamento, svoltosi ieri 19 maggio.
A differenza dei suoi predecessori, Rubén Dario Insua che può vantare una storia profondamente legata al San Lorenzo. Infatti il piccolo Rubén entrò nel club quando era ancora un bambino e, dopo aver fatto tutta la trafila nelle giovanili, debuttò in prima squadra nel 1978, difendendo i colori azulgrana fino al 1985. Tutti ci ricordiamo di quel rigore contro El Porvenir nello stadio del Vélez che valse il ritorno in primera division dopo un anno di purgatorio in serie B.
Dopo la carriera da calciatore iniziò quella da allenatore. Nel 2002 raccolse le redini del San Lorenzo di Pellegrini che arrivava da due trionfi (campionato e coppa) ma che aveva anche subito alcune perdite importanti. Per sopperire a questo deficit Insua lanciò un gran numero di giovani promesse riuscendo addirittura a vincere la Copa Sudamericana 2002. Iniziò quindi a girovagare per il sudamerica allenando in Ecuador, Bolivia e Perù.
CONFERENCIA. Nella prima conferenza stampa, il nuovo DT San Lorenzo ha manifestato la sua felicità per il ritorno a casa e la sua grande voglia di cominciare subito a lavorare seriamente. Ha poi ribadito l’importanza dell’impegno quotidiano negli allenamenti e ha fatto riferimento a nuove metodologie da implementare. Sebbene non allena in Argentina da oltre dieci anni, ha seguito assiduamente le partite e le vicende legate al Ciclón e dichiarando di cambiare in pratica la difficile situazione dell’equipo di Boedo. Dalla sua parte ha sicuramente un maggior credito da parte dei tifosi che conoscono bene il suo legame con il club e non dubitano minimamente dell’impegno e della voglia di far bene.
“Per avere una squadra forte e competitiva è necessario intervenire sul mercato con almeno un innesto per reparto” ha ammesso davanti alla stampa, facendo anche degli identikit dei possibili rinforzi e riferendosi a giocatori con buona tecnica e grande temperamento che abbiano giocato in grandi squadre -incluso San Lorenzo– e che abbiano vinto qualcosa. Impossibile allora non ilusionarse e non pensare ai vari Buffarini, Villalba e Cauteruccio. La sua idea è a step: mettere insieme la rosa, costruire la squadra ed essere competitivi. Una volta raggiunto questo obiettivo si può puntare a vincere qualcosa.
Riguardo alle giovani promesse l’obiettivo è far preseguire con il rinnovamento generazionale, proseguire il percorso di maturazione per quelli già in prima squadra, facendo debuttare le nuove possibili promesse.
“Il calcio è come la vita: se ti abitui alle cose brutte poi diventano normali. L’importante è lavorare sempre per cercare di migliorare e cambiare le cose” questo il pensiero definitivo di uno degli allenatori più iconici che il San Lorenzo abbia mai avuto.
Le premesse per fare bene ci sono e come ogni volta quando arriva un nuovo allenatore le speranze si rinnovano. A maggior ragione, in questo caso dato che il nuovo mister è una persona di riconosciuta fede cuerva che ha saputo conquistare il cuore dei tifosi sul campo sia come giocatore che come DT.
Non ci resta altro che augurarti tutto il meglio possibile: Exitos Gallego querido!!!
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