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E’ il giorno delle elezioni presidenziali al Boca, e l’aria che si respira in casa Azul Oro è a dir poco incandescente. Continuano le polemiche a distanza tra i tre schieramenti, in battaglia dal primo giorno di campagna elettorale. Non sono mancati i colpi bassi, le diffamazioni e le offese; ogni fronte ha cercato di guadagnare consensi affossando l’avversario attraverso social e interviste radio/tv. Secondo i sondaggi la lista Ameal-Pergolini starebbe in vantaggio rispetto all’oficialismo di Gribaudo e all’altra opposizione di Beraldi.

Senza dubbio sono le più importanti elezioni della storia del club Xeneize, e a confermarlo sono le discese in campo politico di varie figure storiche del Club: da Riquelme a Batistuta..con ‘l’interferenza’ di Maradona.

Tracciare una cronistoria di questa intricata vicenda è impresa ardua e complicata, ma ci abbiamo provato. Questa è un’altra storia argentina la cui sceneggiatura sembra quella un film dai mille colpi di scena.

La rinuncia di Angelici

Daniel Angelici, attuale presidente del Boca, annuncia a settembre quello che già si sapeva: non si candiderà per le elezioni presidenziali del club, e non per una scelta personale, ma per un vincolo nello statuto del Club. Non ci si può presentare più di due volte e questa per lui sarebbe già la terza. Il suo ‘delfino’ sarà Gribaudo, attuale segretario del club. Sarà lui l’erede dell’Oficialismo. Daniel però gli rimarrà accanto, aiutandolo e mettendoci la faccia quando necessario, ma soprattutto facendo valere il suo peso politico, essendo vicepresidente del futbol argentino (AFA).

Gribaudo si ‘unisce’ a Crespi, (altra lista d’opposizione) all’inizio della campagna elettorale.

La politica della dirigenza attuale in questa campagna è quella di enfatizzare gli obiettivi raggiunti. Una stabilità economica importante essendo il club più ricco d’Argentina, il colpo De Rossi, nuovi sponsor e nuovi ricavi, nuove infrastrutture per il sociale, la rivalutazione della Bombonera, maggior visibilità mondiale, insomma si può dire che Angelici si sia dato da fare in questi anni.

Il maggior cruccio per il presidente però è la Copa, l’obsesion, La Libertadores. È questo il maggior rammarico di Daniel e la sua maggior colpa, oltre che ai suoi atteggiamenti sempre un po’ discutibili. La Séptima non è arrivata e anzi c’è stata la doppia beffa in due anni consecutivi contro l’odiato River. Sarà ricordato come il presidente che perse la final del siglo, la final del mundo, di cui (che casualità!) anniversario sarà domani. Immaginate la beffa? Perdere la presidenza-Gribaudo nel giorno degli scrutini nel 9 dicembre?

Difficile da dimenticare per il tifoso la finale di Madrid. Troppo grande l’umiliazione.

Man mano che passano i giorni, la campagna elettorale di Gribaudo non prende però la piega desiderata e immaginata dai due. Arrivano le prime figuracce, papelónes come li chiamano qui, che si abbattono sulla dirigenza. C’è per esempio la pubblicazione di un video, poi rimosso, che richiama l’identità e l’orgoglio dell’essere hincha de Boca. Bellissimo, di grande impatto grafico ed emozionale, ma.. con un errore clamoroso. Ci sono varie immagini di calciatori attuali e passati che hanno vestito la maglia del Boca. Il messaggio che si vuol dare è questo: l’aver giocato nel Boca, essendone tifosi. Tra questi c’è anche Kempes, campeón del Mundo ed ex giocatore xeneize, che però non la prende benissimo per essere stato definito ‘hincha de Boca‘. Se ne esce con un post nel suo account dicendo che ‘quelli del Boca’ si sono sbagliati circa la sua fede calcistica. E Kempes ha una ‘discreta’ importanza in Argentina.

Apriti cielo. Polemiche a non finire finché lo stesso video non viene rimosso dai canali ufficiali social del Club. La campagna Angelici/Gribaudo non inizia benissimo.


