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E’ davvero locura negli spogliatoi del Maracanà. La gioia è incontenibile. Si canta, si balla, si ci si abbraccia, si piange . A Rio si è fatta la storia, riuscendo nell’intento di tornare alla vittoria, dove altri, in 28 anni, non ci sono riusciti.

Arriva finalmente la vittoria tanto attesa e desiderata per la Seleccio Argentina. E’ la vittoria di Messi, finalmente redento dalla ‘colpa’ di non aver vinto mai niente con la camiseta albiceleste. Ma soprattutto è il trinfo del gruppo, unito e granitico, assemblato con dovizia dal Dt Scaloni, altro protagonista indiscusso dell’impresa.

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Ángel Di María, il crack che ha deciso la finale: “Ancora non riesco a non piangere, ancora non ci credo. Abbiamo sognato tanto, lottamo tanto per arrivare a questo punto. In tanti ci dicevano che non saremmo diventati campioni ma abbiamo continuato a lottare e oggi la maledizione è stata interrotta”. Poi un plauso speciale per il miglior in campo, il suo compagno De Paul. “Rodrigo mi ha fatto un passaggio clamoroso. Poi è uscito il portiere e ho pensato al pallonetto. E’ andata bene.” E poi le dediche: “Sono felice per le mie figlie, per mia moglie, per i miei genitori, per tutte le persone che ci hanno supportato e per tutti i tifosi pazzi che erano qui. Ora arriverà un Mondiale, chissà se diremo la nostra. Comunque vada oggi è un giorno indimenticabile. Messi mi ha detto grazie e io ho detto grazie a lui. Mi ha detto che era la mia finale, che era la rivincita per le finali che non ho potuto giocare. Doveva essere oggi e oggi è stato”.

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Il sogno di Scaloni e di tutta una nazione è diventata realta. Oggi Leo è entra nella cerchia dei Dt vincenti nella storia della Seleccion Argentina. “E’ stata una Coppa America molto difficile, ma per fortuna per ce l’abbiamo fatta. Sono convinto che qualsiasi allenatore al mio posto avrebbe fatto il cambio generazionale. Questi ragazzi danno tutto in campo ogni volta che giocano una partita. Voglio dedicare il trionfo a mia madre, a tutta la mia famiglia, alla mia gente e ai ragazzi che hanno vinto a la Copa. È soprattutto merito loro. Quando stiamo sulla stessa barca è difficile per noi non fare bene. Abbiamo una cultura calcistica difficilmente simile ad altri Paesi. Le partite sono tutte difficili, ci saranno sempre degli ostacoli ma questa non può essere una scusa. A rigor di logica è un grande titolo, soprattutto per il popolo. Che gli argentini si divertano. Il tifoso è di natura legatissimo alla Nazionale. Penso che si sentano identificati con questa squadra che lotta sempre e non molla mai”.

Emiliano Martínez, il portiere rivelazione e premiato come migliore della competizione: “Non ci sono parole per spiegare questo momento. Era un sogno che avevo da ragazzo. Sono andato all’Arsenal quando avevo 17 anni in cerca di una vita migliore per la mia famiglia, e dopo tanti sforzi, è arrivato questo momento, questo Maracanazo per loro. L’ho detto qualche mese fa: volevamo regalare un titolo al migliore del mondo. Ho detto a mia moglie che questo era il mio sogno e lei mi ha lasciato libero di andare. Mi è nata mia figlia in ritiro e ancora non l’ho potuta tenere in braccio. Ora voglio godermi questo titolo con loro, e incontrare per la prima volta mia figlia. Ce l’abbiamo fatta. E’ per tutti gli argentini che hanno sofferto in questa pandemia. La Copa è tutta per loro”.

E poi il bomber Lautaro Martínez. Dopo lo scudetto all’inter, ecco un altro titulo. “È qualcosa di sognato, indimenticabile. Abbiamo vinto con merito e dobbiamo goderci questi momenti. Nel gruppo si sono affacciate nuove persone, ci sono ragazzi affamati, stiamo spingendo” ha detto il 22 della Seleccion. E poi sull’attitudine del gruppo: “Abbiamo lasciato tutto sul campo, anche quello che non avevamo. È un chiaro esempio di come dobbiamo difendere questa maglia, questo scudo, questo Paese. Sono orgoglioso del lavoro che abbiamo fatto e sono felice per la mia famiglia Era tutto nelle nostre mani. Era una Coppa che si sarebbe dovuta giocare in Argentina, ma ti diverti il doppio perché vincere con il Brasile in casa loro è sempre speciale. Conserverò questa medaglia a vita. Siamo rimasti nella storia della Nazionale, è passato tanto tempo senza vincere un titolo e oggi abbiamo rotto l’incantesimo”.

