Ritorna il futbol giocato in Sudamerica. Argentina e Cile pareggiano nella notte delle Qualificazioni Mondiali.
Dopo più di sei mesi la Seleccion albiceleste scende in campo per affrontare una partita ufficiale. E rivedere Lio Messi in Argentina crea sempre entusiasmo nonostante il periodo difficile che sta attraversando il Paese nella difficile battaglia al COVID.
Sei mesi di astinenza, e il pensiero della Nazionale si rivolge subito a Diego Armando Maradona, alla prima occasione ufficiale dopo la sua prematura dipartita. All’esterno dello stadio giocatori e dirigenti inaugurano una statua in suo onore, e dentro il campo, nonostante la probizione dalla Conmebol i giocatori ‘lo portano sul petto’ in una camiseta celebrativa.
Sul campo di Santiago del Estero va in scena la settimo turno delle qualificazioni mondiali. Al Madres de Ciudades, l’Argentina passa in vantaggio dopo 23 minuti con Leo Messi su penal conquistato dal toro Lautaro Martinez. E ci vuole il ricorso al Var per l’assegnazione della massima punizione dopo il mancato fischio dell’arbitro venezuelano Valenzuela. Alexis Sánchez pareggerà i conti al 36′ dopo un assist di Medel sugli sviluppi di un calcio di punizione e dopo una disattenzione del terzino Foyth. .
La partita si dimostra subito spigolosa. D’altronde, si affrontano Argentina e Cile, due squadre da sempre con grande rivalità calcistica e ‘sociale’. Dopo il botta e risposta iniziale, sale in cattedra la sorpresa più gradita della serata: el Cuti Romero. L’atalantino, all’esordio ufficiale in Seleccion, non ha alcun imbarazzo e si dimostra ancora in forma campionato, sventando con grande tempismo e tecnica un pericoloso contropiede de la Roja. Anche Messi sembra ‘sul pezzo’ e impegna prima della fine del primo tempo Claudio Bravo in una pericolosa punizione angolata. In porta però è ben posizionato l’ex compagno al Barcelona, che disinnesca abilmente.
La squadra non sembra ‘girare’ come dovrebbe, anche probabilmente per l’appannamento di Paredes, che fatica a distribuire palloni. Ma non è l’unico. Scaloni nella ripresa ridisegna la squadra sostituendo l’evanescente Lucas Ocampos per Angel Correa (Atletico Madrid). Anche Martinez Quarta, ammonito, viene richiamato in panchina per Lisandro Martínez (Ajax), Ed è dai difensori che l’Argentina sfiora il gol del vantaggio con il cabezazo dell’onnipresente Romero, rivelazione positiva della gara.
Di Maria non è nella sua giornata migliore, e data la staticità della manovra il dt decide di inserire al suo posto Julian Alvarez, joya del River e al debutto nella Seleccion Mayor. Ora è davvero 4-3-3 con Alvarez sulla destra, Correa sulla sinistra e Lautaro al centro, e con Messi dietro ai tre. E’ il momento migliore della Seleccion che preme constantemente il Cile che si arrocca in difesa, Aumenta il pressing e si inizia a giocare di prima. Sembra che il gol debba arrivare da un momento all’altro.
E sarebbe così se il tiro libre di Leo non si stampasse nell’incrocio, per una definizione magistrale, ma sfortunata. Dopo un secondo tempo votato all’attacco e quattro minuti di recupero, l’albitro fischia la fine. L’Argentina ottiene un punto agrodolce, che ancora fa ben sperare dal punto di vista delle qualificazione considerando anche il pareggio tra Uruguay e Paraguay, ma che potevano essere benissimo tre punti. Ci si attendeva la vittoria che avrebbe messo tutti d’accordo, ma il lungo periodo di stop delle selecciones hanno non poco influito sulla prestazione. Da segnalare anche il debutto del laterale destro Nahuel Molina (Udinese) in campo dal 80′ al posto di Foyth. Martedì prossimo sarà già tempo della trasferta di Barranquilla contro la Colombia (stanotte vittoriosa 3-0 in trasferta in Perù), probabilmente, con le idee più chiare.
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