Tutto quello che è successo nell’ultima doble fecha di qualificazioni mondiali sudamericane. Prima del gran finale.
Il turno di Qualificazioni Mondiali CONMEBOL ci ha regalato molte conferme e qualche sorpresa: se Brasile e Argentina continuano decise il loro percorso nonostante il biglietto per il Qatar già in tasca, infatti, alle loro spalle è una corsa ad ostacoli per i rimanenti 3 posti (2 di qualificazione diretta + 1 allo spareggio intercontinentale).
Il Paraguay dice addio al Mondiale dopo il pesante 0-4 subito contro i Verdeoro e fallisce la terza qualificazione di fila: la squadra che arrivò ai quarti di finale è un lontano ricordo. Serve un miracolo alla Colombia, che non segna da 7 giornate e che, con sole 3 vittorie nel girone di qualificazione, è sull’orlo del baratro. Gioisce a metà l’Ecuador: con una vittoria contro il Perù avrebbe potuto festeggiare la qualificazione anticipata; il pareggio tiene in vita la Blanquirroja, che può ancora sperare di agguantare un posto utile in classifica. Cile ormai lontano e praticamente condannato.
L’Argentina si avvicinava a questo doppio impegno con una rosa parzialmente rimaneggiata: tra infortuni e Covid erano parecchie le assenze rispetto alla precedente lista di convocati, una su tutte Lionel Messi, con la Pulga costretto a saltare per la prima volta una convocazione in Nazionale. Anche Lionel Scaloni e Pablo Aimar, CT e vice della Selección, hanno dovuto dare forfait: risultati positivi al Coronavirus, hanno rinunciato alla trasferta in Cile, sostituiti da Walter Samuel e Roberto Ayala.
Ciononostante, la Scaloneta ha portato a casa due vittorie (1-2 vs Cile e 1-0 vs Colombia), mettendo in mostra cose interessanti sia a livello di singoli che di squadra, aspetto non così scontato considerando che sista giocando a qualificazione già acquisita. Le due affermazioni consentono all’Albiceleste di estendere il suo periodo di imbattibilità a 29 partite consecutive, più lunga striscia positiva in corso (al 1° posto l’Italia con 37 tra 2018 e 2021) nonché seconda della storia dell’Argentina (comanda Alfio Basile con 31 tra 1991 e 1993). Lionel Scaloni, inoltre, con la vittoria contro i Cafeteros è diventato il primo CT argentino ad aver battuto in partite ufficiali e nei 90’ tutte e 10 le nazionali CONMEBOL.
Ragionando sui singoli, al netto della mancanza di Messi, l’anima di questa Selección è rappresentata dal triangolo Emiliano Martínez–Ángel Di María-Lautaro Martínez, che non hanno sprecato l’occasione per mettersi in luce, a maggior ragione vista l’assenza del n°10.
Pochi gli aggettivi rimasti per definire il portiere dell’Aston Villa, protagonista di un biennio magico: gigante tra i pali, personalità esuberante e nessuna paura della pressione prima, durante e dopo i 90’ di gioco.
Il Fideo, chiamato a fare da capitano e trascinatore in questa doble fecha, ha messo in mostra la sua versione deluxe: gol da cineteca col Cile, prestazione incredibile anche in casa contro la Colombia, a dimostrazione che la sua storia in Nazionale è stata più avara di soddisfazioni di quanto avrebbe meritato.
Per quanto riguarda il Toro, molti credevano si sarebbe risparmiato in ottica Inter: così non è stato, e con 2 gol in 2 partite Martínez ha raggiunto quota 19 reti in Nazionale, confermandosi sempre di più come miglior marcatore della gestione Scaloni ed iniziando a scaldare i motori per il Mondiale, dove i gol peseranno molto di più.
Anche a livello di gruppo, però, questo turno di Eliminatorias ha dato importanti risposte: la difesa, fortemente colpita da defezioni causa infortuni, contagi, squalifiche e quant’altro, ha retto egregiamente nonostante i tanti cambi tra i due impegni, con Lisandro Martínez sugli scudi ed Acuña tirato a lucido. A centrocampo, grande dimostrazione di attaccamento alla maglia da parte di Guido Rodríguez che, negativizzatosi tra un match e l’altro, si è sobbarcato un volo intercontinentale per poter scendere in campo contro la Colombia vista la squalifica per somma di ammonizioni a Paredes. Infine, menzione d’onore per Papu Gómez, chiamato agli straordinari nel ruolo di mezzala ed autore di due ottime prestazioni.
Se proprio vogliamo trovare un neo a quest’Argentina, lo possiamo cercare nel reparto avanzato: ci si aspettava un minutaggio importante per Ángel Correa e Paulo Dybala, che però non è arrivato. Lo juventino, visto all’opera contro i Cafeteros, è parso mentalmente scarico, mentre il Colchonero è sceso in campo addirittura dopo il redivivo Maxi Meza. La scelta del parco attaccanti sarà un bel rompicapo per Scaloni, ma fortunatamente avrà parecchi mesi per rifletterci.
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