In tutta questa corsa verso la poltrona c’è una variabile molto importante e forse fondamentale: Si chiama Juan Román Riquelme. Chi si assicura ‘l’ultimo Diez’ nella propria lista vincerà quasi sicuramente le elezioni.

Facile a dirsi, meno che a farsi: Angelici non va d’accordo con Román. Può sembrare un paradosso ma è così. Tutta colpa di quando il dirigente era tesoriere del club, in procinto di diventare presidente. Il rapporto con Riquelme non sbocciò mai, anzi fu proprio el ‘Tano’ Daniel (i nonni sono di S. Benedetto del Tronto) a favorirne la cessione. Per capire meglio la relazione tumultuosa tra il presidente xeneize e l’ultimo Diez bisogna fare un passo indietro.

Tratto da: ‘Boca para ser campeón’ di Lucas Alcaraz

4 dicembre 2011: Daniel Angelici sarebbe diventato il presidente del Boca e avrebbe avuto ancora più poteri. Ma non è questo il punto di rottura tra Román e Angelici. No, il problema viene da prima e cioè da quando Angelici era tesoriere del club e si opponeva al rinnovo del contratto del nostro idolo.

4 luglio 2012: Dopo aver perso la finale della Copa Libertadores contro il Corinthians, l’impatto mediatico non si concentrò sulla sconfitta dei xeneize ma sull’incrocio di sguardi tra il nuovo presidente e Juan Román.

Come se fosse troppo poco per il Boca perdere la finale, quella stessa sera Roman annunciava che non sarebbe rimasto nel club.

Un anno dopo, Riquelme ci illuse con il suo ritorno grazie anche alla mediazione del “Virrey”, Carlos Bianchi… Quel ciclo di Bianchi non fu il migliore e la guerra mediatica tra JRR e Angelici continuò , provocando il rifiuto di quasi tutti i tifosi nei confronti del presidente.

Ciò portò alla sorprendente uscita di Riquelme, ancora una volta, dal club, lasciando nuovo astio nei tifosi per la dirigenza e anche tanto materiale per i media, che vissero di rendita per molto tempo.


La neutralità dell’asso Riquelme e la sua discesa in campo

All’inizio della campagna elettorale, Riquelme ha sempre cercato di evitare qualsiasi coinvolgimento e strumentalizzazione, rimanendo ‘neutrale’, alla finestra. Troppo importante il suo nome per illudere inutilmente i tifosi. Nonostante ciò, la stampa (Olé) il 2 novembre lo accosta clamorosamente alla dirigenza di Angelici/Gribaudo.

Smarrimento tra la hinchada bostera. Vengono a mancare le certezze più profonde che il tifoso Boca possiede. Tanta la confusione in questo tema tanto delicato. Riquelme e Angelici nella stessa lista? Impossibile. Ma come, si sono sempre odiati e adesso corrono insieme?

Non era più l’ora dei silenzi, il tempo propizio era ormai giunto e Juan Román non poteva più sopportare di essere diventato oggetto di propaganda, bisognava intervenire, e subito. E avvenne. Riquelme in un intervista disse tutto quello che aveva dentro (o almeno quello che voleva far intendere): le sue parole, mai inutili, ebbero del clamoroso.

Tratto da ‘Riquelme: Non sono il cavallo di battaglia di nessuno’

Riquelme: “Molte cose sono state dette nella partita precedente (semifinale Libertadores), e cioè che se il Boca si fosse qualificato Gribaudo sarebbe stato eletto presidente; mentre se il River vinceva, Beraldi e Ameal (gli altri candidati) avrebbero avuto buone possibilità di prendere il potere”.

Ciò che non hanno capito è che hanno aggiunto pressione ai giocatori. I tre che hanno intenzione di candidarsi devono dare l’esempio affinché la squadra non ne sia coinvolta. Ecco perché sono molto grato ai giocatori, come ai tifosi. Sul campo, il Boca ha meritatato la vittoria dal 1′ al 90′”. (Il Boca vinse 1-0 ma venne eliminato dal River)

“Li ascolto quando parlano in TV, alla radio. Mi rende felice che chi sta per candidarsi voglia contare su di me. Ma io non sono il cavallo di battaglia di nessuno, non sono l’asso nella manica di nessuno“.

