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Al José Fierro di San Miguel de Tucuman, c’erano tutti gli ingredienti per la tragedia sportiva: il «Ruso» Zielinski e soprattutto il famigerato arbitro Patricio Lousteau.

Ma se per l’ex allenatore del Belgrano di Cordoba si ricorda la pagina più nera della storia gloriosa del River Plate, poca gente si ricorda di cosa fece l’arbitro di Lomas de Zamora quel 15 maggio 2011 alla Bombonera: la sagra dell’orrore nel Superclasico nella partita che cambio’ la storia del calcio argentino degli ultimi 10 anni.

La partita si macchiava dall’inspiegabile rigore non concesso al 18’ per un fallo di Insaurralde su Rogelio Funes Mori che stava per calciare in porta e per i falli assassini impuniti di cartellino rosso di Somoza e Carruzzo su Adalberto Roman e Gonzalez Pires. Quel River-Boca passo’ più alla storia per l’espulsione di Almeyda che usciva dal campo di gioco baciando lo scudo del River piuttosto che di quello che successe nei giorni dopo per conseguenza di quello scempio targato Lousteau: la lite Passarella-Grondona !

L’allora presidente del River Plate entro’ in conflitto con la AFA chiedendo a Julio Grondona di dimettersi per la scelta di Lousteau al posto di Baldassi (appena operato di appendicite) per la direzione del superclasico più importante al mondo.

Don Julio rispose per le rime al Kaiser di Chacabuco indicandogli piuttosto di prendere un portiere che almeno parasse (purtroppo in quella partita Carrizo fu pessimo). Da qual momento inizio’ la guerra River/AFA che culmino’ un mese e mezzo dopo con la retrocessione storica del River Plate.

Furono mesi di insulti da una parte dell’altra, famoso il «Ali’ Baba e 40 ladroni» detto da Passarella a Grondona, il quale fu appoggiato nel suo operato dagli allora vicepresidente di Quilmes (Carlos Coloma), il presidente del Colon de Santa Fe (German Lerche) e soprattutto Crespi che all’epoca era il vice di Angelici. Di Crespi, passo’ sottotraccia il vergognoso «no existis» a Passarella, prova schiacciante di quello che stava succedendo in quella epoca.

Il Gran capitan millonario non si era messo contro solo la AFA, ma tutti i club che avallavano l’operato del «Padrino» del Calcio Argentino. Paradossalmente, solo Maradona difesa a spada tratta Passarella dicendo che Grondona gliela avrebbe fatta pagare…e cosi’ fu !

L’unica decisione presa dalla AFA fu il divieto a Lousteau di non dirigere la Banda per 16 mesi…


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Ma veniamo all’attualita’: la settimana era iniziata con la geniale idea «Chiqui» Tapi (fanatico tifoso del Boca Juniors e presidente del AFA a tempo perso) di non portare il trofeo della Superliga a San Miguel di Tucuman, ma solo alla Bombonera. Sì, avete capito bene: il trofeo solo in casa della seconda classificata! La dirigenza AFA si giustificava dicendo che i festeggiamenti potevano avvenire solo in casa con il proprio pubblico, come successe con il Racing nel campionato scorso.

Iniziava pure la Libertadores settimana scorsa e il River si doveva « sacrificare » giocando a 2800 metri a Quito, mandando una squadra infarcita di riserve (e per giunta senza Gallardo) per poter preparare al meglio la trasferta di San Miguel di Tucuman. Ovviamente, nessuno si aspettava un risultato diverso dalla sconfitta, ma i 3 gol risultavano pesanti considerando la classifica.

Sabato, mentre si consumava l’amichevole Boca-Gimnasia alla Bombonera, tra abbracci, baci in bocca e pagliacciate di Maradona in campo, il River giocava contro un Atletico Tucuman con la bava alla bocca. Dopo 12 minuti, il caro Lousteau e i suoi assistenti iniziavano lo show annullando per fuorigioco inesistente un gol di Santos Borré (su un passaggio illuminante di Nacho Fernandez) che portava in vantaggio i suoi, risolvendo fin lì una partita complicatissima.

Sul vantaggio tucumano la parte più « critica » della tifoseria:

Se la prendeva con l’errore di Armani (che sbagliava l’uscita) e con i 3 centrali che in una situazione di calcio d’angolo permettevano a Toledo (partita strepitosa) di portare in vantaggio i suoi;

Insultava Nacho Scocco che sbagliava il match point a pochi minuti dalla fine e soprattutto rimproverava Gallardo per i cambi sbagliati e tardivi. Si OK, tutto vero ! Ma Lousteau come non faceva a non vedere il fallo su Nacho Fernadez (nettissimo) e la strattonata su Suarez involato a rete ??

Purtroppo il VAR non esiste ancora nel campionato argentino, negli ultimi anni avrebbe fatto comodo, potendo riscrivere la storia della Superliga.

Ma il vero problema é un altro: D’Onofrio e il suo clan non hanno buone relazione con la dirigenza AFA, anzi non ne hanno proprio !

Nessuno ha attaccato frontalmente l’arbitraggio deplorevole di sabato sera, anzi Gallardo a fine partita dichiarava (ancora!) che Lousteau si era comportato da buon arbitro, incappando in 3 errori ma niente più.

Le designazioni arbitrali sospette si aggiungono di particolari interessanti. Il Boca Juniors è stato diretto nell’ultima partita da Facundo Tello: ha arbitrato 12 (dodici !) volte i Xeneixes in questa Superliga con altrettante vittorie, Il River Plate ha avuto nella partita decisiva colui che é stato la causa della querelle nel 2011: le due cose sono un caso ??? E già nella gara di settimana scorsa contro il Defensa y Justicia, la partita fu macchiata dal non rigore non concesso dopo pochi minuti.

Qui non si tratta di complottismo ma di prendere atto che la dirigenza millonaria non ha mai avuto influenza verso Tapia, non ha mai saputo arrufianarsi la AFA. E il presidente D’Onofrio in tutto questo ? Già si sa, che sarà il suo ultimo mandato e che il suo sogno é mettersi nella politica.

Per i socios del River, dopo quasi 6 anni di gloria e successi con questa dirigenza é già tempo di pensare al prossimo presidente, mentre la squadra e staff tecnico debbono per forza resettare tutto e pensare di passare il girone di Libertadores (e qualificarsi per la Libertadores 2021).

Per la compagine di Nuñez é forse la fine del ciclo, pero’ che non si permettano più di AFAnarlo.

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