Diego Milito, el principe de Avellaneda, lascerà l’incarico di secretario tecnico al termine questa gestione. Ieri l’annuncio a sorpresa sul suo profilo social.
Alle 14 di ieri 22 novembre il clamoroso annuncio: “Ho deciso di non continuare il mio compito di Secretario Tecnico del club a partire dalla prossima gestione. Il motivo è molto semplice: non condivido il modello del club o le idee del presidente”.
Milito se ne va dal club amato. È questa la dichiarazione shock che arriva da Avellaneda e che crea un nuovo sconquasso nell’Academia, considerando il livello mistico dell’interlocutore. Non è una persona come tutte le altre ‘el Principe’, leggenda vivente del Racing Club de Avellaneda, venerato dai tifosi quand’era giocatore prima e da dirigente poi.
“Mi sono messo in gioco tre anni fa per cercare di persuadere e mostrare un percorso diverso, quello della professionalizzazione di un settore fondamentale. Penso che abbia avuto successo” dice Diego tra l’immaginario sgomento di addetti ai lavori e tifosi, consapevoli, di quanto il metodo manageriale di Diego in questi anni abbia giovato in termini di professionalità e progresso all’Istitucción. “Vorrei un altro tipo di club : quello dell’evoluzione, della tecnologia, delle squadre di lavoro, della buona comunicazione e del collegamento con il mondo. E che l’investimento non venga considerato una spesa”.
Se solo qualche giorno fa i rumors davano come indiscrezione il suo possibile abbandono -subito minimizzato dalla figlia del presidente Victor, Barbie Blanco, secretaria general del club- oggi possiamo dire che la scintilla di quel giorno si è trasformata in un incendio inestinguibile che spacca di netto l’interno della società. È la mancanza di condivisione di un progetto societario proposto dal presidente Victor Blanco e soci la vera causa della rottura, metodi considerati antiquati e obsoleti per un Racing proiettato nel futuro.
Se chiara è la motivazione dello sfogo, una cosa ancora non torna. Perché far deflagrare la bomba in questo momento delicato, con la squadra in crisi e a due giorni dalla delicatissima andata degli ottavi di Libertadores contro il Flamengo? “Ci ho pensato tutta la settimana e mi son detto: i momenti non si scelgono, accadono, e io sono trasparente e non speculo su un risultato sportivo. La mia decisione non è dovuta per i recenti risultati negativi. Il mio impegno con la società, i giocatori e con questo staff tecnico e con questi giocatori durerà fino alla fine”. risponde el Diego.
La ricandidatura di Blanco alla presidenza nelle prossime elezioni di dicembre 2020 appare quasi del tutto compromessa nel caso in cui Milito si candidasse. ‘Milito es Racing y Racing es Milito’ è il grido di battaglia dei tifosi nei social, che manifestano anche davanti alla sede della società. Mettersi contro el Principe non appare propriamente un’idea intelligente, ne sa qualcosa Daniel Angelici, ex presidente Boca, umiliato nelle scorse elezioni dal jugador del pueblo bostero, Juan Román Riquelme.
Resterà da capire ora le prossime mosse del ‘Principe‘: discesa in campo subito o in tempi più maturi tra quattro anni (2024)? Del resto, responsabilità, carisma e coraggio sono da sempre doti proprie del suo DNA, manifestate anche in questi tempi difficili per l’Academia. “Sono lontano dal promuovere la divisione, anzi. L’ho dimostrato sin dal mio ritorno da giocatore nel 2014, aderendo e promuovendo ‘Racing positivo’ (fondazione ideata e fondata da lui, ndr), perché nonostante le differenze di vedute bisogna sempre mettere per primo posto il club. E non dimentichiamo mai che la cosa più importante del Racing sono i tifosi che ne fanno parte”.