Terminano i sogni di gloria River, troppo grande il divario tra le due squadre. Il Mineiro di Cuca si qualifica alle semifinali Libertadores.
Termina nel peggiore dei modi possibili l’avventura continentale del River Plate in Copa Libertadores. Contro l’Atletico Mineiro nel ritorno dei quarti di finale la squadra di Gallardo affonda vistosamente già nel primo tempo, incassando due gol in soli 34 minuti. E’ l’inizio della fine, perche il Galo si dimostra, al contrario, equipo poderoso e di un’altro spessore, marcando ancora di più il solco tecnico tra le due squadre. Arriverà così la sonora sconfitta per 3-0 che spezzerà i sogni riverplatensi, grazie alla doppietta dell’argentino Zaracho, ex Racing, ma soprattutto con la presenza dell’encomiabile Hulk, vera forza della natura e impossibile da domare.
LA PARTITA. Nutre ilusion e speranza il River alla vigilia della partita, anche dopo la sconfitta del Monumental. In fondo, non è la prima volta che il MIllo si trova nella situazione di dover vincere a tutti i costi in trasferta. Gallardo ci ripensa rispetto alla formazione provata in allenamento e adotta la difesa a tre, lasciando in panchina Nico De La Cruz. I padroni di casa partono forte, impegnando Armani e passando in vantaggio nel miglior momento River, grazie a un GOLAZO di Zaracho al 22′. Una rovesciata pazzesca che sa di serata magica per i brasiliani. Impreziosita dieci minuti dopo, grazie al raddoppio comodo di Hulk, lasciato indisturbato dalla difesa argentina colabrodo.
Tre a zero complessivo già al 34′ del primo tempo e fine dei giochi per un River, sovrastato tecnicamente, tatticamente e fisicamente da un Galo in assoluta stato di grazia. Una prestazione che fa male per Suarez e compagni, e che segna senza attenuanti la fine inevitabile di un ciclo. Una sconfitta che umiliante non solo per il River, ma all’intero movimento calcistico argentino. Mai dal 2010 avevamo visto una Libertadores senza squadre argentine in semifinale. Un dato che dovrà far riflettere. Arriverà anche la doppietta di Zaracho che umilierà ancor più la compagine argentina, del tutto inadatta a combattere contro un avversario di tale livello.
Riconosce le difficoltà incontrate Marcelo nell’analisi post partido, riconoscendo la superiorità degli avversari. “E’ stata una coppa difficile, per le cose che abbiamo passato. Abbiamo avuto la possibilità di giocare quarti di finale con alti e bassi, soprattutto nella partita di andata. Bisogna riconoscere che c’era un rivale molto migliore di noi. Fa sempre male perdere. Al di là della sconfitta, dobbiamo riconoscere il riconoscimento che merita il rivale, oggi molto più forte di noi, Ora bisognerà fare un’analisi profonda per capire a che punto siamo. La squadra è ferita, ma gareggeremo al meglio per il campionato nazionale.”
Gallardo conclude probabilmente nel peggior dei modi la sua esperienza copera nel Millo, in procinto finalmente di approdare in Europa a partire da fine anno, da quando cioè, scadrà il suo contratto e terminerà il mandato il presidente Rodolfo D’Onofrio dopo le elezioni nel club.
E’ la fine del ciclo per il River più vincente della storia del club? Sembra chiaramente di sì. Il River attuale certamente non è quello visto nel 2018, nè tantomeno quello dell’anno successivo. In constante difficoltà economica e costretto a vendere continuamente pezzi pregiati, la sensazione è che ci troviamo a una squadra ‘sperimentale’. La colpa non è solo tattica e tecnica, purtroppo c’è di più.
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