Nella notte italiana andrà in scena il “Clásico de Barrio” l’appuntamento dell’anno per San Lorenzo e Huracán. Arriva nel momento più delicato per i Cuervos: sarà la partita del rilancio o del ridimensionamento.
Il “derby” arriva in un momento molto particolare per il Ciclón, reduce da due sconfitte consecutive contro avversari non certo irresistibili (Colon e Central Cordoba ). L’ultima prestazione è stata probabilmente una delle peggiori degli ultimi anni e il risultato (0-4 in casa) non dà adito a scuse di nessun tipo.
Il futuro del tecnico Dabove appare già in bilico dopo solamente 4 match sulla panchina azulgrana ma vogliamo vedere il lato positivo: quale migliore occasione di una vittoria con il “Clásico rival” per potersi rilanciare verso il doppio confronto di Copa Libertadores contro la U de Chile?”
Ma perchè si chiama “Clásico de barrio”? Cosa ha di diverso rispetto agli altri “Clásicos”?
Il nome si deve al fatto che i due Club sono profondamente legati ai rispettivi vicini quartieri: Boedo per il Ciclón e Parque Patricios per il Globo. Quindi, come molte rivalità calcistiche, anche questa ha un’origine geografica: le due squadre sono nate a poche quadras di distanza e, dopo i primi incontri giocati probabilmente tra le strade polverose del barrio, dal 1915 danno vita al “más porteño de todos los partidos posibles”.
La rivalità è andata via crescendo fino all’apice raggiunto negli anni ‘70 quando il San Lorenzo conquista il Bicampeonato (Metropolitano e Nacional) nel 1972 e il Nacional 1974. In particolare, nel Metropolitano ‘72 il San Lorenzo si concede il lusso di fare “la vuelta olimpica” (festeggiare il titolo con il giro di campo, vedi foto sotto) proprio nello stadio dei rivali dopo la matematica certezza del titolo, vinto nella partita precedente.
Ad intervallare i tre trionfi del Ciclón c’è però stata anche la vittoria del rivale nel Metropolitano 1973, che resta tuttora l’unico campionato “Profesional” ottenuto dal Globo.
Rispetto agli altri “clasicos” del futbol argentino, questo è spesso definito “el mas desparejo” (il più impari) in quanto la differenza nel “historial” parla anche troppo chiaro: +34 partite di vantaggio con 77 vittorie San Lorenzo, 43 Huracán e 43 pareggi. Anche a livello di titoli non c’è confronto 12 campionati a 1 e tre coppe internazionali a zero per il Ciclón.
Probabilmente gli unici primati del Globito sono il numero di retrocessioni (quattro a una) e la quantità di stagioni in serie B. Infatti, se all’unica retrocessione del San Lorenzo (1981) ha fatto seguito una risalita immediata en primera con tanto di record di pubblico in tutti gli stadi (il San Lorenzo fu la squadra più seguita del paese), lo stesso non si può dire dell’Huracán che è rimasto per lunghi tratti nel ascenso.
Nonostante il grande divario storico, il “Clásico de barrio” resta comunque una partita speciale per i tifosi che per l’occasione riempiono il Nuovo Gasometro in ogni ordine di posto anche nelle stagioni meno fortunate. Dato che non si vuole (e non si può) perdere, los cuervos vogliono esserci a tutti i costi per poter dare il loro contributo e il loro sostegno al equipo oltre che per poter cantare i molti cori che hanno come bersaglio i rivali (Qué te pasa quemero?, Llegò la banda de Huracán, Globo Boton, Che quemero, Me dicen el Matador, ecc.).
Il vero peccato è che stavolta non potremo assistere al grande spettacolo de la hichada de San Lorenzo dato che, per i già conosciuti motivi legati al Covid, l’incontro si svolgerà a porte chiuse.
Tornando sulla partita di stanotte, Dabove sarebbe intenzionato a cambiare ben sette undicesimi della formazione che ha perso contro el Ferroviario. In porta potrebbe avere una chance Devecchi che rimpiazzerebbe il criticatissimo Mono Monetti. In difesa l’unico a mantenere il posto dovrebbe essere Braghieri, insieme a lui ecco “el Yacaré” Herrera sulla destra, Donatti in mezzo e il redivivo Gaby Rojas a sinistra. Perderebbero così la titolarità due colonne della squadra ossia il giovane e promettentissimo Gattoni e il terzino con il vizio del gol Bruno Pitton.
A centrocampo dovrebbe debuttare il colombiano Yeison Gordillo che dovrebbe garantire “huevos y entrega” nella zona nevralgica. Con lui ci toccherà ancora una volta vedere in campo il “Torito” Rodriguez ormai tristemente ribattezzato “Ternerito” (vitellino) dai tifosi.
Sulle fasce agiranno Ramirez a sinistra e il neo papà Angel Romero sulla destra. In avanti una coppia da calcio d’altri tempi: il centravanti alto (ma ahimé poco prolifico) Franco Di Santo e la seconda punta rapida “Uvita” Fernandez. Ancora una volta siederà in panchina il Tanque Diaz, giovane bomber che ha sempre dimostrato grandi potenzialità quando ha avuto la possibilità di scendere in campo.
Alcune scelte di Dabove continuano a far discutere ma speriamo veramente che la squadra riesca a far valere la “paternidad histórica” e a sconfiggere ancora una volta il Globo.
di Loren_Cuervo
calcioargentino.it