Articolo di Roberto Colombo, Tuttosport, 20 novembre 2018.
Se vuoi sapere tutto sul mondo Boca Juniors, se vuoi essere al corrente, con netto anticipo al resto del pianeta, di cosa sta succedendo dalle parti di casa Amarilla, non puoi non confrontarti con Leandro Tato Aguilera volto di TyC Sports , uno dei giornalisti più apprezzati di tutta l’Argentina. Gli abbiamo chiesto di giocare in anticipo il ritorno della Superfinal di Copa Libertadores in programma sabato alle 16 locali (le 20 in Italia, diretta su Dazn) che vedrà di fronte River Plate e Boca Juniors sul prato dell’Estadio Antonio Vespucio Liberti “Monumental”.
SILENZIO INDIMENTICABILE «Seguo ogni giorno ormai da 18 anni le vicende del Xeneize, e si, non c’è dubbio, quella di sabato è la partita più importante che abbia mai visto con i miei occhi e credo pure rappresenti una pietra miliare nella storia del club di Bradsen 805» – spiega Aguilera -. «Se mi parlate di derby di Libertadores tra Azul Y Oro e Rojiblancos mi vengono in mente due episodi su tutti: il primo risale ormai a 18 anni fa, credo fosse uno dei miei primi superclasicos da giornalista. Si giocava alla Bombonera, era la partita di ritorno dei quarti di finale. Sulla panchina del Boca Juniors c’era El Virrey Carlos Bianchi, su quella degli ospiti sedeva Amerigo Gallego. Ricordo ancora le conferenze stampa della vigilia. Quando chiesero al tecnico ospite come avrebbe reagito a un eventuale ingresso di Martín Palermo, che era convalescente dopo un grave infortunio al ginocchio, Gallego rispose: “Se gioca Palermo io metto in campo El Enzo”. Peccato, però, che Francescoli si fosse già ritirato: morale Palermo entrò e segnò il gol che qui in Argentina chiamiamo Muletazo, appunto la rete in stampelle. Boca in semifinale e River eliminato alla faccia dell’ironia di Gallego. L’altro ricordo indelebile è di quattro anni più tardi: è sempre un Superclásico, ma stavolta si gioca in trasferta, al Monumental. È la sfida in cui segna Tévez e irride i tifosi Millonarios con la gallinita, motivo per cui viene espulso. Il Boca vince ai rigori e si qualifica per la finale: andando via dallo stadio ricordo le facce distrutte dei tifosi biancorossi. Non ho mai sentito in tutta la mia esistenza un silenzio tanto assordante in un posto dove ci sono 80 mila tifosi di calcio… Pazzesco davvero pazzesco: da quel momento fu ribattezzato “Silencio Atróz”, capite adesso? Le chiavi perché il Boca vinca la Copa? I giocatori più esperti tracceranno il cammino, poi la giusta concentrazione e la corretta attitudine».
ZERO DUBBI, VINCE IL BOCA «Volete sapere perchè tanta gente si sobbarca decine di ore di aereo per venire a Buenos Aires per il SuperClasico? Semplicissimo, questa è una partita che si vive con passion, a queste latitudini il calcio è amore purissimo, è folclore, è una festa matta e purissima, come poche ce ne sono ancora al mondo. Spiace che non ci siano i tifosi ospiti: io mi ero illuso quando sembrava che, vista l’eccezionalità della doppia sfida, le partite fossero riaperte alla tifoseria visitante. Capisco il dietro front delle autorità: non sarebbe stata per nulla una situazione facile da gestire. Ora scappo amici Tanos di Tuttosport, ho un collegamento in diretta TyC Sports, ma il mio pronostico ve lo lascio volentieri: hermanos, no hay dudas, vince il Boca e sarà carnevale a novembre!».
Se Tato Aguilera è la guida ideale per il mondo Boca, Juan Cortese è il ‘non plus ultra’ a livello giornalistico quando di parla di River Plate. Volto conosciutissimo e apprezzato di TyC Sports, Cortese ci ha aiutato a scoprire tutti i segreti della squadra con La Banda e ha detto la sua su come finirà questa finale di ritorno della Copa Libertadores.
BETO ALONSO E FUNES MORI «Mi occupo di River Plate da 7 anni, e sì, non penso di poter essere smentito affermando che la partita verrà giocata contro il Boca Juniors supera per importanza e prestigio qualsiasi match che abbia avuto l’onore e il piacere di vedere con i miei occhi i motivi sono facilmente intuibili: intanto si gioca per la Copa Libertadores , poi di fronte a noi troveremo i nostri rivali più storici e accesi, i Bosteros. Infine abbiamo la possibilità i dare una gioia pazzesca ai nostri tifosi, dato che avremo la chance di giocare questa partita in casa. Di tutte le sfide tra noi e i nostri rivali ricordo con piacere intatto quella giocata a La Bombonera il 6 aprile 1986: noi del River noi del River trionfammo grazie a una rete di Norberto Osvaldo “Beto” Alonso, che scaraventò nella porta avversaria il pallone arancione. Grazie a quella rete, con quel successo festeggiammo il titolo di campioni d’Argentina nella tana del nostro più accerrimo rivale. Mi strappa un sorriso anche il pensiero della rete di Ramiro Funes Mori nel 2014: quel gol ha cambiato la storia della rivalità tra noi e loro, da quel giorno è cambiata la musica. Se andate in giro e provate a chiedere ai passanti, sulla 9 de Julio, a Recoleta, ovunque vi renderete conto che i tifosi del Boca hanno paura di un’umiliazione. Ve lo dicevo, è cambiata la mentalità, l’approccio. Ci temono i Bosteros, ci temono eccome».
MUNECO STRATEGA ECCELSO «Le chiavi che hanno portato i Millonarios a un passo dal sollevare la Libertadores? Innanzitutto una difesa quadrata con un portiere di classe superiore: Franco Armani aveva già dimostrato in Colombia con l’Atletico Nacional d’essere un fuoriclasse e qui ha confermato quanto di buono fatto vedere nelle scorse stagioni. Non va dimenticato, poi, l’apporto del centrocampo, dotato di elementi dalla grandissima personalità come Leo Ponzio e Enzo Perez. Come non citare poi Gonzalo Nicolás Martinez? El Pity arriva da un anno strepitoso, semplicemente pazzesco. Chiaro, l’orchestra suona benissimo quando il direttore è impeccabile e Marcelo Gallardo è stato eccelso. El Muñeco è uno stratega sopraffino , ha una cura maniacale per i dettagli, ha un rapporto molto più che speciale con la sua truppa, con i suoi giocatori. Aggiungeteci infine che non lascia nulla al caso, adora pianificare tutto, anche le cose che, a occhi profani appaiono inezie. Gallardo è il tecnico più europeo d’Argentina l’approdo nel vostro football è solo una questione di tempo».
DEVOZIONE PER LA MAGLIA «Non stupitevi se molti dall’Europa prendono un volo fin qui per vedere River-Boca: il Superclasico riassume la passione, la devozione permanente, l’amore dogmatico per la maglia. È una rivalità che affonda le radici nel passato e cresce rigogliosa anche oggi che siamo nel terzo millennio. Come finirà? Vince il River: stiamo meglio, giochiamo in casa , abbiamo un tecnico più scafato e giocatori in forma migliore. Mi spiace per l’amico Tato Aguilera, ma stavolta il suo Boca dovrà inchinarsi».
(12 – continua)
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