Il mio vecchio (il padre) mi diede la maglietta e mi disse che ero del Boca. Non conosco nessun club chiamato C.A. opposizione o C.A. oficialismo. Vengo dal Boca, sono e siamo bosteros e dobbiamo dimostrarlo. È tempo che smettano di lottare per il potere, per l’ego, per gli interessi personali, dobbiamo stare tutti insieme se amiamo davvero il nostro club“.

Mi hanno stancato del ‘sono dirigente, sono l’opposizione’. Io sono un tifoso e adoro la maglia del Boca. Nessuno è tifoso dei candidati. Penso che possiamo stare tutti uniti. Angelici che cos’è? Gribaudo? Crespi? Beraldi con chi era? Roico con chi era? Ameal era il vicepresidente di Pompilio con il partito al potere … Quindi possono stare tutti uniti. Se ci fosse un’unione potrei pensare di essere presidente o qualcos’altro. Sono bostero e morirò bostero. Il club appartiene ai tifosi.


È il primo colpo di scena che cambia la storia delle elezioni. Nessuno si aspettava una impatto di Román simile. Riquelme chiede l’unità per un Boca più forte! Le liste dell’oficialismo e dell’opposizione sono di fatto spiazzate, solo l’ultimo Diez poteva prendere tutti così in contropiede.

Che fare, appoggiare la proposta di Riquelme, oppure cambiare strategia? L’Oficialismo sembra d’accordo per la proposta e si rende disponibile (abboccando, ma lo vedremo dopo) ad un tavolo di confronto con l’opposizione, condotto da Román per l’unità. Sembra la svolta. Alcuni giorni dopo arrivano le risposte negative dalle altre liste. L’opposizione rifiuta.


La lista Ameal – Pergolini non accetta l’invito per l’impossibilità di collaborare, come dicono, con chi ha portato il Boca nel baratro. A proposito, Jorge Ameal è un imprenditore argentino che è stato vicepresidente nella gestione Pompilio da dicembre 2007. Alla morte di quest’ultimo divenne presidente Boca per quattro mesi, prima della dinastia Angelici. Mario Pergolini invece è un giornalista, imprenditore, esperto in comunicazione.

Anche la lista Beraldi rifiuta il confronto con chi gli aveva negato il confronto tempo addietro. José Beraldi, candidato presidente è un ex allenatore, ora imprenditore e socio vitalicio del Boca.

Nulla di fatto dunque, la proposta ammirevole fatta dal cuore di Román è rigettata dall’opposizione. Da questo trambusto, la lista che ne esce meglio forse è quella di Gribaudo, che cerca a questo punto di arrivare a Riquelme, coinvolgendolo nel progetto, ma non ci riesce. Non c’è risposta di Román all’invito. Insiste Gribaudo e interviene in intercessione addirittura l’ex presidente argentino Macri (ex presidente Boca e amico di Angelici), chiedendo al Mudo la carità di incontrare la dirigenza.

Detto fatto. Román cede alla richiesta dall’alto e promette di incontrare il presidente, ma all’appuntamento ci va il fratello (avvocato). El ‘Tano’ Daniel, volpone com’è, capisce immediatamente che non c’è più niente da fare. Román oramai gli ha girato le spalle.

Angelici ha dannatamente ragione. Pochi giorni dopo scoppia la BOMBA, che per la seconda volta cambierà di nuovo le carte in tavola:

Riquelme scende in campo!

Juan Román Riquelme appoggia la lista Ameal-Pergolini. È il delirio, Locura Total. L’opinione pubblica rimane spiazzata da una notizia del genere. Uno come lui può farti perdere le elezioni, come te le può far vincere. Gribaudo cerca di tenere il controllo della situazione ma Angelici no, non ce la fa, è più forte di lui. E sbotta.

