Risultato oltre le previsioni per un’Argentina che entusiasma ogni qualvolta scende in campo. Messi segna, inventa ed esulta. Ma è tutta la squadra la vera protagonista del successo.
E’ di nuovo trionfo per la squadra di Scaloni che vince e convince nuovamente contro la Celeste di Suarez nel triplo turno delle Eliminatorie di Ottobre. Di Messi, De Paul e Lautaro Martinez i gol vittoria che fanno impazzire i tifosi nello stadio del River Plate, rilanciando una superiorità tecnica e di gioco che fan ben sperare per il prossimo futuro.
Torna la ‘Scaloneta’ in terra argentina e torna l’entusiasmo al Monumental. Dopo il pari a reti bianche contro il Paraguay ad Asuncion la Seleccion Argentina ospita il clasico del Rio de Plata per il recupero della 5^ giornata di Qualificazioni mondiali sudamericane. Si preannuncia partita ostica e complicata contro l’Uruguay del maestro Tabarez. Sarà invece nuova gloria per gli uomini di Scaloni, padroni assoluti del gioco e della partita.
Il Dt argentino scioglie i dubbi formazioni schierando Nahuel Molina a destra, Lo Celso a centrocampo, Nico Gonzalez al posto di Di Maria e Lautaro Martinez come punta centrale. Prima dell’inizio dell’incontro Leo Messi viene premiato dal presidente AFA, Chiqui Tapia come nuovo miglior marcatore di tutti i tempi delle Seleccion Sudamericane, superando il mostro sacro di O Rey Pelé
La partita inizia tra l’entusiasmo del ‘Nuevo’ Monumental, ormai tappa fissa della squadra nazionale. Al 10° minuto il pubblico omaggia con cori e applausi la figura del compianto Diego Armando Maradona, nel giorno speciale del 10/10. La partita appare subito gradevole e di buon auspicio con la Celeste che clamorosamente va vicinissima al vantaggio con Suarez con una mezza rovesciata. L’intervento del Dibu Martinez -ormai a livelli assoluti-, salva la situazione con un intervento spettacolare. Sarà l’unico pericolo nei novanta minuti per la porta argentina.
Dopo il primo brivido, l’equipo torna in modalità ‘Copa America‘, cercando con movimenti rapidi, il pertugio giusto per scardinare l’ordinata difesa uruguaya. Messi allora inizia a fare le prove generali del vantaggio. Al 20′, splendido assist di Leo per Lautaro che al volo spedisce la palla a lato a tu per tu con Muslera. Passano un quarto d’ora e lo schema si ripresenta. Messi compie una meraviglia di esterno sinistro per l’invito in profondità per Nico Gonzalez, che taglia al centro, ma che però non tocca, ingannando così Muslera. La palla accarezza il palo interno e termina in rete per il delirio dello stadio che esalta il Diez argentino. 1-0 e 80° gol in nazionale per il capitano. Locura.
Non è finita. L’Uruguay appare alle corde e l’Argentina cinicamente ne approfitta. Sei minuti dopo, invito ancora di Messi per Lautaro in area che ‘cicca’ la palla, favorendo il compago ex Racing De Paul, che come un falco si presenta in area per il diagonale fulmineo del 2-0. il Monumental explota di entusiasmo, è libidine allo stato puro per i 35.000 presenti.
Doppio vantaggio alla fine del primo tempo, e davvero si fa presente la sensazione di ammirare una Seleccion del tutto e per tutto trasformata rispetto a qualche anno fa. Messi è di nuovo geniale, imprendibile, assolutamente decisivo anche in Seleccion, rigenerato dal trofeo conquistato l’estate scorsa e finalmente idolatrato dalla critica nazionale. A completo servizio della squadra, ma con la squadra che sembra trovarsi a memoria, indipendentemente dalla sua presenza. E’ questa la forza di Scaloni. L’aver creato un gruppo che gioca un buon futbol a prescindere da Leo. Poi, el Diez ricama e offre la sua classe indiscussa a servizio dei compagni. E’ una simbiosi che si nutre constantemente l’uno dell’altra, cementantando ulteriormente basi importanti per la prossima avventura mondiale di Qatar 2022.
Arriverà anche il terzo sigillo con Lautaro, che raccoglie a porta vuota un cross invitante dellì onnipresente De Paul. 3-0 che dà nuova linfa a una Seleccion in constante crescita dal punto di vista del gruppo e di proposta di gioco. Scaloni può dormire sogni tranquilli. L’Argentina c’è e si vede.
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