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Nicolás Tagliafico è l’ultimo argentino ad alzare una copa al Maracana. E’ successo nel 2017 con l’Independiente con la vittoria in Copa Sudamericana contro il Flamengo. “Lavori sempre per questo. Vai avanti seguendo i tuoi sogni, cerchi di mantenere un percorso, di lottare fino all’ultimo. Penso che sia successo qualcosa di simile in questa Coppa. Non abbiamo mai smesso di crederci” ha detto il laterale dell’Ajax. “Abbiamo sempre pensato che il gruppo avrebbe portato avanti tutto questo. E c’erano tutte le condizioni giuste: andare in Brasile e vincerlo contro di loro in questo mitico stadio. Tutto è successo in un modo che non immaginavamo”.Ma non sempre è possibile. Vuoi diventare campione e non è sempre facile. Ma con il lavoro e l’impegnoce l’abbiamo fatta!”

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Il protagonista indiscusso della serata, Rodrigo De Paul: “Questo è più di quanto sognassimo. Essere campione al Maracana contro il Brasile supera ogni tipo di aspettativa. Sono molto felice. Messi aveva bisogno di tutti e noi avevamo bisogno di lui. È il migliore di tutti i tempi”Rodrigo De Paul: “In questo momento di incertezza per il Paese, sento che ora le persone si stanno abbracciando di nuovo. Non so quando lo si potrà fare, ma quel giorno piangerò molto”.

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E’ raggiante anche il presidente della Federazione el Chiqui Tapia, sempre a fianco di Scaloni : “Mi vengono in mente tante cose belle. Oggi si vede incarnato il progetto iniziato quattro anni e mezzo fa. Dietro il primo trofeo di Messi c’è un grande gruppo e un ottimo lavoro dello staff tecnico. Siamo felici per gli argentini che oggi festeggiano. Sono molto grato a tutti coloro che hanno lavorato per 60 giorni per raggiungere questo obiettivo. Per la Seleccion è una vittoria importantissima. Per chi c’è da tanto e per i ragazzi nuovi. Per tutti. Ho sempre visto Messi che voleva vincere qualcosa. Il gruppo gli ha dato molta forza. siamo stati semplicemente uno strumento per raggiungere l’obiettivo. Questo permetterà all’Argentina di continuare a crescere in vista del Mondiale.” E poi sulla scelta di Scaloni: “È stata una decisione difficile, quasi impopolare quella di scegliere Scaloni, perché molti hanno dato il loro veto. Ma l’intero Comitato Esecutivo era sicuro della decisione e oggi abbiamo un titolo che non si vinceva da tempo tempo”.

E poi c’è lui, Lionel Messi, il capitano che si toglie il grosso peso del ‘perdente’ in Nazionale. Unico ‘neo’ (per i detrattori) per una carriera assolutamente fuori dal normale: “È una locura, la felicità che provo è inspiegabile. Ho passato amolti momenti tristi ma sapevo che a un certo punto sarebbe successo. Ho avuto molta fiducia in questo gruppo che è diventato fortissimo in questi 40 giorni. È un gruppo di persone che danno tutto, che vanno sempre avanti, che non si lamentano mai di nulla” Abbiamo dovuto sopportare il ritiro rigido, ma con la consapevolezza che potevamo essere campioni. La felicità è immensa. Molte volte ho sognato questo momento” ha detto il campione di Rosario. “Quando la partita è finita ho pensato alla mia famiglia. Molte volte abbiamo dovuto soffrire, andare in vacanza e patire un’eliminazione. Questa volta è diverso, ancora non ci rendiamo conto di quello che abbiamo fatto, di quello che abbiamo raggiunto. Ma penso che sarà una partita che passerà alla storia, non solo perché siamo diventati campioni d’America ma anche perché abbiamo battuto il Brasile a casa loro”. Sul futuro della Seleccion poi si sbilancia. “Dobbiamo approfittare di questo gruppi, di questa nuova cucciolata. Ho detto loro che sarebbero stati il futuro della Nazionale e non mi sbagliavo. Lo hanno dimostrato, oggi siamo campioni. Mi hanno detto che la gente festeggia ovunque. Voglio ringraziare la gente di Rosario per il riconoscimento che mi hanno dato al Monumento (della Bandera)“. E poi un pensiero al fideo: “Ho detto al Fideo (Di Maria) che oggi avrebbe avuto la sua rivincita ed è andata così. Voglio condividerlo con quei compagni di squadra che sono stati così vicini così tante volte e non è stato dato loro. Questo è anche per loro”. E finalmente la fine di un incubo. “Avevo bisogno di liberarmi dal pensiero di riuscire a fare qualcosa con la Nazionale nonostante fossi andato molto vicino per tanti anni. Sapevo che sarebbe successo e alla fine penso che non ci sia stato momento migliore di questo. Sento che Dio mi stava riservando questo momento, contro il Brasile in finale e nel suo Paese. Quello di Lionel (Scaloni) è un grande merito. Ha sempre voluto il meglio per la Nazionale. Ha saputo mettere insieme una squadra vincente e merita tutto il possibile apprezzamento”.


calcioargentino.it

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