Angelici: “Ho parlato una volta con Riquelme, cenando a casa sua. Ameal gli ha dato tutto quello che voleva quando era il tesoriere del club. Non sono sorpreso da questo regalo, anche se a volte non capisco alcune cose. È l’idolo assoluto del club, 15 giorni fa ho convocato tutti i candidati ma l’unità non c’è stata. Non siamo stati in grado di presentare una lista unitaria.

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Non sono deluso da Riquelme, ha il suo modo di essere che non condivido, ma ognuno può fare quello che vuole. Non voglio dire quello che mi ha chiesto quando ci siamo incontrati, voglio far sì che i tifosi del Boca non perdano il loro idolo. Riquelme ha mandato avanti suo fratello, che è anche il suo agente. Quando fai così, vuol dire vuoi prendere in giro le persone e che stai trattando un contratto”.

Inizia così la locura dei suoi comizi in giro per Buenos Aires e nelle città vicine. Scene di delirio collettivo tra i ‘soci’ quando parla lui, Román è ancora amatissimo dal popolo bostero e critica fortemente la dirigenza attuale, per le delusioni e il fallimento del sogno chiamato Libertadores. Oltre che nei comizi, Juan viene acclamato a furor di popolo anche alle partite del Boca alla Bombonera.


Nel pieno della sua campagna elettorale è invitato dal programma televisivo Intrusos. Dice questo:

Tratto da: boCALDISSIMO di Lucas Alcaraz

Riquelme: “Sportivi, questi ultimi anni sono stati i peggiori nella storia del club.
Se io ti chiedo Jorge, che 5 anni avevamo 6 Libertades, 5 anni fa. Pensavi che ci avrebbero raggiunto? Mi avresti detto che sarebbe stato impossibile, ma se l’altro giorno il Flamengo non avesse vinto, saremmo stati 6 a 5…”
“È sì importante aprire una palestra e luci sul campo, (realizzazioni di Angelici) ma è anche importante vincere.”

“Siamo stati fortunati ad avere Bianchi con noi, è stato il nostro Dio. Ci ha insegnato a competere, a vincere. Poi cerco di tornare nella realtà, voglio che la gente capisca, perché noi vogliamo essere coinvolti nel club, perché noi stiamo soffrendo e non li vediamo bene quelli” (dirigenti)

“Dicono che se vince Ameal, il Boca se ne va in serie B perché Riquelme entra nel club… il tifoso del Boca deve capire che io non governerò, aiuterò nel calcio. Al tifoso del Boca devo dire la verità.”

Angelici come presidente, ha votato contro quando ho dovuto rinnovare il mio contratto. Ho giocato 6 mesi con l’Argentinos Juniors perché mi ha spinto ad andare via. È questa è la verità.”

“Dopo, ho ricevuto un premio in Brasile come miglior giocatore della Copa Libertadores degli ultimi 50 anni. Il signor Angelici non mi ha lasciato mostrare il premio alla Bombonera. Ho dovuto farlo in TV.”

Se vinciamo, Bianchi avrà il posto che vorrà. Speriamo che si faccia vedere sul nostro campo come fa di solito col Vélez. È incredibile che non sia mai stato invitato da noi
Mi accompagneranno Bermudez, Cascini, Battaglia, Delgado, ci metteremo al lavoro e faremo le cose per bene. Non faremo altro che occuparci del calcio.
Mando un grande bacio ad Angelici se sta guardando la TV…”

“Per noi, La bombonera è lo stadio più bello del mondo. Lui (Angelici) ed io abbiamo vissuto una situazione simile, mi è toccato debuttare l’anno 96 vs Unión. Dalla 1° partita a Lanus, sono stato applaudito. Anche Angelici è stato applaudito (sarcasmo)… È anche merito mio”.


Il progetto di vendetta di Riquelme nei confronti di Angelici viene inevitabilmente alla luce in tutta questa vicenda. Il voler far abboccare Angelici alla pace dell’unità per poi farlo arrostire lentamente è solo un ipotesi. Ma basta e avanza per pensare che el Mudo abbia voluto così vendicarsi degli anni in cui, costretto, se ne dovette andare dal Boca. Questa è stata l’occasione giusta. Probabilmente, già in accordo con Ameal fin dall’inizio, ha condotto il gioco a suo piacimento, facendo cadere nella trappola i dirigenti. Ma questa, ripetiamo, è solo un’ipotesi.

Finita qui? Neanche per scherzo!


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La lista Beraldi e l’arrivo del Re Leone

In tutto ciò, la lista Beraldi non se la passa benissimo. Parlando di continuo di Riquelme e Angelici l’oposición di José non se la fila più nessuno, fino a quando lo stesso Beraldi azzecca il colpo gobbo che gli ridà visibilità. Arriva nientemeno alla sua corte Batigol! Gabriel Omar Batistuta.

Batistuta: “Se Beraldi vincerà le elezioni sarò presidente del Consiglio del Calcio. Il Consiglio sarà formato da ex giocatori del Boca e si deciderà chi sarà il manager e l’allenatore. Alcuni nomi confermati sono Ribolzi, Márcico e Giunta, ma potranno aggiungersene degli altri. Il mio ruolo oltre a quello sarà quello di accompagnare José nelle trattative internazionali, cercando di sfruttare la mia immagine all’estero. Ogni volta che dovremo negoziare con uno sponsor o con un giocatore lo accompagnerò.

“Sono molto felice che José si sia ricordato di me. Era da un po’ di tempo che volevo collaborare. È gente buona, che ha il Boca nel cuore e non ha interessi secondari”.“La politica non è il mio campo e farei solo casino se entrassi in quel campo. Non mi piace e non mi sento a mio agio. Con José è la prima cosa che ho chiarito. Il mio compito riguarda l’organizzazione, l’immagine e la disciplina che il Boca deve avere: che è buona, ma se giri il mondo ti rendi conto che potrebbe essere ancora meglio. La mia idea è di portare il Boca oltre”.

Ok ci siamo, tutti i pezzi sembrano al loro giusto posto. Ma se Riquelme pensa di vincere così, a mani basse, sbaglia di brutto, non ha fatto i conti con un altro Gotha del fútbol argentino pronto a entrare in scena; un nome da far tremare tutta l’Argentina: Diego Armando Maradona.

La variabile impazzita: Maradona

Diego sembra appoggiare l’oficialismo. E già questo, sembra molto strano ricordando che fino a qualche anno fa ne diceva di tutti i colori ad Angelici e al suo amico Tapia (AFA). Ebbene il 22 novembre, tramite il suo account Instagram scrive questo:

Riquelme accusato da Diego di essersi venduto per soldi, ma soprattutto Riquelme vs Maradona.. uno scontro tra mostri sacri, tra Titani.. non si era mai visto prima nulla di simile.

Non basta, il 6 dicembre sempre su Instagram, sempre Maradona spara di nuovo a zero contro il trio Ameal-Pergolini-Riquelme. Frasi durissime: “Passerella che mandó il River in B in confronto a loro era Heidi.. il capitano del Titanic in confronto a loro guidava meglio..

“Non sanno niente di politica, Riquelme è un venduto al miglior offerente” ..Ne esce fuori un clima incandescente, una guerra civile tra varie fazioni dello stesso Club

Parole durissime, Riquelme infangato da Diego non se lo sarebbe aspettato neanche il più fervido tifoso del River. El Diez contro l’ultimo Diez, siamo quasi all’Apocalisse.



Epilogo

Solo dopo l’8 dicembre sapremo chi si siederà in quella poltrona, quello che però emerge da tutta questa vicenda è che Riquelme alla fine trionferà, e anche nettamente. Troppo forte il legame sanguineo con i tifosi, troppo amato el Mudo per poter scegliere qualcos’altro. L’incognita è sempre quella: riuscirà a far valere le sue qualità da fenomeno anche dietro la scrivania? Se sarà così potremo assistere ad uno dei cicli più vincenti della storia Xeneize. Con l’ultimo Diez.


calcioargentino.it

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